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Estratto dell’articolo di Federico Novella per “la Verità”
guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2023
Guido Crosetto, ministro della Difesa, sembra che in cima alla discussione pubblica ci sia ancora il clima impazzito. Secondo il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, «si dovrebbe ammettere che il negazionismo climatico non è differente rispetto ad altri tipi di negazionismo». Un colpo di sole?
«Bonelli è il Timmermans italiano. Ai grandi statisti si intitolano strade e piazze, mentre a Timmermans intitoleremo dei cimiteri. Ma Timmermans non me ne voglia.
Parlo, naturalmente, in senso figurato».
Nel senso che ci porterà a sbattere?
TIMMERMANS HA UN CETRIOLONE PER VOI
«Quelli come Timmermans e Bonelli si pongono l’obiettivo giusto, ma con metodi irragionevoli. Pensare che attività industriali profondamente diverse, dai produttori di angurie alle acciaierie, possano raggiungere tutte insieme l’impatto ambientale zero, è pura, anche se lucida, follia. Eppure, questi signori insistono: qualcuno perché ha i paraocchi, qualcun altro, come Bonelli, perché convinto di guadagnarci qualcosina in termini di consenso. Ma parliamo, in quest’ultimo caso, di uno zero virgola».
Dunque, si persevera con un’impostazione controproducente?
«Esattamente. Caricando questa discussione di ideologia, per paradosso, questi personaggi stanno facendo soltanto del male al nostro pianeta. Una volta che avremo distrutto un quarto dell’industria europea per regalarlo alla Cina, come pensate che reagirà la gente? Per reazione, tutti odieranno ogni buon proposito ambientale, associando le battaglie sul clima alla perdita secca di posti di lavoro. Insomma, se vogliamo salvare l’ambiente, l’ideologia di Timmermans è il classico esempio da non seguire».
giorgia meloni e guido crosetto con il cappello degli alpini a udine
[…] Se in Europa dovesse vincere l’asse popolari-conservatori, crede davvero che l’ambientalismo estremo di questi anni sarà consegnato ai libri di storia?
«Sì, perché altrimenti l’industria europea sarebbe condannata. Ammaineremmo la bandiera blu con le stelle per sventolare la bandiera bianca. Diventeremmo una succursale cinese. Eppure, in questi giorni, sento in giro troppe invettive e poche analisi strategiche».
Per esempio?
«Qualcuno si sta forse chiedendo qual è la catena di materie prime necessarie per realizzare la filosofia “green”? Qualcuno è consapevole che il 70% di quelle materie prime è in mano alla Cina? Consegnarsi economicamente a Pechino, salvo poi sui tavoli multilaterali preoccuparsi della sua politica aggressiva, è semplicemente schizofrenico».
ANGELO BONELLI CON DUE SASSI ALLA CAMERA
Anche in Africa, lei sembra spaventato più dall’avanzata della Cina che dalla Russia.
«Sì, perché la Russia si muove attraverso la Wagner, in sostanza una società di mercenari che lavora solo per fare soldi: offre soldati e prende miniere. La Cina, invece, occupa politicamente, insedia la propria manodopera, sfrutta le ricchezze in modo sistematico, mette sotto controllo le istituzioni. Pechino si muove con una proiezione a 30-40 anni, adottando una prospettiva temporale che noi occidentali abbiamo disimparato».
[…] Passiamo ai guai di casa nostra. Sbloccata la quarta rata del Pnrr, lei ha proposto di blindare gli obiettivi del Piano europeo con fideiussioni quando si finanziano opere pubbliche. Non c’è il rischio che le imprese fuggano?
«Trovo che sia una proposta logica, peraltro obbligatoria in molti Paesi. Lo Stato non può affidare un’opera pubblica e poi rischiare di non vederla realizzata per tempo.
La tagliola sul Pnrr è implacabile: se non rispetti le regole, devi restituire i soldi all’Europa. Sono le imprese che devono garantire le scadenze, lo Stato non può accollarsi responsabilità non sue».
Sono anche le banche a frenare le opere?
«Il Pnrr non riguarda solo lo Stato, ma tutto il sistema. Devono esserci aziende in grado di finire i lavori, un sistema bancario che assiste le imprese e, infine, lo Stato che paga e controlla che tutto sia fatto bene».
[…] Se esiste il terrore della reazione di certa magistratura, come potrà mai nascere una riforma vera della giustizia?
«Su questo tema, mi hanno sconvolto i libri di Matteo Renzi e Luca Palamara, Il Mostro e Il Sistema, due titoli che dicono già moltissimo, invito tutti a leggerli. I contenuti clamorosi di questi due libri non sono stati smentiti da nessuno: semplicemente, è calato il silenzio.
Leggendoli, ho avuto la conferma di qualcosa che avevo già intravisto: ci sono persone, in Italia, che si muovono mistificando la verità e la trasformano in uno strumento per colpire nemici politici o professionali attraverso azioni giudiziarie.
Non è un problema che tocca tutta la magistratura ma solo alcune persone ideologicamente militanti. Queste non sono opinioni, ma fatti che meriterebbero anche una commissione d’inchiesta parlamentare. La prima ad avviare delle indagini serie, a tutela dei magistrati perbene, doveva e dovrebbe essere proprio l’Anm».
Dunque?
«Al di là della necessità della riforma della giustizia, che il mio collega e amico Nordio sta portando avanti nel migliore dei modi possibili, senza alcuna invasione di campo mi chiedo: come è possibile che certe storture possano accadere, e come possiamo avere gli anticorpi per evitare tutto questo?
guido crosetto antonio tajani vertice nato di vilnius
Nel momento in cui affidiamo a uomini dello Stato poteri enormi sulla libertà delle persone, chiediamoci “quis custodiet custodies”, chi controlla i controllori? Una discussione politica, e non ideologica, in modo bipartisan andrebbe fatta. Ammetto di essere un po’ stufo del fatto che, in Italia, le cose importanti finiscono puntualmente ingoiate nella canea dello scontro politico».
Circolano voci di una futura «Fiuggi bis» per Fratelli d’Italia. Toglierete la fiamma dal simbolo, e quindi procederete con il varo di un nuovo partito conservatore?
«Giorgia Meloni è da anni la leader dei conservatori europei, anche se ogni volta le chiedono un passo in più. Inutile parlare di simboli: in realtà la rivoluzione sui contenuti, dentro Fdi, c’è già stata. La casa dei conservatori europei è già in piedi, e discutere di come riverniciare la facciata non ha molto senso».
LUCA PALAMARA - OLTRE IL SISTEMA
I giornali stanno ricamando sull’idea di un prossimo rimpasto di governo, con alcuni ministri proiettati verso il seggio europeo. Cosa c’è di vero?
«Sono preso, ogni giorno, a occuparmi del mio dicastero. Non vado praticamente mai in tv e sono parco nel concedere interviste. Lavoro dalla mattina alla sera, e lascio i gossip sui rimpasti ai corridoi da Transatlantico».
PAOLO GENTILONI URSULA VON DER LEYEN FRANS TIMMERMANS guido crosetto a otto e mezzo
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