Rocco Cotroneo per il Corriere della Sera
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Tutto come previsto. In Venezuela il regime chavista annuncia la rielezione di Nicolás Maduro alla presidenza per i prossimi sei anni, con un largo distacco sui tre candidati alternativi. Ma sia Henri Falcon sia il pastore Javier Bertucci non riconoscono la legittimità del voto, allineandosi così alla maggioranza dei partiti di opposizione che aveva chiamato l’elettorato a non presentarsi alle urne per carenza di garanzie.
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L’authority elettorale — da tempo struttura fantoccio del chavismo — ha dichiarato che l’affluenza alle urne è stata del 48 per cento, mentre oppositori e anche organizzazioni internazionali, ritengono che non abbia superato il 30 per cento, dopo che per tutta la giornata erano circolate foto di seggi semideserti. Pochi minuti dopo la proclamazione dei risultati, gli Stati Uniti hanno ribadito che non ne riconoscono la validità, anticipando che nuove sanzioni potrebbero essere inflitte al Venezuela, «compreso nel settore petrolifero», ha detto il sottosegretario di Stato John Sullivan.
Nelle ultime settimane anche l’Unione europea e buona parte dei Paesi latinoamericani avevano preannunciato il non riconoscimento delle elezioni, anticipate di molti mesi e fissate da una Assemblea costituente eletta anch’essa lo scorso anno con metodi sbrigativi.
VENEZUELA SEGGIO ELETTORALE VUOTO MADURO
Secondo i risultati ufficiali, Maduro avrebbe ricevuto il voto di 5,8 milioni di elettori, il 68 per cento, staccando nettamente Falcon (1,8 milioni) e Bertucci (925.000). Senza nemmeno aspettare la proclamazione dei dati, Falcon ha parlato di forti irregolarità durante la giornata elettorale, non ha riconosciuto la validità del voto, chiedendo che si torni nuovamente alle urne in condizioni di maggior trasparenza. Le accuse del candidato si sono concentrate soprattutto sui «punti rossi», i gazebo del partito di governo che sono stati montati in prossimità dei seggi.
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Qui gli elettori sono stati invitati a mostrare il cosiddetto «carnet della patria», la tesserina che dà diritto a pacchi di viveri e altri servizi sociali ed è l’unica forma di sopravvivenza per la maggioranza della popolazione ridotta alla fame dal crollo dell’economia. In alcuni casi, agli elettori è stato promesso direttamente un premio in denaro in cambio del voto a Maduro.
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Il presidente-dittatore ha festeggiato la vittoria dal balcone del popolo del palazzo Miraflores, lo stesso dal quale Hugo Chávez arringava i suoi, affermando che mai in Venezuela un vincitore aveva inflitto un distacco così forte ai suoi avversari, 47 punti percentuali e che «la volontà del popolo ormai è permanente».