Claudio Antonelli per ''la Verità''
GIUSEPPE GUZZETTI
Il rito di passaggio verso una nuova Fondazione Cariplo, che non avrà più il suo presidente storico e l' anima dei suoi ultimi vent' anni, Giuseppe Guzzetti, si è celebrato ieri al Teatro alla Scala, con 1.800 presenti a salutare e dare omaggio all' avvocato che ha fatto la storia della fondazione. Il prossimo 27 maggio, quando compirà 85 anni, Guzzetti lascerà ufficialmente l' incarico, dopo 22 anni alla guida dell' ente, che si è fatto «grande» soprattutto con la sua sollecitudine.
GUZZETTI
I numeri possono dare uno spaccato dell' impegno di questi anni: dal 1997 sono stati 24.852 i progetti finanziati per un totale di tre miliardi di euro erogati alla collettività. Gran parte di queste risorse è andata ai servizi alla persona, all' arte e alla cultura. Il resto a progetti per l' ambiente, la ricerca scientifica e il trasferimento tecnologico.
GUZZETTI
Dal palco del Teatro, Guzzetti si è detto certo che «la mia storia si fonderà perfettamente con quello che seguirà». E, tra applausi e standing ovation, ha ringraziato tutti coloro che sono venuti a salutarlo: «Assieme a voi, abbiamo scritto una bella storia, e non sono orgoglioso di quello che ho fatto, ma di averlo potuto fare con voi».
MASSIMO TONONI
In prima fila ad ascoltare, c' erano, tra gli altri, Massimo Tononi, il presidente di Cdp, e i vertici di Intesa: il presidente emerito Giovanni Bazoli, il presidente Gian Maria Gros-Pietro e l' amministratore delegato Carlo Messina, verso i quali Guzzetti ha espresso parole di elogio per come hanno reso grande la banca, di cui la Fondazione Cariplo è azionista. Il presidente si è detto «tranquillo» sul suo futuro, anche perché la nuova Ccb, la Commissione centrale di beneficenza, che è l' organo di indirizzo della Fondazione, «sarà ottima, abbiamo già tutte le segnalazioni per i 28 membri e continuerà ad avere in tutti i settori persone di grande competenza».
carlo messina
Il riferimento è quasi 25.000 progetti finanziati, di cui poco meno di 10.000 nel settore arte e cultura, più di 9.500 per i servizi alla persona, 2.264 a favore dell' ambiente e quasi altrettanti in ricerca scientifica.
Complessivamente fanno tre miliardi di euro erogati e finiti sul territorio, secondo la vocazione tipica delle Fondazioni. Al di là dei numeri l' avvocato ha tenuto a precisare che «Quando abbiamo posto il dialogo e la reazione con gli altri, al centro del nostro agire.
Buffagni
Quando abbiamo messo da parte l' odio, quando abbiamo operato con metodo, dando priorità precise, con prospettive e programmazione. Per fare tutto ciò occorrono cuore, competenza e determinazione. Ma si può fare. Sta già succedendo», ha concluso lanciando tra le righe una serie di messaggi al governo, alla politica e alla finanza. L' uscita pubblica di uno dei due decani della finanza cattolica va infatti letta con attenzione ai limite dell' esegesi. Sicuramente nei passaggi del discorso dedicati al clima d' odio e all' immigrazione e la gestione dei flussi avanza una forte critica alla Lega, ma ciò che è meno ovvio è la questione dell' autonomia delle Fondazioni.
FABRIZIO PALERMO
«L' autonomia è il Rubicone da non oltrepassare», ha sentenziato Guzzetti lasciando intendere ai suoi successori che le scelte delle fondazioni devono restare legate alla finanza cattolica e rimanere slegate dalle scelte dei governi. Il nodo è infatti la Cdp. In pratica il messaggio è di non cedere a operazioni modello Alitalia che sono destinate esclusivamente a bruciare cassa, mentre valutare con attenzione la formazioni di un polo delle costruzioni.
L' Italia ha infatti bisogno di nuovi cantieri e nuovi operai. La differenza tra i due tipi di intervento è palese. Una è di breve respiro ed elettorale, l' altra di lungo respiro e strategica. In ogni caso le indicazioni e il testamento spirituale di Guzzetti sembra rivolgersi soprattutto ai due delfini. Uno nominato ufficialmente e l' altro tra le righe. Il primo è Carlo Messina, il numero uno di Intesa, che conferma ogni anno che passa il ruolo attivo della banca di sistema. Il secondo Massimo Tononi, presidente di Cdp e vero erede delle leve di potere tra politica e finanza.
BAZOLI GUZZETTI
Tononi sarà il garante delle future scelte della Cassa depositi e prestiti e della tradizione che da Beniamino Andreatta ha portato fino a Giovanni Bazoli e lo stesso Guzzetti passando per Romano Prodi (presente ieri) e Sergio Mattarella. Il messaggio dei cattolici al governo 5 stelle è chiaro. Avete in mente banche pubbliche di invetsimento? Lasciate stare già esiste una banca di sistema e una Cdp che funzione bene così come è.