"It's not a battlefield. It's a massacre."
Here, MG Itai Veruv is preparing journalists to enter Kfar Aza where atrocities have taken place at the hands of Hamas terrorists. pic.twitter.com/1MXMxuWHpA
— Israel Defense Forces (@IDF) October 11, 2023
Estratto dell’articolo di Raffaella Troili per il Messaggero
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Forse dormivano, forse erano incoscienti. No, hanno avuto paura, non come le altre volte, quando ogni dieci minuti suona la sirena e sono ormai abituati. Una strage di innocenti, non un blitz, niente a che vedere con un'operazione militare, solo una spietata mattanza quella avvenuta sabato nel kibbutz di Kfar Aza. Duecento israeliani sono stati uccisi, massacrati nelle loro case, tra loro 40 bambini e neonati alcuni decapitati da una settantina di miliziani di Hamas.
L'orrore è stato raccontato ieri dall'emittente televisiva i24News che ha citato l'ong Zaka, che partecipa all'identificazione dei corpi e che ha permesso alla stampa di avvicinarsi al sito: nelle piccole case, una scia di sangue si allunga ovunque nei corridoi e si ferma davanti ai corpi senza vita stesi a terra di israeliani braccati, trascinati sul letto o colpiti nella notte.
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«Un massacro, difficile da raccontare», ripetono i giornalisti che hanno visitato il kibbutz devastato. «Scene di orrore - ripete un inviato della Cnn - c'erano corpi ovunque, ci sono corpi ovunque».
Non è l'unico kibbutz colpito a morte, quello di Kfar Aza, dove abitavano 765 persone. Altre comunità lungo la Striscia sono state colpite da sabato. Il bilancio sta emergendo in queste ore. Nel kibbutz Bèeri, teatro di un massacro di civili, sono stati trovati i corpi di «103 terroristi di Hamas», morti in uno scontro a fuoco con l'esercito. Lo ha detto il portavoce dell'esercito israeliano, ammiraglio Daniel Hagari, citato da Times of Israel. Qui sono state trucidate oltre cento persone. Una guerra spietata, la conta delle vittime è in continuo divenire, a farne le spese la popolazione civile.
«ABBIAMO TROVATO I PICCOLI ANCORA NELLE LORO CULLE MAI VISTO NIENTE DI SIMILE»
Estratto dell’articolo di Mauro Evangelisti per il Messaggero
strage kibbutz di kfar aza
«Qui c'è l'odore di morte». Il servizio televisivo della corrispondente del network israeliano i24News, Nicole Zedek, resterà probabilmente nella storia di questa guerra e del mondo. È tra le prime ad arrivare nel Kibbutz di Kfar Aza, a descrivere ciò che vede trattenendo come può l'emozione e lo sgomento. Il racconto del ritrovamento dei cadaveri, dei neonati trucidati, di un massacro di una ferocia che ha pochi precedenti, rapidamente viene condiviso sui social, con le immagini della giornalista che cammina tra le carcasse di auto a bruciate.
Il Kibbutz di Kfar Aza è a poco meno di cinque chilometri da Gaza, fu fondato nel 1951 da immigrati ebrei in fuga da Egitto e Marocco. Ci abitavano 765 persone. Ma ciò che c'è all'interno delle casa è perfino più terribile stando alla ricostruzione del netowrk: «Quaranta bambini sono stati trovati assassinati, alcuni erano decapitati, nel massacro di Hamas... I giornalisti sono entrati per vedere le conseguenze a Kfar Azar e hanno riferito della scoperta di dozzine di bambini brutalmente assassinati nelle loro culle dopo l'attacco di Hamas».
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Cosa dicono le fonti ufficiali? Il generale Itai Veruv, 57 anni, parla con gli inviati e spiega: «Dovete capire che questo non è un campo di battaglia, in alcun modo. Eppure, dentro le case abbiamo trovato i corpi dei bambini, dei padri, delle madri. Nelle stanze da letto o nelle stanze di sicurezza».
Aggiunge il generale Veruv, che pure nella sua lunga carriera militare ha partecipato alle operazioni di guerra in Libano e di risposta alla prima e alla seconda Intifada: «Questo è un massacro, è qualcosa che io nella mia vita non ho mai visto. Abbiamo immaginato che ciò che hanno vissuto i nostri nonni o bisnonni in Europa, nel secolo scorso, non sarebbe mai più successo nella storia. Purtroppo non è così». Ciò che vediamo qui non è un atto di guerra, ripetono dall'esercito israeliano, è un massacro, è terrorismo, hanno ucciso le famiglie, non c'erano combattimenti in corso.
massacro hamas
David Ben Zion, vice comandante dell'Unità 71: «Abbiamo camminato di porta in porta, abbiamo eliminato molti terroristi. Sono malvagi. Hanno tagliato teste di bambini e donne. Ma siamo più forti di loro». Secondo i racconti dei militari in alcuni casi ci sono state vere e proprie decapitazioni, con metodi e brutalità simili a quelli dell'Isis, in altri sono stati esplosi colpi di pistola ravvicinati che hanno deturpato i cadaveri.
«Questo massacro - ripete il generale Itai Veruv - è qualcosa di più simile a un pogrom dei tempi dei nostri nonni». Un militare grida: «Raccontate al mondo ciò che è successo qui». Ieri sera, dopo che le notizie e i servizi su quanto era stato trovato nel Kibbutz di Kfar Aza sono cominciati a circolare, in Israele in molti hanno ripetuto le frasi che il giorno prima aveva pronunciato il presidente Isaac Herzog: «Era dai tempi dell'Olocausto che non venivano uccisi così tanti ebrei in un solo giorno».
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(…)
LA DINAMICA
Estratto da open.online
«Abbiamo sentito degli spari e siamo rimasti praticamente barricati lì dentro per 21 ore finché l’esercito non ci ha salvato», ha raccontato sua moglie Keren Flash. «Continuavamo a sentire spari, spari, bombe e allarmi, e non sapevamo cosa stesse succedendo». Gli uomini armati di Hamas hanno sfondato la recinzione del kibbutz, forse usando una scavatrice. Da lì hanno aperto la strada ad altri uomini armati. I terroristi sono arrivati anche in motocicletta e in deltaplano, ha aggiunto il portavoce.
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Yafi Shpirer, psicologa argentina sposata con un israeliano, ha detto che «i terroristi sono entrati per massacrare bambini, che dormivano nei lettini, e donne in tutte le case. Hanno usato i bambini come cavallo di Troia per parlare e far aprire le abitazioni ai vicini.
Le sirene hanno suonato e ci siamo nascosti nel rifugio che abbiamo. Nei gruppi WhatsApp abbiamo iniziato a ricevere notizie di rapimenti. Ci hanno detto che c’erano terroristi che pattugliavano una strada a 200 metri dalla mia cucina. Ogni kibbutz ha un’unità di difesa, nel nostro caso una ventina di giovani che sono usciti per proteggere le case e sono morti. Poi hanno ucciso tutti, sono state ore angoscianti fino all’arrivo dell’esercito. Sono animali venuti per distruggerci». Shpirer dice di aver «combattuto tutta la mia vita per una convivenza pacifica tra israeliani e palestinesi. Ora sono terrorizzata».
Gli stupri, le persone sgozzate, i dolcetti per festeggiare
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(…) I militari hanno confermato che alcune persone sono state sgozzate. Un sopravvissuto ha raccontato che la presenza di Hamas nel kibbutz di Kfar-Aza è durata molte ore. «I vandali hanno ucciso ostaggi con i coltelli, hanno violentato donne e ridevano», racconta.
Nei video amatoriali di quel giorno, spiega Repubblica, si vedono individui – spesso molto giovani, senza equipaggiamento militare e probabilmente non inquadrati dentro Hamas – che partecipano al sequestro di ostaggi, colpiscono le persone catturate con pugni e sputi e le trasportano all’interno della Striscia. L’accusa di stupri è stata fatta anche da altri sopravvissuti nei giorni scorsi. Altri video sabato mostravano i festeggiamenti per la riuscita dell’operazione. Da anni fanno parte del rituale voluto da Hamas, come la distribuzione di dolcetti all’angolo delle strade e i fuochi artificiali.
cadaveri portati via dai soldati israeliani dal kibbutz di kfar aza kibbutz di kfar aza massacro 34 kibbutz di kfar aza massacro 45