MANFRED WEBER INCONTRA GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI - 11 NOVEMBRE 2022
1. DAGONEWS
Il rapporto di naturale simpatia che intercorreva tra Giorgia Meloni e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, si è affievolito nel corso del tempo. Questo perché la Ducetta, grazie all’intermediazione di Antonio Tajani, ha creato un rapporto diretto con il presidente del Ppe, Manfred Weber.
Il tedesco, fiutando un cambiamento dei futuri assetti al Parlamento europeo, dopo le elezioni del 2024, ha immediatamente sfruttato l’occasione per stringere un legame con la Ducetta.
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Tendere la mano al governo italiano può servire a Weber per realizzare il suo sogno segreto (ma manco troppo): diventare presidente della Commissione europea al posto di Ursula Von der Leyen, alla guida di una coalizione Ppe-Conservatori. La convergenza di interessi tra Weber e Meloni ha creato molto malcontento in colui che l’ha favorita, cioè Tajani.
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Sentendosi scavalcato dal rapporto diretto tra i due, che ora fanno a meno della sua intermediazione, il ministro degli esteri guarda con favore a una candidatura di Roberta Metsola alla guida della Commissione europea. La sua idea, oltre a un personale risentimento, è che avere una maltese ai vertici dell’organo esecutivo di Bruxelles sia più utile all’Italia. Roma avrebbe più influenza su una leader di un piccolo Paese che sull’ennesimo tedesco.
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI
La suggestione Metsola, ovviamente, scontenta i crucchi del Ppe, che pur non volendo Weber, considerato troppo spostato a destra, preferirebbero mantenere Ursula, e con essa il vecchio status quo dell’alleanza con i Socialisti e i Liberali di Macron.
L’aria che tira all’interno del Ppe è che se da un lato si è consolidato un orientamento favorevole a un futuro accordo con Ecr (nessuno più lo esclude visto il probabile exploit elettorale dei conservatori), grosse spaccature permangono sul nome da proporre.
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2. VOTO TRA UN ANNO PER GLI EURODEPUTATI E LA METSOLA GIÀ INIZIA A SCALPITARE
Estratto da “la Verità”
«È giunto il momento di riformare, di cambiare, di continuare ad ascoltare, a spiegare e a dare risultati. Per riconquistare il senso di speranza e di possibilità che l’Unione europea offre. Avete la possibilità di scegliere. Dal 6 al 9 giugno 2024. Votate». Roberta Metsola, il presidente dell’Eurocamera del Partito popolare europeo, ha aspettato pochi secondi dall’annuncio ufficiale della data del voto ed è entrata subito in campagna elettorale con un video pubblicato su Twitter.
MANFRED WEBER ABBRACCIA URSULA VON DER LEYEN
[...] Il Parlamento europeo aveva proposto di anticipare le elezioni nella forchetta 23-26 maggio ma su queste date, né su qualsiasi forchetta alternativa, è stato impossibile, almeno fino a questo momento, trovare un accordo unanime.
Come funziona? L'atto elettorale prevede che le date corrispondano a quelle delle prime elezioni del Parlamento europeo (7-10 giugno 1979), che per il 2024 si tradurrebbe nel 6-9 giugno. Ove risulti impossibile tenere le elezioni nella cosiddetta default date, il Consiglio può stabilire un periodo alternativo (all’unanimità e consultato il Parlamento europeo). Per stabilire un periodo alternativo occorre, oltre al parere obbligatorio dell'Eurocamera, anche l’unanimità degli Stati membri.
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Ma, salvo colpi di scena dell’ultim'ora, è pressoché impossibile che la proposta di votare tra il 23 e il 26 maggio, stesse date che furono scelte per il voto nel 2019, ottenga il sì unanime dei 27. [...]
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