1. GIULIA CECCHETTIN, LA CONFESSIONE DI FILIPPO TURETTA IN GERMANIA. I GENITORI: «FORSE VOLEVA RAPIRLA»
Estratto dell'articolo da www.open.online.it
GIULIA CECCHETTIN E FILIPPO TURETTA
«Ho ucciso la mia ragazza»: questa è stata la prima frase di Filippo Turetta agli agenti della polizia tedesca. La confessione è arrivata dopo il fermo in autostrada per una violazione del codice della strada: era fermo in una piazzola d’emergenza senza aver acceso gli stop. I poliziotti hanno registrato la frase nel verbale di fermo. Ma non potrà essere portata nelle aule di giustizia.
Davanti al giudice l’omicida di Giulia Cecchettin ha solo chiesto di essere riportato in Italia. Intanto i genitori Nicola ed Elisabetta dicono che la loro non è mai stata una «famiglia patriarcale». E aggiungono che forse Filippo voleva sequestrare Giulia per non farla andare a presentare la tesi e poi la situazione è degenerata. Il suo avvocato Emanuele Compagno dice intanto che una perizia psichiatrica potrebbe essere utile.
LA RICOSTRUZIONE DELL OMICIDIO DI GIULIA CECCHETTIN
La fine della fuga
Turetta resta indagato per omicidio volontario aggravato. Gli inquirenti non hanno ancora deciso se contestargli la premeditazione. Nell’ordinanza della Gip Benedetta Vitolo si spiega che deve restare in carcere per il pericolo di reiterazione del reato.[…] nella Grande Punto nera targata FA015YE finita sabato notte senza benzina e metano sull’autostrada A9 a Bad Durremberg vicino Lipsia in direzione Sud, gli agenti hanno trovato un altro coltello. Sarebbe il terzo visto che nel filmato in cui rincorre Giulia Cecchettin Turetta ne estrae uno che poi è stato trovato nel parcheggio a 150 metri da casa a Vigonovo. E poi ne usa un altro a Fossò per ucciderla.
giulia cecchettin e la sorella elena
300 euro in contanti
Turetta aveva in tasca circa 300 euro in contanti. Agli investigatori non risultano prelievi con il bancomat. Ma aveva attivo anche un account su Paypal […] Chi indaga pensa che abbia utilizzato anche una SIM ricaricabile per navigare e per tenersi informato sulle indagini […]
I genitori
RITROVATO IL CORPO DI GIULIA CECCHETTIN
Dalle indagini risulta anche che è stata Giulia a pagare il conto della cena al McDonalds nel centro commerciale Nave de Vero a Marghera: 17,80 euro con la carta di credito. Intanto Nicola ed Elisabetta Turetta parlano con il Corriere della Sera. E nel colloquio con Roberta Merlin il padre dice: «Non ho mai insegnato a mio figlio a maltrattare le donne». La coppia si chiede «dove abbiamo sbagliato?». E fanno le condoglianze alla famiglia Cecchettin: «Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato. Non lo siamo mai stati, non è quello che abbiamo insegnato a nostro figlio». Il riferimento, è evidente, è alla sorella di Giulia, Elena Cecchettin.
la ricostruzione dell aggressione di filippo turetta a giulia cecchettin
L’orsacchiotto
I due confermano la «sofferenza» del figlio per la fine della storia. «I ragazzi a quell’età si lasciano, si mettono assieme. Lui, negli ultimi tempi, sembrava tranquillo. In questi giorni mi hanno detto che dovevo preoccuparmi se quando andava a letto abbracciava l’orsacchiotto pensando a Giulia. Io davvero non ho dato peso a questa cosa. Avrei dovuto?», dice Nicola. Poi sostengono una tesi inedita sulle intenzioni di Filippo: «Aveva premeditato? Mi sembra impossibile. Forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Non so darmi una risposta». Nicola prima della scoperta del cadavere di Giulia aveva detto che forse il figlio l’aveva «portata in un campeggio».
giulia cecchettin 2
La laurea di Giulia
Nicola ed Elisabetta aggiungono che il figlio non gli aveva raccontato molto riguardo la laurea dell’ex fidanzata: «Erano andati assieme a scegliere il menu della festa, forse voleva offrire lui il buffet. Lui l’aveva anche aiutata con la tesi. Tutto sembrava normale». E dicono che forse a Turetta «è scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione.
Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato». E sostengono che il figlio fosse in stato confusionale quando è stato catturato in Germania: «Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano. Noi, almeno, ci siamo fatti questa idea».
il percorso dell auto di filippo turetta
L’altro figlio
I due hanno anche un altro figlio: «[…] Filippo in casa non è mai stato un ragazzo violento. Siamo tutti sgomenti». Infine, su Turetta: «Resta nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori». […]
2. «TURETTA, FEROCIA INAUDITA PUÒ UCCIDERE ALTRE DONNE»
Gabriele Pipia per “il Messaggero”
Filippo Turetta ha dimostrato «una totale incapacità di autocontrollo». L'aggressione «di inaudita ferocia» nei confronti dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin lo rende una persona «di estrema pericolosità e desta allarme in una società dove i femminicidi sono all'ordine del giorno». Il ventiduenne padovano di Torreglia è ritenuto un soggetto «totalmente imprevedibile poiché, dopo aver condotto una vita all'insegna di un'apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato».
giulia cecchettin 3
[…] L'ordinanza parte dalle 13.30 di domenica 12 novembre, quando il padre di Giulia, Gino Cecchettin, residente a Vigonovo, si rivolge ai carabinieri per denunciare la scomparsa della figlia, studentessa pronta a laurearsi in Ingegneria biomedica. Alle 18 del giorno prima la ragazza era uscita per andare con l'ex fidanzato al centro commerciale Nave de Vero di Marghera. Non l'ha vista rientrare a casa, ha provato a chiamarla trovando il telefono staccato e ha contattato la famiglia Turetta.
Nessuno sa nulla. Le ricerche scattano subito e i carabinieri vengono informati che Turetta «in passato aveva manifestato intenti suicidari dopo l'interruzione della relazione sentimentale con Giulia».
Il primo elemento concreto arriva da un vicino di casa, Marco Musumeci, di Vigonovo: racconta di aver assistito alle 23.15 del sabato a un litigio: una ragazza urlava «così mi fai male», un individuo calciava violentemente una sagoma a terra. Erano gli ultimi minuti di vita di Giulia.
FILIPPO TURETTA
L'ordinanza riporta poi un lungo elenco di dettagli sulla serata, come il messaggio inviato alle 20.22 da Turetta alla madre per dirle che avrebbe mangiato fuori e poi l'ultima cena al McDonald's, con i 17,80 euro pagati con la carta di credito di Giulia. Una cena offerta all'assassino: una beffa che si aggiunge all'atrocità. Nel documento sono riportate poi 21 registrazioni dei passaggi dell'auto di Turetta, una Fiat Grande Punto, prima a Vigonovo e Fossò - i due luoghi delle aggressioni - e poi, durante la fuga, attraverso il Trevigiano e il Bellunese.
Sono le telecamere di sicurezza degli stabilimenti Dior e Speedlogistik della zona industriale di Fossò, però, a spazzare via ogni dubbio sulla dinamica. Alle 23.30 Giulia viene filmata mentre fugge, inseguita da Filippo, più veloce, che la raggiunge e la scaraventa a terra. Lei non si muove. Lui torna a bordo per avvicinare l'auto al corpo della ragazza, la carica e riparte. Sul luogo dell'aggressione i carabinieri troveranno chiazze di sangue e frammenti di nastro adesivo che potrebbe essere stato usato per immobilizzare la vittima e per tapparle la bocca.
L'epilogo è il cadavere di Giulia trovato in un canalone vicino al lago di Barcis […]
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. Alle 23.18 Filippo porta Giulia in auto al parcheggio dell'asilo di via Aldo Moro, a Vigonovo, e lì la aggredisce con un coltello. Gli inquirenti ritengono che poi l'abbia costretta a salire a bordo dell'auto, che ha raggiunto la zona industriale di Fossò. Qui la ragazza sarebbe riuscita a scendere, tentando invano la fuga: Turetta l'ha raggiunta facendola cadere. Dopo l'omicidio, il giovane, «ben consapevole della gravità delle sue azioni», si è dato alla fuga […]
3. L’ATTESA
Angela Pederiva per “il Messaggero”
Filippo Turetta è in isolamento nel carcere di Halle e si è chiuso nel silenzio. Questa è una modalità di reclusione «consueta» per i detenuti in custodia cautelare in Germania, puntualizza Thomas Puls, viceportavoce dell'Amtsgericht e cioè del Tribunale di primo grado: si tratta della sede giudiziaria in cui, al termine dell'udienza-lampo di domenica, era stato convalidato il fermo preventivo del 22enne.
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Invece la decisione sul mandato di arresto europeo e sulla consegna all'Italia, per le accuse di omicidio volontario aggravato e sequestro di Giulia Cecchettin, spetterà all'Oberlandesgericht di Naumburg, una sorta di Corte d'appello a cui la locale Procura generale presenterà una richiesta in tal senso: una procedura che dovrebbe concludersi «in alcuni giorni», stima il procuratore capo Klaus Tewes, che tiene i rapporti con la stampa.
FILIPPO TURETTA
[…] Il giovane, guardato a vista, «è molto scosso e mangia pochissimo», finora «non ha sentito i genitori e ha appena accennato qualcosa solo con il suo avvocato», ma non risponde «praticamente a nessuna domanda», «è come se fosse un po' assente» perché «probabilmente si trova in uno stato di choc». Queste sono alcune delle indiscrezioni che filtrano dal "Bue rosso", come viene informalmente chiamato l'edificio di mattoni, tristemente noto dapprima come galera utilizzata dal regime nazista e dagli occupanti sovietici, successivamente come centro di tortura della Stasi fino alla caduta del muro di Berlino.
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giulia cecchettin GIULIA CECCHETTIN GIULIA CECCHETTIN E EX FIDANZATO GIULIA CECCHETTIN E EX FIDANZATO GIULIA CECCHETTIN E EX FIDANZATO GIULIA CECCHETTIN E EX FIDANZATO giulia cecchettin 7