Monica Serra per “la Stampa”
giovanni maspero
Il ristorante stellato «I Tigli in Theoria» fra le mura del palazzetto Branda Castiglioni nel centro di Como è solo una delle tante attività vincenti nel lungo curriculum imprenditoriale di Giovanni Maspero. Il suo «curriculum» penale invece è di tutt' altro tenore. Il giudice che da ieri ha disposto per lui gli arresti domiciliari - tra le altre accuse per aver contratto un debito con lo Stato da 107 milioni di euro - definisce Maspero «assolutamente specializzato nel settore dell'evasione fiscale e contributiva, con una storia personale di comprovata infedeltà tributaria che da oltre un decennio rappresenta il tratto caratterizzante della sua personalità e la forma di illecito finanziamento delle sue attività a spese della collettività».
E sì, perché, come si legge nel provvedimento di cattura, a oggi si contano ben undici condanne dell'imprenditore, tra patteggiamenti e decreti penali, per omesso versamento delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto. Reati minori che però descriverebbero il suo modus operandi «insieme predatorio e parassitario», scrive il gip Andrea Giudici. Tant' è che tra le esigenze cautelari che lo costringono ai domiciliari in quanto persona «pericolosa per la collettività e per le sue stesse imprese» c'è «la certezza che se lasciato libero, Maspero possa attivarsi prima della Guardia di Finanza, riuscendo a mettere al sicuro i proventi di anni di attività criminali e sottraendoli in maniera irrimediabile alle ragioni dell'Erario e dei creditori».
giovanni maspero
L'imprenditore, che ha fatto fortuna nel settore dell'hi-tech ed è molto noto nel mondo della vela (nel 2009 ha rifondato il team «Azzurra» per inseguire il sogno dell'America' s Cup con un equipaggio interamente italiano) è accusato di evasione fiscale, vari reati fallimentari tra cui bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio.
L'indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Como è partita da una verifica fiscale effettuata dopo che la procura diretta da Nicola Piacente aveva chiesto il fallimento di Prima Comunicazione srl, della quale Maspero era amministratore unico, esposta con l'erario per oltre venti milioni di euro. La società era stata fusa per incorporazione nella Giovanni Maspero & C srl, attualmente ammessa a procedura di concordato preventivo.
giovanni maspero
Secondo quanto emerso dalle indagini, che hanno anche portato al sequestro di venti milioni di euro, l'imprenditore avrebbe distratto dal patrimonio di Prima Comunicazione più di 17 milioni di euro attraverso una serie di bonifici privi di titoli giustificativi, con causale «finanziamento ai soci» in favore di dieci imprese di fatto riconducibili a lui. Ma Maspero avrebbe anche provocato lo stato di insolvenza di Prima Comunicazione, omettendo di pagare 23 milioni allo Stato e occultando le perdite aziendali nei bilanci, e sottratto altri 13 milioni di euro di imposte. Tra le accuse ipotizzate c'è anche l'autoriciclaggio di 3,3 milioni di euro e una serie di omessi versamenti al Fisco per oltre quattro milioni di euro tra ritenute e Iva.