Da I Lunatici Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici
Alessandro Haber è intervenuto questa notte ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei
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Haber ha parlato del format Maledetti Amici Miei, da stasera su Rai2: "Papaleo, Rubini e Veronesi sono davvero miei amici fraterni. Non sono uno avvezzo alla televisione, ma verrà fuori un bel prodotto. Veronesi è un incredibile direttore d'orchestra, ci conosce, ci sferza, ci provoca.
All'inizio mi sentivo un po' fuori luogo, perché non ero protetto da niente, mentre a teatro o al cinema sono protetto dal personaggio che interpreto. E' come se il pubblico ci vedesse dal buco della serratura. Parleremo di arte, teatro, cinema, racconteremo delle cose forti, alcune faranno sicuramente discutere.
Nella seconda puntata farò un monologo di cui certamente si discuterà. Coinvolgerò le mamme, non dico nient'altro. Una cosa che farò e che ho fatto raramente è cantare. Cantare mi fa godere. Mi fa venire veramente un'erezione. Mi piacerebbe andare a Sanremo, sarebbe fantastico. Solo che rischierei di vincere. Scherzi a parte, mi considero un interprete, non un cantante".
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Su Papaleo, Rubini e Veronesi, Haber aggiunge: "Ognuno di noi tifa per l'altro, non ci sono gelosie, invidie. Siamo complici, ognuno di noi ha lavorato con l'altro. Io vorrei essere ognuno di loro. Abbiamo fatto bagordi insieme, condiviso anche donne. Con uno di loro ho condiviso una donna. Lei lo sapeva. Condivise nello stesso periodo, non nello stesso momento. Io credo più nell'amicizia che nell'amore. Una donna prima o poi ti tradirà. Un amico no. Soffrirei molto più per il tradimento di un amico che per il tradimento di una donna. Tornando al programma, ci saranno ospiti meravigliosi. Stasera toccherà a Verdone e Sangiorgi".
Haber, poi, è tornato indietro nel tempo: "Mi sono costruito giorno dopo giorno. Ho perso molte occasioni, ma credo che sia un fatto di condivisione, uno dà e prende. Ho giocato molto sulla mia passione e sul mio talento. Senza talento non avrei fatto 140 film e 50 spettacoli da protagonista. Ma non me la tiro, sono rimasto uguale agli inizi. Noi dobbiamo essere grati e riconoscenti nei confronti del pubblico. Io mi commuovo se penso a quello che mi è successo, amo il pubblico che mi vuole bene".
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Su Regalo di Natale: "E' stato il primo film importante, da coprotagonista. Avevo già superato i 40 anni, venivo da 22 anni di gavetta. C'è tutta una storia dietro a quel film. Avati continuava a dirmi che ero bravissimo ma non mi chiamava mai. Un giorno piovigginoso di trent'anni fa, erano sei mesi che non lavoravo, stavo male, depresso, mi stavo per lasciare con la mia compagna dell'epoca. Ero a Roma, in Via Cola di Rienzo. Decisi all'improvviso di andare a trovare Pupi Avati.
Ho suonato e l'ho aggredito. Gli ho detto che era una merda, perché da anni mi faceva i complimenti senza farmi lavorare. Ero depresso, odiavo tutti in quel momento. Lui mi ha detto di aspettare un attimo, ha fatto una telefonata e mi ha comunicato che avrei fatto parte del suo prossimo film, che era 'Regalo di Natale'. Certe volte la vita ti cambia in un attimo".
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Su Monicelli: "Il primo provino che ho fatto con lui lo lasciò perplesso. Mi scartò. Poi dopo anni è venuto a vedermi a teatro. Mi fece i complimenti e l'anno dopo mi fece fare 'Amici miei', la scena del vedevo che parla di quella gran troi* di Adelina. Un cult".
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