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    "UN MIO COMPAGNO HA NASCOSTO IL CELLULARE COSI' CI SIAMO SALVATI..." - IL RACCONTO DEL SEQUESTRO DEL BUS E I TRE STUDENTI EROI CHE HANNO ALLERTATO I CARABINIERI: "CI HA MESSO LA BENZINA ADDOSSO. AVEVAMO LE FASCETTE AI POLSI MA NON ERANO LEGATE BENE E SIAMO RIUSCITI A TOGLIERLE. SULLA TANGENZIALE INDICAVAMO I NUMERI DEL 112 CON LE DITA CONTRO I FINESTRINI MA NESSUNO HA CAPITO. L'UOMO CHE CI AVEVA SEQUESTRATO PER DUE VOLTE SI E' FERMATO E HA..."  LA CHIAMATA AL 112: "LA PREGO, SIGNORE, NON È UN FILM" (AUDIO CHOC)


     
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    Elisabetta Andreis e Giampiero Rossi per il Corriere della Sera

    SEQUESTRO BUS 8 SEQUESTRO BUS 8

     

    Ricky, cosa è successo su quell’autobus?

    «Eravamo tutti terrorizzati perché lui ha vuotato le taniche di benzina lungo il corridoio, tra i sedili, ci ha legati e ha sequestrato i telefoni per impedirci di chiedere aiuto».

    E a quel punto cosa avete fatto? Come siete riusciti ad allertare i soccorsi?

    «Un mio compagno, Rami, aveva nascosto il cellulare, ha fatto le prime chiamate al 112. Ad un certo punto gli è caduto per terra, senza farmi vedere sono andato a raccoglierlo e l’ho passato ad Adam, dietro di me».

     

    SEQUESTRO BUS 5 SEQUESTRO BUS 5

    Lo hai fatto con le fascette ai polsi?

    «No, perché non erano legate bene, quindi sono riuscito a togliermele, anche se facevano male».

     

    Ricky, dodici anni, racconta con semplicità da ragazzino il suo gesto di eroismo nel giorno della grande paura. Ma quel blitz che è riuscito incredibilmente a rompere la prigionia imposta dall’aguzzino è nato dall’istintiva cooperazione di tre ragazzini solidali e in gamba. Rami, primo a chiamare il 112, Ricky, che ha colto al volo l’attimo propizio per recuperare il suo telefono caduto, e poi anche Adam che a sua volta ha telefonato ai genitori e alla polizia. E attorno a loro gli altri compagni che, tra le lacrime, hanno aumentato la confusione per coprire le voci di chi chiedeva disperatamente aiuto agli «adulti». E adesso che tutto è finito, raccontano ancora sovraeccitati quei momenti.

     

    Adam, anche tu sei riuscito a chiamare?

    SEQUESTRO DEL BUS - Ousseynou Sy SEQUESTRO DEL BUS - Ousseynou Sy

    «Sì, ho telefonato alla polizia e ai miei genitori. Tre volte. Perché le prime due volte ho dovuto mettere giù perché sembrava che l’autista mi avesse scoperto».

     

    E quando li hai sentiti cosa hai detto?

    «Ho spiegato a mia madre cosa stava succedendo e che quello voleva ucciderci tutti cospargendoci di carburante. Gli ho detto: “Non sappiamo dove ci portano, ci ha messo la benzina addosso, ha anche una pistola”. Ma all’inizio non ci credeva, perché in effetti io faccio spesso degli scherzi e poi attorno a me tutti gridavano e parlavano ad alta voce e non si capiva bene».

    STUDENTI SEQUESTRATI BUS SAN DONATO MILANESE STUDENTI SEQUESTRATI BUS SAN DONATO MILANESE

     E come hai fatto a convincerla che stavi parlando sul serio?

    «Le ho descritto il punto in cui eravamo appena passati col pullman, perché ho riconosciuto un ristorante che avevo già visto. E allora anche mio padre, mentre ero ancora al telefono con la mamma, ha chiamato i carabinieri».

     

    Ma attorno a voi, sulla tangenziale, nessuno aveva notato niente di strano? 

    «Noi abbiamo provato a dare dei calci ai vetri per vedere se potevamo romperli e gridare aiuto, poi abbiamo provato a indicare i numeri del 112 con le dita contro i finestrini, facevamo il segno della pistola puntata contro di noi, ma nessuno ha capito».

     

    E il sequestratore non si è accorto dei vostri tentativi?

    «Lui ha fermato due volte il bus per controllare cosa facevamo e poi ha ordinato di appendere alle finestre delle coperte, che erano giù bagnate di benzina, per impedirci di comunicare con l’esterno. L’odore era nauseabondo».

     

    Cos’altro ricordi di quei momenti?

    «Il tempo non passava mai. Lui all’inizio urlava, poi si è messo a parlare con quelli davanti, spiegava perché stava facendo questo, ho visto la bidella che è caduta e si è fatta male...».

     

    Quindi sono arrivati i carabinieri.

    «Sì e siamo usciti di corsa dal pullman e poi abbiamo visto che bruciava tutto».

    Che cosa pensi di quello che ti è capitato oggi?

    «È stato il giorno più brutto della mia vita. Però anche utile perché noi ci siamo aiutati e abbiamo imparato come si fa a difendersi. E anche a salvarsi».

    RAGAZZINO EROE SEQUESTRO BUS RAGAZZINO EROE SEQUESTRO BUS

     

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