Marco Antonellis per Dagospia
luigi di maio matteo salvini
"Non succede ma se succede...". Questo è il mantra che aleggia tra i vertici Cinquestelle quando pensano a quello che potrebbe accadere la prossima settimana a proposito di un'eventuale crisi di governo. Già, perché stavolta il governo rischia grosso: si fanno sempre più insistenti rumors di possibili defezioni in casa Cinquestelle (Elena Fattori, Matteo Mantero, Virginia La Mura sono solo alcuni dei nomi che circolano in queste ore) defezioni che potrebbero tramutarsi in una vera e propria fronda perchè come raccontano quei pochi parlamentari che in questi giorni sono a Roma "ci sarebbero già diversi senatori pentastellati malpancisti che potrebbero uscire dall'Aula al momento del voto persino in caso di richiesta di fiducia da parte del governo".
elena fattori
Non per niente Giggino Di Maio con il solito audio "rubato" ha fatto prontamente sapere "urbi et orbi" che è intenzionato a punire (ovvero espellere) un bel po' di "gente interna che viene a mettere a soqquadro tutto, a mettere zizzania e crede di potere fare quello che vuole". Ecco, ora sapete con chi ce l'aveva. Ha voluto mandare un "avviso ai naviganti" in vista della prossima settimana, un avvertimento a chi pensasse di fare lo sgambetto al governo e provocare le dimissioni del Premier Conte.
Matteo Mantero
Ma i problemi per Giggino Di Maio potrebbero non finire qui perché se anche il governo ce la facesse a superare l'ostacolo rappresentato dal Sicurezza Bis e a siglare l'ennesima tregua armata con il Capitano leghista, a settembre ci sarebbero altre enormi grane per il "nostro", con l'arrivo del nuovo Capogruppo M5s alla Camera. Già, perchè bisognerà scegliere il successore al fedelissimo Francesco D'Uva che, stavolta, non sarà nominato dall'alto bensì tramite elezione interna (da parte degli stessi parlamentari).
Virginia La Mura
Il punto è che i due in "pole" per l'incarico attualmente sono Francesco Silvestri e Riccardo Ricciardi, assolutamente non di stretta osservanza dimaiana tanto da non aver mai fatto mancare critiche (il primo) ed essere addirittura considerato vicino ad Alessandro Di Battista (il secondo). Insomma, dopo il governo Di Maio rischia di "perdere" pure il Gruppo alla Camera.