Emanuele Buzzi per www.corriere.it
grillo e conte
Bastano pochi minuti perché tra i Cinque Stelle cali il gelo. Le parole di Giuseppe Conte nei confronti di Beppe Grillo suonano come «un affondo pubblico mirato, meditato» contro quello che era stato «uno sfogo privato, a tratti ironico, sfuggito in malo modo dalle bocche dei parlamentari»: una distanza che molti pentastellati giudicano «eccessiva» per poter contenere (e misurare) la contro-reazione del garante. «Ha esagerato», confida Grillo a chi ha avuto modo di parlare con lui. L’irritazione del fondatore più che per la mossa di Conte è - come spiegano alcune fonti - «per i toni arroganti di chi non cerca il dialogo ma pone aut aut».
conte grillo
La posizione di Giuseppe Conte
Lui, Grillo, nella giornata precedente aveva fatto capire di essere pronto a sedersi a un tavolo. Aveva addirittura messo nero su bianco in una e-mail i punti su cui era disposto a trattare. E nonostante le incomprensioni aveva tentato anche la carta della telefonata diretta. Ora i dubbi — anche in chi gli è vicino — serpeggiano.
«Come si fa a parlare di diarchia se il leader decide tutto?». Il «prendere o lasciare contiano» lo ha ulteriormente alterato, anche se poco dopo la fine della conferenza stampa dell’ex premier tra i Cinque Stelle iniziano a girare voci sul fatto che la presa di posizione di Conte sia più ad uso dei media e che lo statuto che l’ex premier manderà a Grillo accolga alcune eccezioni mosse dal garante, più di quante in realtà trapelino dai pontieri del Movimento.
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Crimi si muoverà solo «in accordo» con Grillo
Il destino dello statuto contiano è nelle mani di Vito Crimi, che — secondo l’articolo 6, comma C — in qualità di membro anziano del Comitato di garanzia ha il potere di convocare l’assemblea per varare le nuove regole. Serviranno per la convocazione degli iscritti in ogni due settimane che si preannunciano a dir poco infuocate. Crimi, in odore di un ruolo di primo piano anche nel Neo M5S (mossa che sta già creando mal di pancia interni), però non vuole forzare la mano per la votazione. Da ambienti vicino all’ormai ex reggente si fa notare come Crimi «si muoverà solo in accordo» con Grillo.
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Lo scontro Conte-Grillo e la reazione dei big del M5S
Nessun colpo di mano nei confronti del garante, quindi. E Grillo ha tempo per meditare una risposta. Stavolta con l’ex premier non ci sono contatti diretti. Si parla di un video, di un post e di una pubblicazione a stretto giro, ma con il passare delle ore si ha l’impressione che Grillo voglia fa sedimentare la collera, scoprire le carte di Conte e decidere solo in un’ultima istanza cosa fare.
Chi lo conosce bene è convinto che alla fine il padre nobile dei Cinque Stelle non romperà con Conte (e la voce comincia a girare a a tarda sera in modo sempre più serrato, forse come auspicio, proprio in ambienti Cinque Stelle). Parlano tutti i big: da Roberto Fico a Luigi Di Maio (e anche Alessandro Di Battista che dalla Bolivia ricorda il suo addio per motivi politici, non statutari). Ma il garante tace.
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Le divergenze tra Grillo e Conte
«Questo silenzio ci sta uccidendo», si lascia andare a a tarda sera un parlamentare che spera in una rapida conclusione. Di sicuro a Grillo non sta bene di essere marginalizzato o peggio ancora di dare l’impressione di essersi arreso su tutta la linea contiana. «I punti di divergenza non erano nemmeno così eclatanti come ha fatto sembrare Conte», c’è chi sottolinea.
Un modo forse per accorciare le distanze tra i due. E in fondo quello che appare sempre più chiaro è quanto il fondatore tenga al suo ruolo (inalterato) di garante. E forse il punto di caduta di questo braccio di ferro potrò essere proprio lì, in qualche posizione più addolcita. Di sicuro, però, nessuno aveva mai sfidato Grillo così nel Movimento. E tra i Cinque Stelle da sempre vige una regola non scritta: «Chi si mette contro Beppe perde». Ora bisognerà capire se il garante raccoglierà il guanto di sfida o se deciderà che il matrimonio con Conte per i Cinque Stelle non s’ha da fare.
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