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    “HO PERSO I MIEI CAPELLI IN POCHE ORE” – GIOVANNI ALLEVI RACCONTA LA RINASCITA E LA CONVIVENZA CON IL MIELOMA NEL LIBRO “I NOVE DONI – SULLA VIA DELLA FELICITÀ”: “TUTTO È INIZIATO CON UN MAL DI SCHIENA DURATO MESI. ALLA KONZERTHAUS DI VIENNA NON RIUSCIVO AD ALZARMI. HO CAPITO CHE C’ERA QUALCOSA DI SERIO E GRAVE. PROVAVO UN MALE LANCINANTE CHE HO CONTRASTATO CON UNA TERAPIA A BASE DI FENTANYL. HO COMBATTUTO IL DOLORE RESPIRANDO CON IL MIO GATTINO” - VIDEO


     
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    Estratto dell’articolo di Renato Franco per il “Corriere della Sera”

     

    giovanni allevi giovanni allevi

    «Un giorno ho sentito un forte bruciore alla testa, e poiché i capelli erano lunghi, ricci e intrecciati tra di loro, li ho persi tutti insieme nel giro di poche ore. Li ho tolti come se fossero una parrucca. Eccomi: calvo, imbottito di psicofarmaci per non cadere nel baratro del panico, ricolmo di oppioidi, dimagrito fino a pesare 63 chili. Immunodepresso, indebolito, con una flebo perennemente attaccata per l’idratazione. Avevo perso tutto, non solo i capelli».

     

    Giovanni Allevi due anni fa ha scoperto di essere malato. Mentre aveva tutto quello che la società di oggi ti chiede di avere (soldi, successo e follower, che altro?) ha ricevuto una diagnosi che può assomigliare a una sentenza. Ora il suo viaggio è diventato un libro ( I nove doni - Sulla via della felicità , edito da Solferino).

    giovanni allevi i nove doni sulla via della felicita giovanni allevi i nove doni sulla via della felicita

     

    Il giorno della diagnosi?

    «Ero per strada, a Roma, mi ha chiamato una dottoressa e mi ha comunicato la diagnosi.

    Mieloma. […] La prima sensazione che ho avuto è stato lo straniamento, come se stessi vivendo dentro un sogno, come se fossi uscito da me stesso, come se lo dicessero a un altro. Ricordo il pavimento del marciapiede come se diventasse obliquo, come se fossi dentro una fotografia. Avevo perso il senso della realtà. Stavo già entrando in un’altra realtà. Quella dottoressa però è stata bravissima, le sue parole mi hanno colpito: la diagnosi è il primo passo verso la guarigione».

     

    Il mondo le è crollato addosso.

    «Ho fatto l’esperienza della possibilità della mia fine, ho pensato che avrei passato tutto il mio tempo futuro in compagnia di un dolore fisico. Quindi ho provato angoscia, ansia, incubi, panico».

    […] «Il mio midollo osseo era malato. Erodeva le ossa dall’interno: impossibile descrivere il dolore».

     

    giovanni allevi 1 giovanni allevi 1

    Ancora adesso porta un busto per la schiena, il dolore fisico è un compagno sempre al suo fianco.

    «Tutto è iniziato con un mal di schiena durato mesi, l’apice alla Konzerthaus di Vienna, avevo finito di suonare e non riuscivo ad alzarmi, non riuscivo a staccarmi dallo sgabello: lì ho capito che c’era qualcosa di serio e grave. Provavo un dolore lancinante che ho contrastato con una terapia a base di un oppiaceo tristemente famoso, il Fentanyl, che è 100 volte più potente della morfina e che crea effetti collaterali che non avrei mai immaginato: per esempio la sensazione di avere la febbre a 39 fissa, mattina e sera, per mesi. Sfiancante».

    giovanni allevi seconda serata sanremo 2024 giovanni allevi seconda serata sanremo 2024

     

    Da una risonanza è emerso che una vertebra si era molto schiacciata, rischiava di rompersi.

    «E poteva tranciare di netto il midollo spinale. Significava l’ipotesi concreta di finire su una sedia a rotelle. Una eventualità non ancora scongiurata, rimandata a un futuro indefinito, ma che per fortuna potrebbe anche non accadere. Sono tutte sensazioni con le quali ho dovuto fare i conti per scoprire dentro di me una forza che non avrei mai immaginato».

    giovanni allevi a sanremo 16 giovanni allevi a sanremo 16

     

    Oltre al mal di schiena deve fare i conti con il tremore alle mani. Proprio lei, che suona il piano.

    «Avevo la netta sensazione che non avrei più suonato, o che sarebbe ri-successo dopo tanti anni».

     

    Invece ha già ripreso anche i concerti. Il tremore resta?

    «All’inizio si instaura un circolo vizioso: mi stanno tremando le mani. Aiuto. Panico. Le mani tremano ancora di più. A Locarno stavo per alzarmi e annunciare il mio definitivo ritiro dalle scene. Ma il pubblico mi ha dato forza: non gli interessava più la perfezione. Oggi riesco a controllare il tremore con un auto-inganno al cervello. Se mi tremano le dita penso che è bello, che sta andando in scena la mia fragilità, che sono autentico, sono io».

    GIOVANNI ALLEVI GIOVANNI ALLEVI

     

    […] Nel libro racconta che la meditazione e la contemplazione della natura hanno avuto un effetto curativo.

    «In modo spontaneo ho compreso che per accogliere il dolore […] mi faceva bene tenere il mio gattino in grembo e respirare. Una pratica che portava a un rilassamento dei muscoli, a un’ossigenazione del corpo, a una diminuzione della percezione del dolore.

    Un oppioide naturale, il gatto […]».

     

    Il domani?

    GIOVANNI ALLEVI GIOVANNI ALLEVI

    «Non sapevo che dal mieloma non si guarisce mai, anche se in realtà si guarisce giorno per giorno. Tra i brani che ho composto c’è Tomorrow , che esprime il nuovo significato che ha assunto per me il concetto di domani. […] Ho imparato a vivere l’attimo, ho imparato a non lasciare una minima goccia di vita inascoltata. […]».

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