Marco Carta per “il Messaggero”
CHAOUKI DJEDIDI
Pochi giorni fa il ritrovamento delle ossa umane presso il palazzo della Nunziatura, ritratto nel romanzo d'esordio «Gli indifferenti». Poi l' arresto dell' ex marito di una delle principali eredi, trovato con più di un quintale di hashish. A distanza di quasi 30 anni dalla sua morte, il nome di Alberto Moravia continua ad agitare le cronache romane.
Sabato mattina, a far parlare dello scrittore in un'aula di tribunale è stato lo chef marocchino Chaouki Djedidi accusato di spaccio di stupefacenti. L'uomo, ex marito di Gianna Cimino, nipote dello scrittore e membro del cda, insieme a Dacia Maraini, della onlus Alberto Moravia, giovedì mattina è stato sorpreso dai carabinieri di piazza Dante con un incredibile quantitativo di droga. In un box auto a Casal Bertone aveva nascosto 122 chili di hashish e 1,6 chili di marijuana, mentre nell' abitazione i militari hanno trovato altri 4 chili di hashish.
marina ripa di meana alberto moravia
Djedidi, difeso dagli avvocati Domenico e Matteo Cartolano, non ha risposto alle domande del pm d' aula Louella Santini e dovrà restare in carcere in attesa del processo, l'ennesima grana giudiziaria, dopo il rinvio a giudizio per molestie, risalente a qualche anno fa. A denunciarlo, in quel caso, era stata proprio l' ex coniuge Cimino, che poi aveva anche ritirato la querela, non riuscendo, però, ad interrompere l' iter del procedimento.
GIANNA CIMINO NIPOTE DI ALBERTO MORAVIA
Nato nel 1973, Djedidi non ha mai potuto conoscere «zio» Alberto Moravia, che grazie a Toni Maraini, sorella della sua compagna Dacia, aveva invece stabilito un legame forte proprio con il Marocco. «Alberto era innamoratissimo dell' Africa - ricorda lo scrittore e amico Renzo Paris - fin da quando aveva chiesto a Galeazzo Ciano di andare a seguire la guerra fascista per scrivere un reportage. Non avrebbe, però, mai potuto immaginare di finire in cronaca. Di certo, del giallo della Nunziatura ne avrebbe fatto subito argomento di uno dei suoi racconti romani. Magari necrofilo».
CHAOUKI DJEDIDI