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    POLITIKOM/ LA GIORNATA POLITICA IN 2.500 BATTUTE - HA RAGIONE RENZI, NON SIAMO SU “SCHERZI A PARTE”. IL GIOCO È UN ALTRO: LO SCHIAFFO DEL SOLDATO! ORMAI CHIUNQUE, A TURNO, DÀ UNO SCHIAFFONE AL GOVERNO E LO COSTRINGE A GIRARE SU SE STESSO


     
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    Francesco Bonazzi per Dagospia

    MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTAMATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA

    Non siamo su "Scherzi a parte", diceva ieri sera Matteo Renzi sul pasticcio nelle buste paga degli insegnanti. Ha ragione, il gioco è un altro: lo schiaffo del soldato. Ormai chiunque, a turno, dà uno schiaffone al governo e lo costringe a girare su se stesso.

    Stamani Enrico Letta ha ordinato la retromarcia sulla restituzione degli aumenti ai professori. A metà giornata il governo, in commissione al Senato, ha preso un altro schiaffone sulla costituzionalità del Salva-Roma andando sotto pericolosamente (ha poi rimediato in Aula).

    Adesso ci manca solo che il Csm bocci il decreto sulle carceri della Cancellieri, che non l'ha neppure mandato a Palazzo dei Marescialli per mera cortesia, o che spunti qualche nuovo pastrocchio sulla tassazione della casa, e l'esecutivo di Mezze intese rischierà di finire per terra. Dopo tanto barcollare.

    LETTA E SACCOMANNI imagesLETTA E SACCOMANNI images

    L'unico vincitore della giornata, oggi, è il segretario del Pd. Ha ordinato al governo di fare macchina indietro sui professori (chissà quante glien'ha dette, a casa, la moglie insegnante) e di buon mattino Letta junior ha eseguito. Persino il vicepremier Angelino Alfano ha alzato la voce e ha avvertito che "così il governo si fa del male da solo". Come dire: se facciamo queste figuracce, mica possiamo accusare Renzi di logorarci.

    Il premier ha dunque cancellato prontamente la restituzione di quei 150 euro al mese, cercando di chiudere l'incidente. Ma se non fosse un Letta, ovvero un animale a sangue freddo e tendenzialmente paziente, oggi avrebbe probabilmente messo le mani al collo ai suoi due ministri, che non paghi dell'autorete hanno anche continuato a giocare a scaricabarile.

    LETTA, ALFANO, SACCOMANNILETTA, ALFANO, SACCOMANNI

    Il Saccomanni che diffonde una nota per ricordare che sulla vicenda il ministero dell'Economia "è un mero esecutore" ha dato nuovi argomenti a chi lo chiama "Er Gelatina". Mentre la Carrozza che rimbalza ogni responsabilità sugli uffici "che non comunicano ai ministri cosa stavano facendo" (licenzierà qualche direttore generale?) contribuisce a rivalutare, e di molto, la figura di Franca Falcucci, suo predecessore nella Prima Repubblica. Ma alla fine resta un problema da risolvere: chi (ri)mette i soldi? Saccomanni ha detto al premier che lui non sa dove trovarli e quindi la pregiata collega dovrà arrangiarsi con il bilancio dell'Istruzione. Auguri!

    RENZI-FASSINARENZI-FASSINA

    A metà giornata, il governo ha poi preso un'altra botta in commissione Affari costituzionali sul decreto Salva-Roma. Il voto contrario è stato cancellato dall'Aula nel giro di poche ore, ma nella maggioranza è partita, sotto traccia, la verifica sui senatori del pd che erano assenti. "Saranno mica renziani?", si chiedeva qualcuno a Palazzo Chigi. Solo che ormai, Fassina a parte, nel partito sono quasi tutti renziani.

     

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