1 - UN GOL DI HIGUAIN COSTA 1,8 MILIONI. JUVE PRIGIONIERA DEL COLPO CHE DOVEVA FARLA VOLARE
Marco Iaria per “la Gazzetta dello Sport”
GONZALO HIGUAIN LA FINALE DI COPPA ITALIA PERSA DALLA JUVENTUS CONTRO IL NAPOLI
Estate 2016. L’estate della svolta. La Juventus versa il corrispettivo della clausola e preleva dal Napoli Gonzalo Higuain per 90 milioni. Un’operazione non solo ammazza-concorrenza (replicata con Pjanic dalla Roma) ma anche in grado, nelle aspettative del management bianconero, di far compiere alla squadra dominante in Italia un salto di qualità nella scalata europea.
Qualche settimana dopo, la Juve realizza la vendita più cospicua della storia, qualcosa che non si vedeva dai tempi di Zidane al Real: Paul Pogba al Manchester United per 105 milioni (più 5 di bonus) con una plusvalenza di 96,5 milioni, o meglio di 72,5 al netto delle commissioni all’agente Raiola e dell’attualizzazione del prezzo.
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In termini grezzi e approssimativi, la cessione del centrocampista compensa l’acquisto del centravanti. Non è esattamente così. Higuain fa schizzare le spese come non era mai successo durante la presidenza di Andrea Agnelli, che accetta una dose di rischio aziendale nella convinzione che solo una competitività internazionale possa far crescere il club.
La “potenza di fuoco” da lui evocata per misurare il confronto con i top club, cioè la somma degli stipendi e degli ammortamenti dei cartellini, fino a quel momento tenuta sotto controllo in relazione al fatturato, sale vertiginosamente, tanto che d’ora in avanti la Juve dovrà far leva sulle plusvalenze per tentare di riequilibrare i conti. Ecco la svolta del 2016. Quella svolta risponde al nome di Higuain che, tra lo stipendio di 7,5 milioni netti (13 lordi) e l’ammortamento di 18, pesa a bilancio annualmente per ben 31 milioni.
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Prima ancora del colpo Ronaldo del 2018, è qui che bisogna rintracciare l’inizio di una nuova politica di bilancio della Juventus. E la mancata “redditività” di quell’investimento monstre è tuttora il vero problema bianconero. Altro che operazione CR7. L’errore, col senno di poi, è stato Higuain. Lo dice il campo, unico giudice – a differenza dell’icona portoghese – per misurarne l’effetto.
BILANCIO NEGATIVO - L’argentino è protagonista nella prima stagione con 32 gol, lo scudetto, la Coppa Italia e la delusione della finale di Champions persa da ex contro il Real (l’ennesima della carriera tra club e nazionale). Non altrettanto nella seconda stagione (23 reti), al termine della quale il club decide di darlo via in prestito, prima al Milan e poi al Chelsea. Esubero di punta dell’estate 2019, rimane in rosa e chiude da comparsa l’annata del covid: 11 gol.
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Se ragioniamo in termini di cassa, Higuain finora è costato alla Juve 118 milioni, cioè i 90 per il trasferimento versati al Napoli in due rate annuali più i 39 milioni per gli stipendi pagati nel 2016-17, nel 2017-18 e nel 2019-20 più i 7 milioni per le commissioni all’agente e avendo detratto i 18 milioni di prestito oneroso garantiti da Milan e Chelsea nel 2018-19. Detto in soldoni, ogni suo gol (66 in totale in tutte le competizioni) è costato 1,8 milioni di euro. Gol a peso d’oro. Ben presto Higuain ha smesso di essere una risorsa, quel terminale offensivo capace di aggiungere il quid alla squadra, e si è trasformato in una palla al piede, a livello tecnico e soprattutto economico. Ragion per cui è di nuovo in cima alla lista dei partenti, almeno nelle intenzioni della dirigenza.
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SCENARIO - La Juventus considera Gonzalo fuori dal progetto tecnico e ritiene una priorità dell’estate liberarsi del suo pesantissimo costo: il contratto quinquennale firmato nel 2016 scade a giugno 2021, ciò significa che anche nell’esercizio 2020-21, nel pieno dell’emergenza economico-finanziaria del coronavirus, la Juve dovrà registrare 31 milioni di costi se non riuscirà a cederlo.
Uno sperpero di denaro talmente alto che i dirigenti, alle prese con la cura dimagrante del monte-stipendi, sarebbero disposti anche a risolvere il contratto e liberarlo a parametro zero, con tanto di svalutazione di 18 milioni (cioè il costo residuo da ammortizzare nel 2020-21), pur di risparmiare un pezzetto di salario.
Peccato che le parole di papà Jorge, pronunciate qualche giorno fa, non siano per nulla concilianti: “Gonzalo non rinuncerà al suo contratto per andare liberamente in una qualsiasi altra squadra. Terminerà il contratto con la Juve e poi andrà altrove”. D’altronde, come amano ripetere i sindacalisti dei calciatori, nessun atleta ha mai puntato la pistola alla tempia al presidente di turno al momento di firmare un accordo.
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2 - JUVE, SPINE ARGENTINE HIGUAIN PUNTA I PIEDI E DYBALA CHIEDE TROPPO
Gianluca Oddenino per “la Stampa”
Un braccio di ferro a colpi di tango. Ci ha pensato il mercato, con le manovre della Juventus per varare il suo nuovo progetto, a riformare la "vecchia" coppia Higuain-Dybala: questa volta non sul campo, dove in questi anni hanno segnato valanghe di gol (161), ma al tavolo delle trattative.
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I due attaccanti argentini hanno storie, percorsi e destini differenti, però in questa estate si ritrovano a combattere la stessa battaglia: restare alla Juve. Il Pipita ha rotto il silenzio dalle vacanze per lanciare un chiaro messaggio ai dirigenti bianconeri che vogliono mandarlo via («Ho ancora un anno di contratto e adesso parlerò con Pirlo»), mentre ieri il procuratore della Joya ha rimarcato l'obiettivo di rinnovare alle condizioni del giocatore. Due situazioni delicate che stanno diventando due problemi per il club campione d'Italia. Higuain non rientra più nei giochi e si pensa pure alla rescissione, anche se la presa di posizione del giocatore complica la ricerca e l'acquisto di un nuovo centravanti in tempi rapidi.
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Dybala, invece, può essere ceduto in caso di grande offerta (viene valutato 100 milioni di euro), però nessuno alla Continassa vuole vivere il tormentone dell'anno scorso e allo stesso tempo si cerca un accordo per evitare lo scenario di un addio da svincolato nel giugno 2022. L'agente: «Paulo è felice qui» Sono giorni delicati e la partita a scacchi più impegnativa è quella che coinvolge Dybala.
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«Paulo è un giocatore della Juventus - ha detto il suo agente, Jorge Antun - ed è felice di esserlo. Per questo lavoriamo con la società per rinnovare il contratto con la nostra solita predisposizione di sempre». Il numero dieci bianconero non vuole andare via, ma dopo questa stagione bussa con forza alla porta della Juve per avere un ruolo sicuro da protagonista e soprattutto uno stipendio da vero top player. Vuole 15 milioni di euro netti a stagione e pensa di poter chiudere a 12, ma il ds Paratici ne offre 10 e si guarda intorno.
Anche se la solita questione dei diritti d'immagine e l'opposizione del giocatore all'ipotesi Inghilterra complica ulteriormente i piani. Diverso il ragionamento su Higuain, anche se la richiesta di una buonuscita ha complicato i piani d'uscita.
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I bianconeri devono stare attenti al bilancio, visto che ballano 18 milioni di potenziale minusvalenza, ma il Pipita (7,5 milioni di euro netti d'ingaggio) non ha fretta di tornare al River Plate o giocare negli Stati Uniti al Galaxy: lunedì si presenterà al primo allenamento juventino, poi si vedrà. «Con il nuovo allenatore la situazione sarà diversa - ha commentato a Fox Sports -, però il più grande club d'Italia non può essere eliminato dal Lione. Dopo aver vinto il campionato mi sono sentito meglio, e il lockdown per me è stato terribile, poi c'è stato il tonfo in Champions». Altro sale sulle ferite, altre spine argentine.
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