1 - “POTREMMO ANDARE IN LIBIA” L’ALTOLÀ DI ERDOGAN AD HAFTAR
Marco Ventura per “il Messaggero”
KHALIFA HAFTAR
Il braccio di ferro sulla Libia è sempre più tra Turchia e Russia, dopo che con la consueta franchezza il presidente Recep Tayyip Erdogan ha detto, ieri, che non esclude di intervenire al fianco del governo libico di unità nazionale (Gna) del premier Fayez al-Sarraj, su invito di quest'ultimo.
Ankara è quindi pronta a inviare soldati sul terreno, se le truppe del feldmaresciallo Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, spingeranno l'offensiva contro Tripoli per acquisire il controllo del Paese. Haftar, del resto, può contare sull'appoggio di Russia, Emirati arabi uniti e Egitto, mentre Trump, coerentemente al via libera dato a Erdogan a fare pulizia di terroristi curdi nella fascia frontaliera della Siria, in chiave pro-Turchia mette in guardia Haftar da nuove avanzate.
IL MEMORANDUM
erdogan putin
La base del possibile intervento turco è l'accordo Tripoli-Ankara firmato il 27 novembre, un memorandum d'intesa che va dalla collaborazione militare alle perforazioni di gas nel Mediterraneo. Il Parlamento turco lo ha ratificato a tempo di record il 5 dicembre. «Se la Libia ce ne fa richiesta avverte Erdogan possiamo inviare il nostro personale, avendo raggiunto l'accordo militare».
al serraj haftar giuseppe conte
E alle critiche europee e di altri Paesi replica attaccando e accusando Russia, Emirati e Egitto di violare l'embargo sulle armi delle Nazioni Unite con l'assistenza militare fornita a Bengasi. Di più. Erdogan punta l'indice contro una precisa compagnia di sicurezza russa, Wagner, «che ha inviato personale in Libia».
LIBIA - MILIZIE DI HAFTAR
A conferma di quanto era stato scritto dal New York Times che all'inizio di novembre aveva contato circa 200 contractor o mercenari russi al soldo del patto tra Mosca e Haftar. «C'è il rischio che la Libia si trasformi in un'altra Siria se la Russia ammonisce ancora il leader turco continua a sostenere l'auto-proclamato esercito nazionale libico di Haftar».
MACRON HAFTAR
Perciò Putin riconsideri la sua posizione. Come aveva spiegato nei giorni scorsi l'inviato dell'Onu per la Libia, Ghassan Salamé, la Libia non è più terreno di scontro fra Paesi come l'Italia e la Francia, ma altri attori internazionali sono scesi in campo e la crisi è globale: Russia, Turchia, Paesi del Golfo su posizioni anche tra loro diversificate.
donald trump recep tayyip erdogan
BASE MILITARE IN QATAR
I turchi, per esempio, possono contare su una importante base militare in Qatar, che si trova rispetto a Emirati e Arabia Saudita su posizioni opposte, al fianco di al-Sarraj, unico premier sinora ufficialmente riconosciuto dall'Unione Europea e dall'Onu.
libia ribelli assediano tripoli 2
E che tuttavia è debole, tanto da aver bisogno come l'aria dell'appoggio di Paesi come la Turchia per riuscire a non crollare. Sia Erdogan, sia il portavoce del presidente Putin, Dmitry Peshkov, confermano che nei prossimi giorni i due leader si confronteranno al telefono per discutere la situazione e delineare una via d'uscita.
libia ribelli assediano tripoli 1
Peshkov ribadisce intanto la linea ufficiale del Cremlino: «Mantenere relazioni con tutti gli attori del teatro politico e militare interno in Libia, auspicando che le parti in lotta manifestino la loro volontà di scendere a compromessi». Sullo sfondo dei movimenti militari, anche i nuovi schieramenti sul fronte economico e energetico. L'intesa di fine novembre prevede infatti una nuova delimitazione delle cosiddette Zone economiche esclusive (Zee) tra la Libia di al-Sarraj e la Turchia, con la conseguente creazione di un corridoio turco-libico capace di estromettere da un lato la Grecia, storica avversaria dei turchi, dall'altro Cipro, Egitto e Israele. Erdogan sa bene che il governo di al-Sarraj e lo scudo delle tribù di Misurata sono appesi a un filo, perciò ha precostituito le basi legali per rivendicare in ogni caso propri diritti nel Mediterraneo orientale.
ESPLORAZIONI CONGIUNTE
erdogan felice mentre bombarda i curdi haftar
Di qui, anche, l'annuncio di «esplorazioni congiunte con la Libia alla ricerca di idrocarburi offshore nelle aree definite dal memorandum d'intesa». E l'imbarazzo della Ue che per bocca della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, definisce «inaccettabile l'azione della Turchia nell'Egeo e a tutela della Grecia, membro UE, spiega che manderà un chiaro messaggio».
2 - L’ITALIA SPIAZZATA ASPETTA L’UE E MANDA UNA NAVE MILITARE
Marco Conti per “il Messaggero”
libia ribelli assediano tripoli 10
L'invito dell'Italia resta quello del cessate il fuoco, non allenta il pressing su Bruxelles - al punto che potrebbe chiedere di discutere di Libia nel consiglio europeo di venerdì - ma l'invio della fregata della Marina Militare Federico Martinengo nell'Egeo è il segnale che anche l'Italia potrebbe cambiare qualcosa nella gestione della crisi libica.
FREGATA FEDERICO MARTINENGO
IL DRONE
L'operazione militare era in agenda, ma nell'ambito della diplomazia navale una fregata nel porto di Larnaca diventa anche una sorta di altolà rivolto non solo ai turchi ma anche a chi, come al Serraj, pensa di potersi meglio difendere dalle milizie di Haftar cedendo confini.
HAFTAR
L'avviso del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di gettarsi nella mischia del conflitto libico, rappresenta una sorta di sveglia per la diplomazia italiana iniziata a suonare quando Tripoli ed Ankara hanno siglato un accordo sui confini marittimi che punta a ridisegnare la mappa delle influenze nel Mediterraneo.
Un'escalation che preoccupa il governo anche perché coinvolge Paesi, come la Gracia e Cipro, sinora rimasti ai margini del tormentato scenario libico. A palazzo Chigi il presidente del Consiglio ha riunito ieri i ministri degli Esteri Di Maio, della Difesa Guerini e degli Interni Lamorgese per discutere della mossa turca e valutare i rischi di un pesante conflitto che potrebbe esplodere qualora Haftar decidesse di entrare a Tripoli.
HAFTAR E GIUSEPPE CONTE
Il generale Haftar da settimane assedia Tripoli e il governo riconosciuto dall'Onu di al Serraj anche grazie a mercenari russi. L'argomento non sarebbe stato affrontato da Di Maio nel suo recente incontro con il collega russo Sergei Lavrov anche se gli americani danno per certo che siano stati i russi ad abbattere un loro drone.
FREGATA FEDERICO MARTINENGO 1
Nel tentativo di non azzardare e di non esporsi, l'Italia perde però terreno e la possibilità che Erdogan mandi soldati a difendere Tripoli viene letta anche come un avviso rivolto al governo di Roma a muoversi anche militarmente. Preso da decine di altre questioni, il governo italiano non intende però prendere in considerazione l'opzione militare e continua a confidare nella conferenza di Berlino che però non è stata ancora fissata mentre i tedeschi conducono complicatissime trattative con i molti protagonisti.
LIBIA SERRAJ SBARCA A TRIPOLI
L'offensiva turca in Siria, e l'accordo tra Tripoli ed Ankara, rischiano però di cambiare gli equilibri geopolitici nel Mediterraneo e nel golfo Persico a danno dell'Italia. Trasformare la Libia in una nuova Siria, come avverte Erdogan se i russi non cesseranno di sostenere Haftar, rischia di provocare una nuova e pesantissima emergenza umanitaria pronta ad abbattersi sulle coste italiane con migliaia di profughi in fuga.
TRIPOLI SARRAJ
Oltre a ciò, se davvero le milizie turche dovessero entrare in Libia per respingere le milizie di Haftar, per l'Italia sarebbe la certificazione dell'inconsistenza e a poco servirebbe continuare ad appellarsi all'Europa che ieri ha bacchettato Erdogan senza però esagerare. D'altra parte è grazie al presidente turco che la rotta balcanica dell'immigrazione è stata bloccata.
danni al cimitero italiano di tripoli FESTA A TRIPOLI PER SARRAJ TRIPOLI IN FESTA PER SARRAJ