james comey fbi
Alberto Flores D'Arcais per ''la Repubblica''
Gli slogan sono gli stessi, uguali a quelli gridati da martedì sera in ogni angolo degli States ("Trump is not my president", "Donald razzista", "Un fascista alla Casa Bianca"). Nel primo pomeriggio di ieri, a Manhattan, tra gruppuscoli socialisti, qualche trotzkista redivivo a vendere bollettini e i reduci un po' stanchi di Occupy Wall Street, intere famiglie, con bimbi e carrozzine al seguito, si sono uniti a chi contesta sono sfilati per protestare contro il prossimo "Commander in Chief" degli Stati Uniti.
hillary clinton e huma abedin
L' appuntamento, diffuso su Facebook e social network, era per mezzogiorno a Union Square, piazza dove il sabato c' è il più gettonato (e caro) "mercato dei contadini" della Grande Mela. Tra bancarelle e poliziotti indaffarati a limitare l' area con transenne di ferro, in pochi minuti erano già migliaia. Troppi per tenerli fermi sulla piazza, l' obiettivo, cosa risaputa, era la Fifth Avenue e la Trump Tower nella celebre strada dello shopping di lusso.
huma abedin anthony weiner hillary e bill clinton
Partono, dunque, fiancheggiati da poliziotti tranquilli che li fanno fermare a qualche semaforo e cercano di evitare il blocco totale del traffico. Il sindaco De Blasio twitta: «Come città abbiamo molte armi a disposizione per proteggere i nostri valori e li useremo».
E «non in mio nome» ripetono a migliaia (presenti «almeno in 10mila», si vantano gli organizzatori), anche se i più arrabbiati non hanno l' aria di aver votato per Hillary: «Lei è come Trump», azzarda un ragazzo, bandiera rossa in mano. Lei, l' ex First lady, è lontana, a curarsi le ferite di una sconfitta che non aveva mai preso in considerazione.
Dopo il silenzio con passeggiata nei boschi di venerdì, ieri ha deciso di puntare il dito contro colui che - a suo dire - sarebbe uno dei grandi artefici della débacle: James Comey. Parlando (in conference call) con un gruppo di finanziatori della sua campagna se la prende con il direttore del Fbi («ho perso per colpa sua») per le lettere inviate al Congresso (soprattutto la seconda, quella del 3 novembre che in realtà la scagionava).
CLINTON WEINER
Un' accusa che certo non contribuisce a rasserenare gli animi dei militanti democratici, che mentre i dati sul voto popolare confermano che Hillary ha avuto almeno due milioni di voti più di The Donald - si stanno mobilitando un po' ovunque. Venerdì notte a Portland, Oregon, c' è stato anche il primo ferito grave. Per disperdere i manifestanti su un ponte la polizia ha usato gas e granate stordenti, ma l' uomo è stato ferito da colpi d' arma da fuoco.
Hillary cerca di difendersi, ma nel partito che l' ha eletta come candidata oggi perdente (e che non l' ha mai amata troppo) è ormai in atto la resa dei conti. L' ala liberal, i senderisti di "zio Bernie", i millennials che magari se ne sono rimasti a casa, prendono oggi la testa delle dimostrazioni e chiedono a gran voce oltre alla cacciata di che venga fatta una bella pulizia interna.
CHELSEA CLINTON E ANTHONY WEINER
Come capo-popolo si è rigenerato Michael Moore, il regista premio Oscar che dopo aver in mattinato lanciato dalla tv MsNbc la sua profezia contro Trump («è un malato, razzista, misogino e autoritario, non durerà quattro anni») è riuscito ad entrare nella blindatissima Trump Tower mentre arrivava il lungo corteo: e si è aggirato indisturbato con il suo iPhone tra i piani del grattacielo nonostante la massiccia presenza del Secret Serv
bill clinton e anthony weiner