GUARDIOLA INCREDULO DOPO LA CINQUINA DI LEWANDOWSKI
Giulio Cardone e Andrea Sorrentino per “la Repubblica”
Carlo Ancelotti va al Bayern e il Manchester United pensa a Max Allegri. Sintesi: il calcio italiano arranca, i nostri tecnici invece sono sempre stimatissimi all’estero, top club compresi. Carletto si gode l’anno sabbatico ma dal 2016 tornerà in panchina raccogliendo l’eredità di Guardiola: «Il 19 dicembre saprete tutto», annuncia Rummenigge.
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E in effetti la società tedesca è stata correttamente informata da Pep: ha firmato con il City, a Manchester nascerà e si svilupperà un super club modello Barcellona. Compresa l’Academy stile Masìa, tutto sotto la direzione di Guardiola.
Lo hanno convinto i dirigenti spagnoli (non a caso ex Barça) Soriano e Begiristain, con un progetto a lunga scadenza e uno stipendio da capogiro, oltre 10 milioni all’anno. Poi gli hanno promesso che faranno di tutto per portare al City l’allievo prediletto, un certo Messi.
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Sì, lo sceicco Mansour è disposto a pagare quella follia di clausola da 250 milioni di euro. Concluso il corteggiamento a Pep, è iniziato quello alla Pulce: gli offrono la luna, ovviamente, lui non sa se accettare. Il Fisco spagnolo lo insegue ma Leo resta legatissimo al Barcellona e alla Catalogna, sua patria d’adozione.
Così come il rivale Cristiano Ronaldo è innamorato del Real Madrid, nonostante Benitez: ma ora l’offerta del Manchester United — oltre 20 milioni all’anno solo d’ingaggio — lo sta facendo tentennare. E per il club di Florentino Perez sono pronti 130 milioni. Ma questa è un’altra storia.
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Intriga di più quella legata a Carletto e Max. Il primo è stato a lungo indeciso se accettare la corte del Bayern: mica facile arrivare dopo Guardiola, con la Champions da conquistare a tutti i costi perché vincere il campionato in Germania è scontato. Alla fine si è convinto, Ancelotti. A giorni l’incontro per mettere nero su bianco, ma Rummenigge è certo che non ci saranno colpi di scena.
Per il tecnico emiliano è pronto un triennale da 8 milioni netti a stagione più i premi: anche la Germania, quindi, dopo le esperienze in Italia, Inghilterra, Francia e Spagna. E’ il nostro top manager per eccellenza, l’uomo in grado di gestire col sorriso le star più capricciose. Per questo Perez si è pentito di aver rinunciato a lui per affidare il Real a Benitez.
ALLEGRI
Alla Juve invece, dopo le frecciate delle scorse settimane, adesso coccolano Allegri: «Mai avuto dubbi su di lui — assicura Marotta — siamo contenti del suo lavoro. Condivido il suo pensiero sulle nostre ambizioni in Europa. Anche su Morata le sue scelte sono condivisibili». Insomma una promozione totale ma in tempi sospetti, perché le voci di un possibile addio da parte di Max a fine anno sono arrivate ai dirigenti bianconeri.
Il Manchester United sta pensando a lui per la sostituzione (quasi scontata) di Van Gaal: di Allegri, che si è affidato al manager Branchini, tra i più influenti al mondo, piacciono il gioco, lo stile, il coraggio. E l’inglese già lo parla. Il livornese andrebbe di corsa, però ha un contratto fino al 2017 e la Juve pretende che lo rispetti: troppo complicato sostituirlo.
antonio conte e massimiliano allegri
Scarsissima la voglia di un braccio di ferro con i nemici della Fiorentina per Paulo Sousa, e l’idea di tornare da Conte non fa impazzire (eufemismo) Agnelli. A proposito del ct azzurro: lo vogliono Roma (già due incontri con Sabatini) e Milan, lui non trascura la pista straniera. Altra storia affascinante, soprattutto se all’Europeo la sua Italia farà strada.
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