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NICOLA GRATTERI - MARCO DAMILANO - DIMARTEDI
Nicola Gratteri poteva diventare ministro della Giustizia. O meglio, lo è stato, ma per una sola notte, quella che ha preceduto l'incontro di Matteo Renzi, che stava per diventare premier, con Giorgio Napolitano al Quirinale. Lo ha raccontato lo stesso Gratteri durante la puntata di ieri sera di Dimartedì, su La7, con Giovanni Floris.
RENZI E NAPOLITANO
«Ho incontrato per la prima volta Renzi la sera prima che incontrasse Napolitano - ha detto il magistrato - me lo presentò Delrio, che conoscevo da quando era sindaco di Reggio Emilia. Abbiamo parlato per due ore e mezza di giustizia, mi ha chiesto tante cose, poi mi ha lanciato la proposta: "Lei deve fare il ministro della Giustizia". Io ho detto che no, non ho il carattere per farlo: sono un decisionista, sono abituato a sedermi e non alzarmi finché non si prende una decisione. Lui però ha insistito: "Le do carta bianca, mi siedo a fianco a lei in Parlamento e tutto ciò che lei propone, deve passare"».
RENZI DELRIO
nicola gratteri
«Io avevo in testa la rivoluzione dei codici - aggiunge Gratteri - Gli ho detto di sì. Vado a dormire, la mattina dopo torno in Calabria a lavorare: mi chiama Delrio e mi dice "lei è nell'elenco dei 16 ministri, non è che si tira indietro?". Rispondo che io sono un uomo di parola». Nel pomeriggio poi, arriva l'incontro Renzi-Napolitano e la lista definitiva dei ministri: ma nasce qualche problema. «Vi ricordate che la porta non si apriva? Quando ho visto quella scena ho pensato che stessero litigando per me, e infatti era così. Poco dopo mi chiama Delrio, tutto dispiaciuto e mortificato, io invece ho fatto un sospiro di sollievo - conclude il suo racconto - Chi mi vuole bene mi dice che devo accendere due candele a Napolitano ogni mattina».
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