Tonia Mastrobuoni per repubblica.it
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La mattina dello sbarco in Normandia, Adolf Hitler dormiva. Il Fuehrer, sul finire della guerra, soffriva di un sonno sempre più disturbato. "Si addormentava tardissimo: alle quattro o alle cinque del mattino. E l'ordine tassativo era di non svegliarlo prima di mezzogiorno". Così il dittatore non fu neanche svegliato quando gli Alleati arrivarono sulle spiagge francesi e cominciarono a liberare l'Europa dall'incubo nazista.
Un dettaglio curioso e fondamentale, per ogni storico che si voglia occupare del più feroce dittatore della storia. E Harald Sandner, che storico non è, ha dedicato la sua vita a sviscerare dettagli della vita di Hitler. Come quello del Fuehrer immerso nel sonno mentre la Wehrmacht subiva una delle più cruciali disfatte della guerra.
hitler mussolini
Il risultato di trentacinque anni di testarde ricerche di questo "storico per hobby" è la più monumentale cronaca della vita del dittatore nazista: Hitler.The Itinerary, (Berlin Story Verlag), un tomo da 2.432 pagine con 1.494 fotografie storiche e 721 contemporanee - tre quarti totalmente inedite - ha uno scopo ben preciso: "spazzare via tutte le bugie che i tedeschi si raccontano ancora oggi su Hitler, smontare leggende e miti e ripristinare la verità sul più atroce dittatore che sia mai vissuto", ci spiega Sandner. La versione tedesca del libro è già arrivata alla settimana ristampa. Il suo editore, Wieland Giebel, ha deciso dunque di pubblicare una versione in inglese che è appena uscita: "È un libro di fatti, non una biografia", ci tiene a sottolineare.
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Sandner annuisce. "Ho cominciato a costruire una cronaca della vita di Hitler per capire anzitutto la mia famiglia. Tutti - mio padre, mia madre, i miei nonni - erano stati nazisti. E io volevo capire come diavolo fosse potuto accadere". Trentacinque anni fa si rese conto anzitutto che le biografie del Fuehrer e i libri di storia erano pieni di errori. Così, cominciò a ricostruire la vita del dittatore minuto per minuto, proprio per capire perché avesse esercitato un tale fascino sui tedeschi. Sandner iniziò a viaggiare ovunque fosse stato il Fuehrer e da allora ha parlato con testimoni dell'epoca, scartabellato archivi e letto tonnellate di giornali, a cominciare dall'organo nazista Voelkischer Beobachter. E ha scoperto mistificazioni e manipolazioni che resistono ad oggi.
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"Non è vero che Hitler odiasse Amburgo, come amano dire gli amburghesi, che continuano a crogiolarsi nel mito che la città cosmopolita e borghese fosse odiata dal rozzo Fuehrer. È falso: è stato lì ben 72 volte. Un mito simile circondava il famoso Hotel Adlon di Berlino: anche in questo caso, non è vero che Hitler non lo amasse". Sandner ha trovato una foto che ritrae Hitler con frack e bombetta all'Adlon dopo la cosiddetta "notte dei lunghi coltelli", quando il leader nazista decapitò i vertici delle sue squadracce speciali, le SA.
benito mussolini adolf hitler
Hitler era anche un graditissimo ospite della dinastia dei Krupp, dormiva spesso nella loro "Villa Huegel" immersa in un gigantesco parco alle porte di Essen. La famiglia del più grande colosso dell'acciaio tedesco immortalata da Luchino Visconti nella "Caduta degli dei" si era totalmente inginocchiata al regime. Ma siccome il Fuehrer ci andava di nascosto, Sandner è stato costretto ad andare nella vecchia villa dei Krupp per consultare gli archivi personali della famiglia. "Sono stati molto generosi, ma sono dovuto andare fin lì per scoprire quanto spesso Hitler li andava a trovare; non fanno uscire nulla da lì", commenta.
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Sandner ha voluto fare pulizia nella storia del Fuehrer perché molti tedeschi continuano ancora a nascondersi dietro a immense bugie. "E mi preoccupa molto - aggiunge - che secondo i sondaggi il 35% dei tedeschi sia ancora antisemita. Bisogna capire da dove viene, questo orribile odio contro gli ebrei". Una delle tante leggende che viene accuratamente smontata nel libro è quella sulla presunta sopravvivenza di Hitler al suicidio nel bunker, sul mito che sarebbe ancora nascosto da qualche parte al sicuro. Il corpo fu riesumato nove volte dai sovietici e i suoi resti triturati finirono, alla fine, in un fiume.
Come disse Josef Goebbels nel 1943 "passeremo alla storia come i più grandi statisti di tutti i tempi. O come i più grandi criminali". E che la seconda tesi si sia universalmente affermata e continui a resistere nonostante i negazionismi e le mistificazioni, è anche grazie a libri come questo.
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