Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”
GUIDO CROSETTO VISITA I MILITARI ITALIANI A HERAT, IN AFGHANISTAN - SETTEMBRE 2010
Tutto da rifare: il mondo è cambiato e le forze armate italiane vanno rivoluzionate da cima a fondo. Il ministro Guido Crosetto lo ha detto ai parlamentari: «Se non ci fosse stata la guerra in Ucraina non ci saremmo posti il problema. Oggi bisogna tornare a prepararsi per il peggiore scenario possibile... ». Con molti più fondi per la Difesa, perché il 2 per cento del Pil fissato dalla Nato ormai è «soltanto il punto di partenza e invece pure in futuro sarà difficile raggiungerlo».
Con più militari, valutando di aumentare quelli in servizio e di creare una riserva di veterani pronta a essere mobilitata sul modello israeliano o svizzero. E soprattutto cambiando la gestione del personale, perché le carriere burocratiche premiano l’anzianità mentre il mestiere delle armi è per i giovani.
ESERCITO ITALIANO
Il ministro ha parlato a braccio, replicando una settimana fa alle domande di senatori e deputati delle Commissioni Esteri e Difesa. Lo ha fatto senza enfasi, in un clima di confronto eccezionalmente sereno con le opposizioni: «[…]ho trovato l’Aeronautica in buone condizioni, la Marina in una situazione abbastanza buona ma l’Esercito era tutto rosso, con gravi carenze accumulate negli scorsi anni. Le disposizioni Nato ci chiedono di schierare tre brigate ma non abbiamo i mezzi corazzati. In assenza di finanziamenti li abbiamo cannibalizzati, abbiamo tolto i pezzi da centinaia di veicoli e pure dagli aerei per far funzionare gli altri».
meloni crosetto
E Crosetto ha sottolineato come nei piani di spesa la voce che soffre di più è quella forse più importante: l’addestramento dei militari e la manutenzione, che nel 2024 saranno pure limati dalla spending review.
Sui tank – oggi ce ne sono circa cinquanta risalenti agli anni Novanta – e sui mezzi da combattimento cingolati è stato lanciato «con ansia » un programma multimiliardario, con l’aggiornamento degli Ariete e l’acquisto dei Leopard 2.
«Prima dell’Ucraina, eravamo concentrati sul peacekeeping, le missioni di pace con contingenti limitati. Rispetto al 2012 quando, tutti d’accordo, decidemmo di ridurre il numero dei militari ora abbiamo davanti ben altro...
SOLDATI ITALIANI IN LIBANO
Pensavamo di avere superato la fase in cui le forze armate dovevano svolgere il compito previsto dalla Costituzione ossia la difesa del Paese e fosse opportuno orientarci verso una sorta di Protezione civile 4.0. Il cambio di paradigma imposto dall’invasione russa ha colto tutti di sorpresa: la parte militare, industriale e tecnologica. Lo vediamo nella difficoltà delle fabbriche europee a soddisfare le richieste di Kiev».
[…] «serve una trasformazione che deve rivoluzionare i settori del reclutamento, della formazione e dell’addestramento, cercando anche in questo campo di rompere gli schemi e di imporre un cambio di mentalità […].
ESERCITO ITALIANO
I problemi della Difesa non si possono affrontare con le attuali regole del pubblico impiego. Come faccio a ingaggiare hacker ventenni o esperti di intelligenza artificiale che guadagnano cifre enormi? Tanto più che in alcune professioni viene ribaltato sillogismo dei dipendenti pubblici in cui lo stipendio più alto arriva a fine carriera mentre qui la retribuzione più significativa è a venti-trent’anni.
Bisogna poi varare concorsi in cui arruoliamo persone che abbiano in testa di fare i soldati e andare in teatro operativo. Sei anni fa il massimo di rischio che poteva capitare a un militare era l’Afghanistan, non sappiamo se sarà così in futuro... Prendiamo le forze speciali: gli chiediamo di essere pronte a rischiare la vita per 365 giorni l’anno e gli domandiamo di farlo fino a sessant’anni? Ha senso? Almeno metà del mondo della Difesa non ha nulla a che fare con il pubblico impiego e ne avrà sempre di meno».
GUIDO CROSETTO VISITA I MILITARI ITALIANI A HERAT, IN AFGHANISTAN - SETTEMBRE 2010
Oggi solo un terzo dell’Esercito ha meno di 30 anni e i piani per aumentare la quota di giovani non riescono a decollare. […] Ma tutte le questioni chiave ruotano intorno allo stesso problema: la disponibilità di fondi.
[…] Crosetto ha ribadito che «il 2 per cento non può diventare elemento di discussione politica: è un impegno assunto con la Nato da tutti i governi precedenti. Sono sincero e non credo si possa raggiungere neppure nel 2028. Il ragionamento che l’Italia può fare in Europa è dire: questo è un obiettivo internazionale condiviso e quindi gli investimenti non possono essere in contrasto con altre esigenze come sanità, istruzione o welfare. Per questo credo si possa chiedere di sottrarli dal patto di stabilità».
I nuovi scenari richiedono pure di prendere in considerazione una «riserva attivabile in una necessità di guerra tipo quella in Ucraina». Crosetto ha citato il modello di Israele, che ha richiamato in pochi giorni 350 mila soldati, e quello della neutrale Svizzera, che può mobilitare il doppio dei militari italiani.
kosovo - SOLDATO ITALIANO IN BARELLA DOPO GLI scontri a zvecan
Oggi, sostiene il ministro, «la riserva più facile da attivare è quella delle forze di polizia, uomini e donne che sono già formati ad attività di sicurezza. Ha senso? Non lo so. Ma una riserva andrebbe pensata. […]». […]
SOLDATI ITALIANI IN LIBANO guido crosetto giorgia meloni parata del 2 giugno 2023 alpini in addestramento in lettonia.