Simone Battaggia per gazzetta.it
sofia goggia
"Ho pianto tutta la mattina". Sofia Goggia nicchia un po’, quando le si chiede di togliersi per un attimo la maschera da sci per una foto. "Il carico emotivo è enorme, allucinante. Meno male che almeno un oro ce l’ho a casa. Pensa se non avessi nemmeno quello".
La ragazza per cui tutta l’Italia sta facendo il tifo, la custode del "ginocchio della Nazione" che sta tentando un incredibile recupero per gareggiare ai Giochi di Pechino, si racconta per la prima volta alla stazione di arrivo della seggiovia che sale verso la pista di allenamento delle gare di velocità.
sofia goggia
Non è raggiante, tutt’altro. I sorrisi, i segni di vittoria affidati nei giorni scorsi ai social lasciano il posto alla consapevolezza. Ha appena messo gli sci dopo 16 giorni dall’infortunio al ginocchio sinistro di Cortina, e una settimana prima era caduta pure a Zauchensee.
Sa di avere davanti giorni cruciali e, forse, si è appena resa conto che tentare di partecipare anche al superG di venerdì, continuare a inseguire quell’ "all-in" che forse le ha dato una extramotivazione e l’ha aiutata in questo prodigioso recupero, non è saggio. "Per sciare ai nostri livelli ci vuole fisico, ci vogliono la testa e il cuore a posto — dirà alla Rai —. E io parto da tanto lontano.
Le condizioni sono quelle che sono, soprattutto la confidenza con la velocità la costruisci negli anni, ho preso due belle “cartelle” nel giro di due settimane, ho rischiato tanto. Essere qui ti mette di fronte a tutte le problematiche varie ed eventuali, ma anche alle cose che vanno bene, vedremo cosa accadrà".
sofia goggia
Come sta, Sofia?
"Star bene è ancora un miraggio. Però sto, con un po’ di dolori. Proviamo giorno per giorno, poi vediamo. Non garantisco niente".
Prima sensazione?
"Mi sono cacciata giù anche nel gigante. Non va neanche male, anzi. In catena cinetica chiusa (con gli arti fermi, ndr) quando scio va bene. È quando cammino che un po’…".
Sente dolore?
"Dolore mentre scio non ne sento, ma è chiaro che devo rinforzare ancora la gamba perché dopo quattro giorni mi era praticamente sparita. Adesso l’ho gonfiata un po’, ma è chiaro che avendo ciò che ho avuto, tra testa del perone, legamenti un po’ strappati… Quella è una zona in cui passano parecchi tessuti, e parte della catena quando la attivi passa da lì. Vediamo, non mi aspetto nulla. Vedo di giorno in giorno come va".
L’idea quindi è fare solo la discesa?
sofia goggia
"Intanto mi concentro su questi giri da superG (programma che avrà ripetuto anche nella notte appena passata; la gara è in programma nella notte italiana tra domani e venerdì, ndr), poi vediamo".
Come inserisce la palestra in questi giorni?
sofia goggia
"Devo farne il giusto, perché devo dare il tempo biologico di recuperare, più il fuso, più quello per rinforzare le gamba e per sciare. Devo calibrarmi. Vediamo. È già bello essere qua. Ho tolto le stampelle dopo due giorni dall’infortunio, ho fatto di tutto per accelerare il processo, ma ci sono tempi che puoi forzare e altri che invece devi comunque rispettare".
L’emozione di essere arrivata al Villaggio?
"Sono state due settimane talmente piene che non ho avuto quasi il tempo di capire che sarei partita per l’Olimpiade di Pechino. Sono stata un giorno a casa e poi sono partita per Verona, sono rientrata a Bergamo la sera e la mattina sono partita.
sofia goggia
Per la riabilitazione è venuto giù in Italia un fisioterapista della Red Bull che è stato per dodici giorni nella stanza a fianco alla mia e poi ho sempre viaggiato tra Mantova (sede di Fisiocenter, il centro di riabilitazione di Bagnolo San Vito al quale fa riferimento l’azzurra, ndr) e Verona (dove si trova la palestra Magnitudo con il preparatore Flavio Di Giorgio, ndr)".
Come procederà?
"Più scio, meglio va e meglio mi sento. Manca ancora una settimana, immagino sarà una bella tirata".
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