Manuela Galletta per lastampa.it - Estratti
NICOLA GRATTERI
Un botta e risposta tra avvocati e magistrati, tra avvocati e il nuovo capo della procura. A Napoli, a poche settimane di distanza dall’inizio dell’era Gratteri, il clima si fa rovente ed esplode una polemica che rischia di avere lunghi strascichi.
A innescare l’incendio è stata la Camera penale di Napoli che in un lungo comunicato, al netto dei noti pacati, ha rimpianto la non scelta, da parte del Csm, di una figura più vicina a quella di Giovanni Melillo (oggi alla guida della Dna) e del reggente ad interim Rosa Volpe, e ha censurato il profilo “operativo/militare” di Gratteri e certe sue «posture» ritenute non in linea «quella idea di diritto penale liberale democratico di cui i penalisti sono da sempre strenui sostenitori» né concilianti con la risoluzione dei programmi della città.
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«Una narrazione che dovesse descrivere la realtà napoletana (e più in generale quella campana) come un coacervo di interessi opachi, di “logge” criminali e/o massoniche in grado di orientare sensibilmente la vita politica ed economica della città, oppure come una città “culturalmente o geneticamente” dedicata al crimine o al malaffare e come un luogo da bonificare con le manette e con la forza militare dello Stato - si legge nel comunicato - suonerebbe grottesca e controproducente, pochi tutti ne coglierebbero chiaramente la natura strumentale, ed in definitiva, errata».
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Parole e toni che non sono piaciuti alla sezione napoletana dell’Associazione nazionale magistrati: «In questo momento storico - è stato evidenziato in un comunicato diffuso ieri - in cui quotidianamente si verificano nel circondario episodi di inaudita violenza che fanno registrare la morte di giovani e innocenti vittime della criminalità più che mai, è necessario un clima di serenità nel lavoro quotidiano di tutti i protagonisti del mondo giudiziario».
Poi in serata ha preso la parola il diretto interessato. Intervenuto alla rassegna “Sorrento d’autore”, il neo procuratore ha lanciato una stoccata ai penalisti: «Ognuno è libero di dire quello che pensa, non vado appresso a pettegolezzi e chiacchiere da bar. Sono stato il felice procuratore di Catanzaro e spero di essere il felice procuratore di Napoli. Vado a Napoli a mettere a disposizione la mia storia e il mio lavoro, le persone perbene dovrebbero esserne felici e tranquille, e chi non lo è non è una mia preoccupazione».
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