1 – LO STRANO CASO DELLA SPIA CINESE CHE FUGGE IN AUSTRALIA
Filippo Santelli per “la Repubblica”
wang 'william' liqiang la spia cinese fuggita in australia
Infiltrare i media, le università e il movimento per la democrazia di Hong Kong. Condizionare le elezioni a Taiwan, favorendo il partito filo-Pechino. «Sono stato personalmente coinvolto in una serie di attività di spionaggio», racconta il 27enne Wang "William" Liqiang, il primo agente cinese ad aver tradito.
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O almeno così sostiene, nelle 17 pagine consegnate (con richiesta di asilo) ai servizi segreti australiani, Paese in cui ora si trova insieme alla moglie e al figlio. Contengono i dettagli su una serie di operazioni organizzate da Pechino per indirizzare l' opinione pubblica di Hong Kong e Taiwan, dietro lo schermo di una società quotata per cui il ragazzo lavorava. Le autorità australiane giudicano le informazioni rilevanti, ma non si sbilanciano sulla veridicità. Ad averle diffuse sono tre media a cui Wang ha parlato, Sidney Morning Herald , The Age e 60 Minutes .
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Mentre dalla Cina già filtrano, o vengono fatti filtrare, dettagli che lo screditerebbero, come una condanna per frode del 2014. In attesa di riscontri, le parole del giovane, figlio di un dirigente comunista del Fujian e laureato in arte, rinnovano i timori sulla penetrazione degli 007 di Pechino.
Wang sembrerebbe un operativo di rango inferiore, ma racconta di aver partecipato al rapimento di Lee Bo, uno dei librai di Hong Kong colpevoli di aver pubblicato saggi contro Xi Jinping. Poi di aver reclutato studenti cinesi da infiltrare nella protesta della città.
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Sono rivelazioni esplosive, alla vigilia delle elezioni distrettuali di Hong Kong e a un mese e mezzo dalle presidenziali di Taiwan, dove Wang racconta di aver condotto una campagna per inquinare il dibattito prima del voto locale dello scorso anno.
2 – IL RITORNO DI KISSINGER A 96 ANNI IN CINA PER FAVORIRE IL DISGELO
Federico Rampini per “la Repubblica”
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Il volo diretto da New York a Pechino dura 15 ore. Anche in prima classe non è uno scherzo, se hai 96 anni e sei stato operato all' anca. Ma ci vuol altro per spaventare Henry Kissinger. Quando c' è tempesta nelle relazioni Usa-Cina, prima o poi riappare sulla scena colui che inventò la "shuttle-diplomacy", letteralmente le relazioni internazionali gestite col pendolarismo aereo.
Correva l' anno 1971 quando lo studioso prestato alla politica, lo storico di Harvard divenuto National Security Counselor (e poi segretario di Stato) cominciò a preparare in gran segreto il disgelo che avrebbe cambiato il mondo: il viaggio di Richard Nixon a Pechino per incontrare Mao Zedong, nel febbraio 1972.
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Ispezione sanitaria al mercato del pollame di Hong Kong
Da allora Kissinger è venerato da generazioni di leader cinesi. Ogni sua visita in Cina è trattata con un cerimoniale da capo di Stato. Sui media governativi a Pechino il suo nome viene sempre preceduto da qualifiche come "emerito statista, e vecchio amico del popolo cinese". Non fa eccezione Xi Jinping che ha incontrato più volte Kissinger, e da ultimo lo ha "convocato" venerdì a Pechino per chiedergli aiuto e consiglio.
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Kissinger è apparso in una foto ufficiale ieri, tra Xi e il vicepremier Liu He incaricato dei negoziati sui dazi. (Nella stessa foto c' è un altro americano, Hank Paulson, che fu segretario al Tesoro dell' ultima Amministrazione Bush, e soprattutto ex presidente di Goldman Sachs, molto legato alla Cina per ragioni di affari).
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Il rapporto con l' America è in evidente deterioramento, non solo per la guerra commerciale.
Ora c' è la "complicazione" di Hong Kong, come l' ha definita Donald Trump. Il presidente americano ha sulla sua scrivania una legge approvata all' unanimità dal Congresso di Washington, che impone sanzioni per gli abusi contro i diritti umani a Hong Kong. Se Trump la firma rischia di far saltare in dirittura di arrivo la tregua sui dazi, che pensava di poter siglare prima di Natale. «Dobbiamo stare con Hong Kong - ha detto Trump - ma io sto anche con il presidente Xi, un amico, un tipo incredibile».
henry kissinger incontra xi jinping
KISSINGER E MAO
Per il governo cinese, che considera Hong Kong "questione interna" e denuncia le "ingerenze" occidentali, il varo di quella legge è inaccettabile. Kissinger è noto per una realpolitik che fu attenta ai rapporti di forze tra le superpotenze, più che ai valori o ai diritti umani. È probabile che consigli cautela a Trump, dopo le 15 ore del volo di ritorno.
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giovanni leone con henry kissinger niccolini e kissinger al four seasons isaac herschkopf con henry kissinger henry kissinger