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    "HO STATO IO! HO STATO IO!" – IL RITORNO DI MICHELE MISSERI, CHE IN UNA LETTERA A TELENORBA PROCLAMA ANCORA DI ESSERE L’ASSASSINO DELLA NIPOTE SARAH SCAZZI, UCCISA AD AVETRANA NEL 2010 - PER QUELL’OMICIDIO LA FIGLIA SABRINA E LA MOGLIE COSIMA SERRANO SONO IN CARCERE. MA LUI, NELLA MISSIVA, CONTINUA A DIFENDERLE: “LORO SONO INNOCENTI E IO HO PAURA CHE SABRINA LA FACCIA FINITA PER COLPA MIA. SO COSA SIGNIFICA STARE IN CARCERE DA INNOCENTE. PER ME NON È STATO PESANTE PERCHÉ SONO COLPEVOLE…”


     
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    Estratto dell'articolo di Cesare Bechis per www.corriere.it

     

    MICHELE MISSERI MICHELE MISSERI

    «Sono io il vero colpevole». Michele Misseri scrive una lettera a Telenorba e ancora una volta proclama la propria colpevolezza. E’ stato lui – sostiene ancora a distanza di oltre dodici anni - a uccidere nell’agosto del 2010 sua nipote Sarah Scazzi ad Avetrana. Sua figlia Sabrina e sua moglie Cosima Serrano sono estranee al delitto, sono innocenti. La verità processuale, confermata anche in Cassazione, ha detto tutt’altro.

    LA LETTERA DI MICHELE MISSERI LA LETTERA DI MICHELE MISSERI

     

    Lui è stato dichiarato colpevole di occultamento del cadavere di sua nipote gettandolo in un pozzo dove poi fu ritrovato, mentre autrici del delitto sono state dichiarate mamma e figlia. Ma lo zio di Avetrana - che nei giorni scorsi ha ottenuto uno sconto di pena -  insiste. 

    sabrina misseri sarah scazzi sabrina misseri sarah scazzi

     

    Zio Michele: «Quando esco devo lottare per Sabrina e Cosima»

    […] «Io quando esco da qui – ha scritto nella lettera - non mi fermo perché devo lottare per mia figlia Sabrina e mia moglie Cosima, perché sono innocenti e tuttora io ho paura che mia figlia Sabrina la faccia finita per colpa mia». Torna al giorno del delitto e afferma che «Sabrina e Cosima non le hanno torto neanche un capello al povero angelo biondo. Non ha avuto giustizia vera e con gli innocenti non si fa giustizia». 

    MICHELE MISSERI MICHELE MISSERI

     

    Il rapporto inesistente con moglie e figlia

    Del suo rapporto con moglie e figlia, che ormai appare inesistente, si rende conto e non si dà pace. «Ho perso il conto di quante lettere ho scritto a Sabrina e Cosima senza una risposta e sto male – dice - io so cosa significa stare in carcere da innocente. Per me non è stato pesante perché sono colpevole». Ha anche ottenuto, per il buon comportamento e per le condiziono disagiate della cella in cui è recluso nel carcere di Lecce e riconosciute dal giudice di sorveglianza, altri 41 giorni di sconto di pena in aggiunta ai 45 giorni ogni sei mesi che sta maturando. La sua libertà dovrebbe scattare nella primavera del 2024.

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