Paolo Isotta per ''il Fatto Quotidiano''
Paolo Isotta foto Salvatore Pastore
Stanno cadendo come birilli, i direttori d' orchestra e i cantanti accusati di molestie nell' esercizio delle loro funzioni. Poi verrà il turno dei ballerini e dei coreografi.
Se costoro hanno esercitato un metus reverentialis per portarsi a letto qualche cantante, ballerina/o o affini, certo si tratta di un atto non lodevole. Sarebbe bello si estendesse (mi ripeto) a chi ha praticato questi esercizi in molti teatri importanti, con una moglie che a volte si dava a scene isteriche, svenimenti e falsi suicidî. Io non vedo, in fondo, perché un artista, che è un libero professionista, debba essere escluso dal manifestare la sua arte perché i suoi costumi erotici sono volgari o censurabili. Allora facciamo roghi sulla pubblica piazza delle poesie di Verlaine e Rimbaud, delle opere di Palazzeschi e Pasolini.
Non mi pare che il teatro sia stato - mai - un mondo di educande, e accorgersene oggi è solo ridicolo. Salvo, ripeto, quando si manifestino lati odiosi. E sarebbe ancora più bello se la stessa sorveglianza si estendesse al mondo della pubblica amministrazione e a quello dell' Università: ove comportamenti di molestie si configurano anche sotto il profilo penale.
VITTORIO GRIGOLO
Vorrei venire all' ultimo caso del quale si sta parlando, di un tenore aretino che adesso è un idolo, a quel che sembra, al Metropolitan e al Covent Garden, tale Vittorio Grigòlo. Sono andato su Youtube a vedere delle manifestazioni della sua arte. Mi pare ben plausibile che uno con quel modo di muoversi quando sotto i riflettori si dirige verso i fan (canta anche musica leggera) abbia una stravolta idea del suo ego e dei rapporti col pubblico. E ho sentito qualcuno dire che canta come Claudio Villa! Ossia: uno dei più grandi vocalisti degli ultimi decennî. A volte alla ggente bisognerebbe consentire di parlare solo di football.
PLACIDO DOMINGO E VITTORIO GRIGOLO
Impedirgli di cantare perché avrebbe messo una mano in culo a una corista mi pare una superfetazione calvinista.
Ma per ben altri motivi bisognerebbe vietargli l' attività del canto, o quanto meno far sì che lui paghi un cospicuo biglietto a tutti coloro che vanno ad ascoltarlo.
VITTORIO GRIGOLO
Bela, singhiozza, piagnucola, non rispetta il ritmo. Diciamo che del pezzo musicale classico ha un' interpretazione, più che arbitraria, caricaturale. Se fossi un direttore d' orchestra il quale accetta di dirigere una recita operistica nella quale costui partecipa, mi vergognerei per mancanza di dignità. Mi vergognerei molto più di lui. Fa i suoi interessi; lo pagano; chi se ne frega della musica. Va bene che oggi direttori d' orchestra del suo livello abbondano. Ma il direttore d' orchestra è, o dovrebbe essere, il responsabile artistico dell' opera eseguita sotto la sua bacchetta.
Uscirà sempre qualcuno a dire che esagero. Facciamola corta. Invito chi mi legge ad ascoltare (c' è su Youtube) la Romanza dell' Elisir d' amore Una furtiva lacrima. Prima nel massacro di Grigòlo. Poi, in ordine crescente di perfezione, cantata da tre angeli: Beniamino Gigli, Tito Schipa, Enrico Caruso. E mi voglio rovinare.
Persino Pavarotti, a confronto dell' aretino, fa un figurone.