DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Maria Rita Montebelli per “il Messaggero”
jovanotti e la figlia teresa 4
Jovanotti ha pubblicamente raccontato la storia di Teresa, l'amatissima figlia che a 22 anni, nell'estate 2020, ha ricevuto la diagnosi di linfoma di Hodgkin. Un tumore del sistema linfatico. Nei primi mesi del 2021, l'annuncio della guarigione.
Sempre contro un cancro del sangue, negli ultimi tempi, ha lottato e lotta Sinisa Mihajlovic, l'allenatore del Bologna, trattato per una leucemia mieloide acuta nel 2019. Chemio e trapianto di midollo da donatore non familiare.
«Quel giorno sono nato per la seconda volta» il commento di Sinisa. Lo scorso marzo, è stato lui stesso a parlare di una recidiva e di un nuovo progetto di cura, che questa volta prevede un'infusione di Car-T, i linfociti del paziente ingegnerizzati per diventare soldati contro la leucemia.
Poi, nei primi mesi dell'anno, è stata la volta di Alessandro Baricco, scrittore, che attraverso i social ha informato tutti di avere una leucemia mielomonocitica cronica. E che si sarebbe sottoposto a trapianto di cellule staminali donate dalla sorella Enrica. «Donna - ricorda il romanziare - che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso». Dopo tre settimane dal trapianto all'Istituto Candiolo vicino a Torino è tornato a casa.
IL CORAGGIO Qualche giorno fa, il musicista Giovanni Allevi, ha scritto che stava cercando di tradurre in note questa parola «dal suono dolce, ma non per questo meno insidiosa»: mieloma. Da tre mesi soffriva di un terribile mal di schiena. Dopo esami e controlli si è scoperto di avere un mieloma, è un tumore che colpisce un tipo particolare di cellule del midollo osseo, le plasmacellule.
Sono i volti noti (che hanno avuto il coraggio di raccontarsi) delle malattie onco-ematologiche, tumori del sangue: 30 mila nuovi casi l'anno in Italia, che colpiscono a tutte le età. Anche se, con poche eccezioni, si presentano più frequenti nell'anziano.
Grazie alla ricerca adesso i pazienti hanno più probabilità di guarire o convivere per anni con la malattia grazie a una buona qualità di vita. Il nostro Paese può contare su un'Ematologia tra le migliori del mondo. E non da oggi. Un luminare del campo è stato il professor Franco Mandelli fondatore, tra l'altro, dell'Associazione Italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma (Ail.it) che ieri ha celebrato Giornata Nazionale per la lotta contro queste patologie. Mandelli aveva intuito con chiarezza l'importanza, oltre che della ricerca e della cura, anche del volontariato. E quest' anno l'Ail è anche impegnata nell'ambito del conflitto in Ucraina per consentire ai malati di curarsi nel nostro Paese e per inviare materiale sanitario richiesto dagli ematologi «con i quali siamo in contatto», come ha ricordato il presidente Pino Toro ricevuto con una delegazione al Quirinale da Sergio Mattarella.
L'INSEGNAMENTO Oggi i volontari dell'associazione superano di poco i ventimila, solo a Roma se ne contano 1670. «Il professor Mandelli ricorda Maria Luisa Rossi Viganò, Presidente di Ail Roma mi ha insegnato a essere una volontaria. E a osare, come lui ha fatto sempre nel corso della vita. Oggi ci troviamo un impero costruito da lui per il pubblico, per gli ospedali, per le case alloggio, per tutto quello che serve a traghettare le persone dallo status di malato a quello di guarito. Perché di guariti oggi ce ne sono molti».
Due sono le ultime realizzazioni di Ail Roma a favore dell'Ematologia del Policlinico Umberto I, diretta dal professor Maurizio Martelli: il nuovo Pronto soccorso di Ematologia di via Benevento e il Giardino di Silvana, un abbraccio che i volontari dell'Ail hanno voluto donare ai malati e ai loro familiari per rendere meno dura l'attesa tra un prelievo e una visita. Un piccolo spazio fiorito e profumato, intitolato alla dottoressa Silvana Bedini, assistente per oltre 30 anni del professor Mandelli e volontaria Ail.
Che ha voluto, con un lascito testamentario, proiettare il suo impegno al di là dei confini della sua vita.
LE SALE «Il Pronto soccorso ematologico di via Benevento, oggi diretto dal dottor Corrado Girmenia ricorda la presidente Viganò - è un'interfaccia diretta tra struttura ematologica e territorio che assiste sia i pazienti già seguiti per malattie del sangue, che le persone con sospetta nuova diagnosi. Offrendo loro una corsia preferenziale». Il nuovo pronto soccorso Ematologico dell'Umberto I, inaugurato alla presenza di Alessio D'Amato, assessore alla Sanità della Regione Lazio e di Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali e alla salute di Roma Capitale, è dotato di 6 sale a un letto, 5 box a un letto e un open space per 3-4 barelle. Ogni anno sono oltre 2.400 gli accessi al pronto soccorso ematologico dell'Umberto I, che segue attualmente circa 2.500 pazienti in terapia attiva.
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