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    GRILLO E LA TRASPARENZA DIMEZZATA: DICE IL DONO E NON IL DONATORE (COSI’ SIAMO BUONI TUTTI!)


     
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    Emiliano Luzzi per "Il Fatto Quotidiano"

    La sproporzione dei costi per la campagna elettorale è evidente: il Partito democratico ha speso 6,5 milioni di euro. Costo che - dicono - è contenuto rispetto al dato del 2008, quando di milioni ne sborsarono 8 milioni e 860.000. "Anche potendo spendere di più non lo avremmo fatto. La nostra è una scelta politica", ha avuto modo di dire il tesoriere del Pd Antonio Misiani. Il Pdl, in questi anni, ha chiesto a Berlusconi fideiussioni bancarie per 180 milioni di euro, sempre per raccogliere voti.

    GRILLOGRILLO

    Nel valzer delle cifre, se la ride da Genova il leader del Movimento 5 stelle che ieri sul blog ha pubblicato le spese per lo Tsunami tour: 348.506 euro. Niente. E nei capitoli di spesa, la voce più importante è quella relativa alle consulenze legali e tributarie. Il resto delle voci importanti lo fanno il pagamento delle spese per il comizio in piazza San Giovanni, a Roma (52.000 euro) e le sponsorizzazioni su Internet.

    Beppe GrilloBeppe Grillo

    In tutto questo, anche Grillo, a una domanda, comunque, dovrà rispondere: la sua campagna elettorale ha ricevuto donazioni per 774.208 euro, ma sul sito, è prevalsa la logica di non citare coloro che hanno finanziato il Movimento per "rispetto della privacy". Cosa che non ha fatto Matteo Renzi, per esempio, che ha rendicontato il gruzzolo raccolto per le primarie (quasi) fino all'ultimo euro.

    Beppe GrilloBeppe Grillo

    Al contrario di Bersani, invece, che sull'argomento ha taciuto. Da Grillo la gente si aspettava nomi che non sono arrivati, ma non è escluso che coloro che hanno dato il consenso, siano in una seconda lista che verrà. E sulle polemiche pesa anche la presa di posizione della Casa della legalità, movimento da sempre vicino a Grillo che parla di una serie di "omissioni pesanti nella rendicontazione".

    RENZI MATTEORENZI MATTEO

    In particolare si riferiscono alle spese sostenute dalle "sezioni locali" che hanno organizzato di volta in volta le tappe dello Tsunami e hanno pagato di tasca loro. E tutto questo, nel bilancio on line, in effetti non compare.

    ANTONIO MISIANIANTONIO MISIANI

    IL leader 5 stelle replica alla sua maniera ai dubbi: "Abbiamo fatto una bella cosa, aspettiamo di farne delle altre. Lo facciano anche i giornali, i partiti. Si chieda a Riotta di rendicontare l'ultimo giornale dove è andato. I soldi che avanzano se li è imboscati Casaleggio", dice ridendo, "con 200 euro lì e 300 là, si fa la giornata". Grillo poi ringrazia i circa 20 mila donatori, 27.943 per l'esattezza.

    grillo casaleggiogrillo casaleggio

    Il leader dei 5 Stelle conferma che la differenza tra soldi raccolti e spesi "andrà ai terremotati emiliani", la storica base elettorale di Grillo, il luogo - Bologna - da dove quella che sembrava una follia per pochi è iniziata.

    "Poi vedremo se con un progetto - spiega - o se dare un assegno al Comune più disagiato. Lo decideremo insieme". Grillo propende per la seconda opzione, "perché l'abbiamo visto a L'Aquila, poi passa troppo tempo. Facciamo un assegno, andiamo lì lo consegnamo e facciamo una foto o un filmatino. La cosa meravigliosa siete stati voi - aggiunge - con donazioni di 10-20 euro in media".

    GIANROBERTO CASALEGGIOGIANROBERTO CASALEGGIO

    Le spese affrontate sono elencate nella pagina creata appositamente dallo stesso Grillo e spiegano nel dettaglio ogni centesimo speso: 5.005,20 euro per la progettazione grafica; 59.562,47 euro per i manifesti elettorali; 10.540,84 euro per lo streaming; 4.826,25 euro per il lavoro dei videomaker; 140.749,23 per la consulenza legale e tributaria; 10.445,24 euro per gli spostamenti dello Tsunami Tour; 1.510,08 euro per gli spot elettorali; 50.000,00 euro per Google Adsense, il programma pubblicitario di Google; 3.603,00 euro per gli incontri di deputati e senatori dopo le elezioni

    Ora, Grillo, dalla sua Genova, pensa già al prossimo passo ed è naturale che la questione si sposterà sulla sua grande battaglia: quella del finanziamento pubblico ai partiti.

     

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