Francesco Olivo per “la Stampa”
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Guido Crosetto ritiene di essere titolato nel difendere Giorgia Meloni, perché pur essendo uno dei fondatori di Fratelli d'Italia non viene dal Msi (ma dalla Dc) e oggi ha lasciato la politica, pur restando uno dei consiglieri più ascoltati della leader.
Fdi ha un problema con il passato?
«Da adesso fino alle elezioni del prossimo anno vedremo questo mantra. Fino a qualche giorno fa il nemico era Salvini, neutralizzato lui, adesso tocca al prossimo. D'altronde lo abbiamo già visto in passato con Berlusconi, Renzi e appunto Salvini. C'è un metodo, con il quale si fa politica e si vincono le elezioni».
Crosetto Meloni
In cosa consiste, secondo lei, questo metodo?
«Prima si parte con le accuse di fascismo e o di conflitto di interesse. E poi parte la magistratura».
Succederà anche a Fdi?
«È un anno che lo dico a Giorgia, così come lo dissi a Renzi. Esiste un problema di democrazia, ma non per colpa di Fdi».
Ha funzionato il metodo?
«Sempre. È drammatico perché non consente il confronto sulle idee. È un metodo che costringe la politica a non migliorarsi: io vinco perché distruggo l'avversario».
GUIDO CROSETTO E GIORGIA MELONI
Per affrontare il pericolo che lei denuncia, si potrebbero dire parole chiare sul fascismo e sul 25 aprile.
«Fini lo fece, dicendo, "ditemi cosa dovrò rinnegare e lo faccio", ma non è servito».
Lei ha ascoltato il comizio di Meloni alla manifestazione di Vox, il partito dell'estrema destra spagnola?
«Sì. Tutti i 19 minuti e non solo i pochi secondi di cui si parla».
Cosa ne pensa?
«Conosco i ragionamenti che fa Giorgia. La cosa che le ho detto è che quando urla troppo distrugge qualunque cosa stia dicendo».
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E nel merito?
«La famiglia naturale è presente nella Costituzione».
E la lobby gay?
«Ha detto lobby Lgtb, che è un'altra cosa. Anche all'interno della comunità omosessuale e delle femministe questi sono temi di discussione. Chi parla di omofobia, non vuole confrontarsi. Lo dico in maniera un po' secca: sui temi etici Giorgia fa i ragionamenti che fa Papa Francesco».
Si può arrivare così a Palazzo Chigi?
«Non stiamo parlando di arrivare a Palazzo Chigi, ma di poter giudicare una persona senza che le si scarichino addosso insulti».
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Meloni sta affrontando l'eredità fascista in Fdi?
«Quelli che sono nel partito sono passati da An e poi nel Pdl di Berlusconi. Giorgia è stata ministra, La Russa e Urso anche. Di che parliamo?».
Però a volte spuntano esponenti di Fdi facendo saluti romani o inneggiando al Duce. È un caso?
«Chi si alza con il braccio teso è come il mafioso che ti trovi nelle liste. Magari hai fatto di tutto, ma te lo ritrovi».
Meloni ha fatto di tutto per non averli?
«Ma certo».
Punisce i nostalgici?
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«Non vengono puniti, ma cacciati. Questi soggetti danneggiano più Letta o Meloni? Ovviamente Meloni».
L'alleanza con un partito come Vox non stride con questo percorso?
«Vox è una scissione del Partito popolare spagnolo. La Meloni è la presidente dei Conservatori europei e in quanto tale dialoga con chi fa parte di quel gruppo. Dialogare non vuol dire sposare le idee».
Il Pd accusa: Meloni usa un doppio linguaggio, relativamente moderato in Italia ed estremista in Spagna.
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«Quando vai a parlare a un congresso, ti accordi sugli argomenti da trattare».
Ma quello che si dice a Marbella si ascolta anche in Italia.
«Ma lei non è che dica cose diverse. Ripeto: è il tono che ha scatenato tutto questo casino».
Fratelli d'Italia ha vinto le amministrative?
«È l'unico partito che ha continuato praticamente ovunque il suo trend di crescita».
Fdi punta a Palazzo Chigi oppure a un'opposizione perenne?
«Si sta attrezzando ad avere una classe dirigente all'altezza, sia all'interno che all'esterno per un compito importante con gli altri partiti. Di essere presidente, però, Giorgia non fa la ragione della sua esistenza».