Estratto dell'articolo di Bill Emmott per "La Stampa"
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Nelle famiglie aristocratiche di tutta Europa la tradizione era la seguente: il primogenito maschio era formato per diventare l'erede del patrimonio di famiglia; il secondo figlio maschio era mandato sotto le armi e, nel caso vi fosse, il terzo figlio maschio poteva entrare nella Chiesa. La Royal family inglese è, ovviamente, una delle ultime famiglie aristocratiche regnanti rimaste. Così, quando il secondogenito del Re Charles, il principe Harry, si è firmato "The Spare" (la "Riserva", N. d. T.) nell'autobiografia di successo, in pratica si è lamentato del fatto di avere una famiglia del tutto tradizionale che lo ha trattato da secondogenito.
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Un nuovo cortometraggio che sta per essere trasmesso dalla televisione britannica, però, lascia intendere che la verità potrebbe essere per alcuni aspetti molto più complessa. Effettivamente, si tratta di una verità così complessa che, a partire da uno stesso comunicato stampa reso noto dagli autori del documentario, i giornali inglesi ne hanno dato versioni discrepanti.
Il "Daily Mail" scrive che, in un'intervista inserita nel cortometraggio, il generale Sir Mike Jackson, capo delle forze armate durante la guerra in Afghanistan, racconta che la compianta regina Elisabetta ha impedito al figlio maggiore di Charles, il principe William, di combattere in Afghanistan, consentendo però al fratello minore di quest'ultimo, il principe Harry per l'appunto, di andare a combattere i talebani perché… ebbene sì, era "la riserva".
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Il "Sun" e il "Times", invece, affermano che dall'intervista risulta che la regina voleva che entrambi i nipoti «facessero il loro dovere» e combattessero nella guerra in Afghanistan, ma che altre persone non identificate – e che secondo i giornali sarebbero personalità di spicco dell'establishment – hanno ritenuto troppo rischioso per il principe William andare in guerra, dato che da lì a poco sarebbe diventato l'erede al trono, come di fatto è avvenuto nel settembre scorso, quando la regina Elisabetta è mancata all'età di 96 anni.
Che cosa ci fa comprendere questa confusione? In primo luogo, ci ricorda che la royal family moderna in effetti ha già preso le distanze dallo stereotipo aristocratico, visto che entrambi i figli di re Carlo servivano sotto le armi e non solo il secondogenito […]
La seconda cosa che le recenti notizie ci fanno capire è che nel primo decennio del XXI secolo la situazione era diversa. Le forze armate britanniche combattevano due guerre – in Afghanistan e in Iraq – e la presenza dei due principi nei ranghi militari sollevò un interrogativo inedito: dovevano combattere o soltanto imparare a guidare un elicottero?
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Eccoci, quindi, a una terza informazione, forse quella più aderente alla realtà. A quanto pare, entrambi i principi volevano essere mandati a combattere in Afghanistan, ma soltanto uno poté soddisfare la sua ambizione: il principe Harry.
Che la decisione di impedire a William di andare in guerra sia stata presa dalla regina o da altri è secondario rispetto al fatto di sapere che entrambi avrebbero voluto andarci.
Chiunque ha preso la decisione di impedire al principe William di andare a combattere non ha fatto altro che ripristinare la tradizione aristocratica piuttosto ovvia di cui ho parlato prima.
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[…] Adesso chi si schiererà dalla parte di Harry, la bistrattata riserva, farà bene a riflettere: per ciò che riguarda il suo servizio nell'esercito, in definitiva è stato lui a fare quello che voleva. — Traduzione di Anna Bissanti
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