Aldo Grasso per il Corriere della Sera
adriano celentano
Si resta disarmati di fronte all' ingenuità o alla sprovvedutezza di Celentano. O alla sua determinazione: perché lavora così alacremente per distruggere il suo mito?
Davvero è ancora convinto che siano sufficienti la sua presenza in scena, i silenzi, un appannato carisma per fare uno show? Mentre da una parte è appena andato in onda Fiorello e dall' altra c' è X Factor , possibile che non ci sia un amico che lo dissuada dal mettere attorno a un tavolo sei persone che fanno tv a parlare di tv?
adriano celentano e ilenia pastorelli
Effetti di involontaria comicità: da una parte ci sono alcuni conduttori che si esprimono come studenti del corso di scienze delle comunicazioni, dall' altra siamo al discorso da bar (banalità e piaggeria), tanto che a un certo punto si sente la necessità di far entrare Ilenia Pastorelli, con camminata sexy (e monologo incorporato). Sembrava una versione oratoriale di Sbandati o una versione colta delle cinque sfere della D' Urso. Idee confuse e acque torbide sembrano sempre profonde. Il dramma di Adriano è questo: quando parla ti auguri che ci dia presto un taglio e canti, ma quando canta ti convinci che è meglio quando parla. E inevitabilmente arriva la predica contro gli spettatori che non hanno amato il cartoon Adrian .
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Difficile trovare uno che dica: forse ho sbagliato, forse ho promesso molto e dato poco No, la colpa è degli altri: «Nelle prime quattro puntate, mi avete condannato perché sono stato poco presente senza minimamente pensare ad Adrian . Pensate che mi comporterò in modo diverso stavolta? Non avete capito niente, allora...
Farò come la volta scorsa e vi do un motivo per cambiare canale: me ne vado!». Finta uscita di scena, sipario. È una tv, quella di Celentano, irrimediabilmente vecchia, nostalgica. Va in onda uno spezzone di Francamente me ne infischio (Rai1, 1999), dove Adriano parla con Ligabue dell' allarme legato alle risorse idriche e si capisce la forza di Techetechetè .
ADRIANO E’ SEMPRE ADRIAN
Nanni Delbecchi per il Fatto Quotidiano
Qual è il colmo per un orologiaio? Arrivare fuori tempo massimo. Così è stato per Adriano Celentano, tornato un anno dopo sul luogo del flop che aveva accompagnato il tormentato debutto su Canale 5 di Adrian, il cartoon da lui scritto e diretto.
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Per vendicare l' onta è stato scelto il giorno della settimana più agguerrito dalla concorrenza, giovedì, e stavolta nel prologo Adrian Live-Questa è la storia non solo lo sposo è arrivato all' altare, ma si è fatto accompagnare da ben cinque damigelli d' onore: Paolo Bonolis, Gerry Scotti, Piero Chiambretti, Carlo Conti, Massimo Giletti. Muoia Sansone con tutti i filistei?
adrian come le sfere della d urso
Per evocare le potenze degli inferi, e di conseguenza l' Evento, più di così non si poteva; eppure i sessanta minuti di show, non tutti dal vivo ma quasi del tutto privi di interruzioni pubblicitarie, hanno ottenuto il 15.4 per cento di share (pari a 3,8 milioni di spettatori) contro il 19,9 di share e i 4,4 milioni di Un Passo dal Cielo su Rai1, cui è seguito il prevedibile crollo delle nuove puntate di Adrian. Share del 10.4, con spot a iosa, dato in linea con gli ascolti dello scorso anno e difficilmente migliorabile perché cambiare l' antipasto non cambia il sapore della pietanza.
Insomma, la ricomparsa del Molleggiato non è stata un flop, ma "un passo dal flop", l' ordinaria amministrazione, che però per un uomo della pioggia come lui è quasi peggio. Questo ritorno suona speculare a quello di Fiorello con Viva Raiplay!; Fiorello è sempre Fiorello e funziona proprio per quello, ma è anche attentissimo a non ripetersi, a rimodularsi al passo coi tempi; per esempio, come testimonial quotidiano delle modalità di ascolto delle piattaforme streaming, e gli ascolti gli hanno dato ragione.
Uno potrebbe dire, vedi?, invece Adriano non è più lui.
adrian copula con gilda
Niente affatto. Il carisma della presenza, della voce, dei sorrisi è intatto. L' inizio di Adrian Live ha avuto qualcosa di memorabile, l' arrivo in silenzio degli invitati usati contro loro stessi, l' inconfondibile suspense sul nulla, la tavola rotonda sulla televisione - o era una seduta spiritica? - , "i magnifici cinque" del video generalista sulle sedie a rotelle, il Conduttore a stuzzicarli sul filo del grottesco e del non senso ("Perché non mi rispondete?" "Dipende se fai la domanda").
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Venti minuti memorabili prima di un seguito più scontato, in linea con tutti gli eventi del passato più o meno annunciati; l' intemerata sull' emergenza ambientale, l' elogio di sorella acqua con Ligabue, il riassunto delle puntate precedenti del cartoon affidato ad Alessio Boni, il sermone contro l' omofobia appaltato a Ilenia Pastorelli nelle vesti (succinte) di barista-predicatrice.
Sì, Adriano è ancora lui. Fin troppo. Ma nell' ora di Netflix e di Amazon sono i tempi a essere cambiati, prima di fare la morale agli spettatori meglio assicurarsi che gli spettatori siano ancora dove li avevamo lasciati. La tv generalista conta ancora, ma il tempo degli eventi è agli sgoccioli e la saga di Adrian ne è la controprova; se a resuscitarli non ci riesce Celentano, che ha avuto la massima potenza di fuoco al massimo dello splendore nazional-popolare, in futuro non potremo stupirci di nulla, nemmeno di vederlo da Carlo Conti come giudice della giuria di Tale e quale show.
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È la televisione-focolare, "la finestra sul mondo attraverso cui ci arriva il bello e il brutto dell' umanità" a non essere più lei; quella televisione che nessuno come Celentano ha saputo registrare, smontare e riparare come nuova, finché funzionava come un orologio.
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