Emanuele Buzzi per “il Messaggero”
grillo conte casaleggio
Beppe Grillo torna a Roma e detta la linea al Movimento. Arrivato all'Hotel Forum il garante ha un lungo faccia a faccia con Giuseppe Conte, un incontro che si conclude malamente e che rimette in crisi la gerarchia stellata. L'arrivo dello showman è stato accompagnato da voci di possibili deroghe. Si parla di numeri piccolissimi, un micro-pacchetto che oscilla tra il 5 e il 10% di chi è al secondo mandato. Le voci hanno l'effetto di creare ansia tra i parlamentari che si sentono potenzialmente esclusi e di indispettire il garante, che si sente scavalcato: un mix che provoca la reazione di Grillo, che fa muro con Conte e poi incontra a Montecitorio i parlamentari, ribadendo la sua contrarietà alle deroghe.
GRILLO CRIMI DRAGHI
Il garante fa lasciare i telefoni in urna per evitare fughe di notizie, ma il suo discorso è chiaro. Grillo dice no a salvacondotti. E soprattutto, assicura che il M5S manterrà l'impegno con Draghi e «continuerà a sostenere il governo». Il garante punge i fuoriusciti dimaiani - «Non mi piace parlare di tradimento, dico semplicemente che non avranno prospettive...» - e assicura: «Io non abbandono nessuno».
giuseppe conte beppe grillo luigi di maio
L'idea che circola è che lo showman voglia impiegare nella struttura M5S (in primis alla scuola di formazione) gli stellati con due legislature alle spalle. Con il blitz alla Camera Grillo torna a dettare la linea politica scippandola a Conte e di fatto chiude l'esperienza politica di alcuni big M5S, come il presidente della Camera Roberto Fico e la vice di Conte Paola Taverna.
giuseppe conte beppe grillo
Il primo a «saltare» sarà Giancarlo Cancelleri, che avrebbe bisogno di un nullaosta entro dopodomani. Di fatto, nel giro di un pomeriggio Grillo fa tabula rasa dei 5 Stelle, un passaggio che rischia di avere conseguenze devastanti nelle prossime settimane. «Vedrete quanti lasceranno il M5S», commenta una fonte di primo piano. I big interessati dal doppio mandato per ora rimangono in silenzio. Ma le preoccupazioni non sono finite qui: il garante incontra anche il tesoriere Claudio Cominardi. Non è escluso che al centro del colloquio siano finite questioni economiche.
Le casse M5S sono in difficoltà e Conte al consiglio nazionale di domenica - e in precedenza anche all'ultima congiunta - ha provato a lanciare una proposta: invertire la quota destinata al partito (1.000 euro mensili) con quella destinata alle restituzioni (1.500 euro mensili).
giancarlo cancelleri
Così il Movimento avrebbe maggiore liquidità per affrontare la campagna elettorale e gli ultimi mesi di legislatura. «La verità è che dovremmo pensare in prospettiva, con la riduzione dei parlamentari e il calo dei consensi», commenta uno stellato. Che poi lancia il sasso. «Forse è il caso di rivedere le priorità e le spese inutili, a partire dalla sede». In serata, arriva il colpo di coda che lascia aperto un filo sottile alla trattativa: «I due mandati? Domani spiegheremo tutto...», dice Grillo rientrando in albergo con il capogruppo Davide Crippa. Tra gli eletti si riaccende una speranza per una micro deroga.
grillo conte