Da corriere.it
vialli mancini
«Una semplice domanda» è il docu-show (6 puntate dal 18 marzo, su Netflix) in cui Alessandro Cattelan discute di vita e ricerca della felicità con, tra l’altro, registi (Paolo Sorrentino), conduttrici (Geppi Cucciari), ex calciatori come Baggio e Vialli.
Dell’intervista a quest’ultimo, il settimanale «Oggi», in edicola giovedì 10 marzo, anticipa alcuni estratti. «Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire», confida Gianluca Vialli che da anni combatte contro il cancro. «Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato».
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E ancora: «La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita — e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno — è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh...».
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