Gigi Di Fiore per ilmessaggero.it
SANGUE SAN GENNARO
Fu davvero un presagio funesto, anche perché l'anno a venire sarebbe stato pure bisestile. In quel 1835, il cardinale Filippo Giudice Caracciolo fu costretto a subire le bizze di san Gennaro. Nell'appuntamento più atteso, quello del 19 settembre in Duomo, il sangue si sciolse dopo ben dieci ore. Solo alle nove di sera il cardinale agitò il liquido nell'ampolla, tra la folla osannante. Molto peggio accadde il 16 dicembre successivo, all'appuntamento del «miracolo laico», quando il sangue non si sciolse affatto. Brutta avvisaglia, intervallata due mesi prima da un terremoto in Calabria con 120 morti che preoccupò molto il re Ferdinando II di Borbone, in attesa con la moglie Maria Cristina di Savoia finalmente di un erede dopo tre anni di matrimonio.
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il miracolo di San Gennaro
Avvisaglia di sciagura si temeva e sciagura fu. Nel 1836, a Napoli arrivò il tremendo «morbo asiatico» che da almeno quattro anni faceva stragi in tutta l'Europa. Era il colera, la prima pandemia dell'era contemporanea che si diffuse a Napoli a settembre e fece oltre cinquemila morti nella prima fase per ripetersi, dopo una breve pausa, nel 1837 con una seconda fase che fece oltre tredicimila vittime.
San Gennaro si era arrabbiato con Napoli e anche al suo mancato miracolo dell'anno prima si attribuì la tremenda sciagura di un morbo sconosciuto privo di rimedi noti. Colpì così tanto ciò che avvenne, che il cardinale promosse un approfondimento sul «colera del 1836-37 e la relazione del mancato miracolo di san Gennaro». Bizzarrie della storia che si ripete: bisestile il 1836 come il nostro 2020; san Gennaro non fece il miracolo allora e anche stavolta non si è concesso.
I registri dei Canonici del Duomo conservano orari, giorni, durata del ritardo del miracolo, o le date del mancato scioglimento del sangue di san Gennaro, «faccia gialluta», santo popolare, l'unico a poter vantare un patto con la città sottoscritto dal notaio.
il miracolo di San Gennaro
Nel 1751, papa Benedetto XIV fu investito del caso del mancato scioglimento su cui veniva accusata l'azione della massoneria. Nel maggio 1710, il cronista dell'epoca scriveva che «pur rimanendo duro e scuro, il sangue occupava parimenti l'ampolla tutta, caso non più accaduto». E anche in quel caso il nunzio apostolico a Napoli, l'ambasciatore del papa, avvisò in quell'occasione Clemente XI che il popolo napoletano temeva sciagure e terremoti. Ma le scosse in Calabria con centinaia di vittime si rivelarono solo fake news di allora.