nicola ferrara
Ha patteggiato 2 anni, con sospensione condizionale e non menzione della pena, Nicola Ferrara, 39 anni, che venne arrestato nel luglio del 2020 per apologia e istigazione all'adesione allo Stato islamico per aver invaso la rete e i social con post, audio e video di propaganda per l'Isis.
Il suo «odio per l'Occidente», stando alle indagini dei carabinieri del Ros e dei pm Alberto Nobili, Piero Basilone e Leonardo Lesti, lo portava a dire, intercettato il 25 marzo dello scorso anno, quando in Italia morivano centinaia di persone al giorno e si era in pieno lockdown, che il Covid «è una cosa di Allah, una cosa positiva», perché «la gente sta impazzendo» e per gli infedeli «tutto l'haram' adesso è difficile farlo», ossia sono stati tolti loro i «vizi».
nicola ferrara detto issa
Il patteggiamento alla pena sospesa per l'uomo, nato in Puglia (da una decina d'anni a Milano dove lavorava in un parcheggio) e difeso dal legale Domenico Mandalari, è stato ratificato dal gup Livio Cristofano. Era finito in carcere (ora è libero) su ordinanza del gip Guido Salvini e avrebbe frequentato l'associazione culturale Al Nur di Milano, di orientamento sunnita, e due 17enni che pregavano nello stesso centro, ai quali avrebbe proposto le sue «tesi estremiste».
nicola ferrara estremista isis
Ferrara, che si faceva chiamare 'Issa' dal 2015, era anche stato per due volte in Qatar e una negli Emirati Arabi per «approfondire l'indottrinamento e trovare un modo per raggiungere l'Afghanistan».
nicola ferrara arrestato
Avrebbe anche fornito «assistenza economica» con tre vaglia, per un totale di 400 euro, a Ghassen Hammami detenuto nel carcere di Rossano Calabro e arrestato in un'indagine di Perugia. E usava la piattaforma "Soundcloud" per brani nei quali risuonavano parole di questo genere: «Versate il sangue della sua giugulare».