1 – STELLANTIS CONTRO L'ELETTRICO TAVARES: «IMPATTO INGESTIBILE»
Pierluigi Bonora per “il Giornale”
carlos tavares
Da una parte, il Salone dell'auto di Parigi - visitato il giorno dell'apertura, ieri, dal presidente francese Emmanuel Macron - che espone una serie di novità elettriche ed elettrificate; dall'altra, notizia di queste ore, la «furbata» della Commissione Ue che ha anticipato al 27 ottobre la chiusura delle negoziazioni interistituzionali sulla nuova stretta alle emissioni di CO2 per i veicoli. Inizialmente il termine era stato infatti fissato al 6 dicembre. A Bruxelles, in proposito, c'è già chi interpreta lo spostamento della data approfittando anche del varo del nuovo governo italiano, per tagliarlo così fuori dalle consultazioni.
auto elettriche
Regista dell'operazione è il vicepresidente della Commissione Ue, l'olandese Frans Timmermans, forte sostenitore del piano che prevede la produzione di soli autoveicoli elettrici dal 2035. In questo modo, Timmermans intende presentarsi alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima di metà novembre, in Egitto, con - dalla sua - un risultato concreto da sbandierare.
E proprio all'Ue ieri si è nuovamente rivolto con toni duri l'ad di Stellantis, Carlos Tavares. Dal Salone di Parigi ha infatti ribadito come in Europa si fanno «politiche che stanno uccidendo il futuro della mobilità e la decisione dogmatica di vendere solo auto elettriche nel 2035 ha conseguenze sociali ingestibili». E qui entra in gioco anche la stringente normativa Euro 7 per i motori endotermici. Secondo l'ad di Stellantis è «da cancellare in quanto richiede energie e risorse da destinare invece all'elettrico; un nuovo step al 2027/2028 non ha infatti senso se si punta sul tutto elettrico. Occorre pragmatismo».
CARLOS TAVARES JOHN ELKANN - STELLANTIS
Il commento di Andrea Taschini, manager automotive, sulla posizione di Tavares riguardante il nodo Euro 7: «Provocatoriamente l'ad di Stellantis ci sta dicendo che non si possono investire miliardi per una motorizzazione già condannata dal legislatore, mettendo così in guardia la politica sul possibile fallimento dell'iter elettrico senza un serio piano B disponibile».
L'altro allarme lanciato da Tavares è sulla Cina. «Non c'è motivo - puntualizza - che si renda l'accesso al mercato europeo facile per i costruttori cinesi (tra i protagonisti, tra l'altro, sugli stand di Parigi, e pronti a entrare pesantemente con i loro prodotti concorrenziali nel Vecchio continente ndr) senza avere in cambio il contrario. Serve reciprocità».
auto elettriche
La domanda posta dal top manager: «Se il mercato continua a ridursi per le politiche contro l'uso dell'auto, quale sarà il futuro del settore europeo?». «Sulla mobilità elettrica - ha aggiunto - i leader politici non dovrebbero prendere decisioni scientifiche, ma bisogna garantire alla classe media di poter comprare un'auto. Vanno ridotti i costi dell'elettrico, chiedendo per questo sostegno che va dato anche per resistere alla concorrenza cinese. E ci vogliono incentivi per le vetture ibride».
Sulla Cina, il presidente Macron, nel suo intervento al Salone, ha sottolineato l'importanza di incoraggiare l'acquisto di vetture elettriche di fabbricazione europea di fronte alla concorrenza di Pechino e degli Usa». Tavares si è infine detto fiducioso che la crisi dei chip possa risolversi nel 2023.
2 – LA MOBILITÀ ELETTRICA AL SALONE DI PARIGI DIVIDE MACRON E TAVARES
Bianca Carretto per il “Corriere della Sera”
CARLOS TAVARES EMMANUEL MACRON
Dopo quattro anni di assenza si sono riaperte le porte del "Mondial de l'auto", a Parigi con la defezioni di molti costruttori, contrapposte all'arrivo, in massa, dei cinesi. La presenza del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha messo in evidenza quanto l'Eliseo stia sostenendo l'industria di casa: «Vogliamo fare della Francia un grande territorio automobilistico del domani».
Il presidente domenica sera aveva incontrato all'Eliseo tutti i big del settore, tra cui Luca de Meo, il manager alla testa di Renault, e Carlos Tavares, ceo di Stellantis, per discutere i temi che agitano l'industria automobilistica, dalla carenza di chip al divieto, dal 2035, di vendere auto nuove dotate di motore termico. «La decisione dogmatica che è stata presa (dall'Unione europea, ndr) di vendere solo elettrico nel 2035 ha conseguenze sociali ingestibili», ha detto il ceo Stellantis, Carlos Tavares. E ancora: «In Europa si fanno politiche che stanno uccidendo il futuro della mobilità».
john elkann – quotazione stellantis
Dal canto suo Macron vuole accompagnare i suoi costruttori, Renault e Stellantis, sostenendoli verso l'elettrificazione tanto da portare il bonus a 7.000 euro per accelerare le vendite, promettendo che, dal 2030, ogni mese verranno installate almeno 400mila stazioni di ricarica, in ogni angolo del Paese. Ha chiesto anche «una politica massiccia per reindustrializzare tutta l'Europa», compresa l'Italia, completamente assente al Mondial, poiché nessun brand italiano era presente nello stand Stellantis.
EMMANUEL MACRON CARLOS TAVARES
De Meo ha illustrato a Macron le quattro priorità del marchio Renault a cui vuol ridare «uno status di innovazione» con l'elettrificazione di tutta la gamma, una politica commerciale basata sul valore, l'importanza dell'internazionalizzazione, senza dimenticare la riconquista del segmento C. La 4L elettrica, presentata in una versione concept, anticipo della vettura di serie del 2025, trasmette un chiaro messaggio: la nuova Renault 4 sarà un suv del segmento B che vale il 50% del mercato odierno, senza scontrarsi con la R5 elettrica, una cittadina che condivide la piattaforma Cmf-Bev che Renault utilizza in comune con Nissan.
auto elettriche 2
Dacia ha mostrato una nuova identità di marca, essenziale, robusta, economica ed ecologia. Alpine ha adottato una visione futuristica, Mobilize privilegia la condivisione di un quadriciclo elettrico chiamato Duo e un servizio di ricarica ultraveloce battezzato Mobilize Fast Charge. Per i futuri rapporti con Nissan ha confermato che un nuovo accordo sulla struttura e la governance sarà possibile entro poche settimane, per «rendere questa alleanza più facile da gestire».
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