Gianluca De Rossi per “Il Messaggero”
UCCIDE LA MOGLIE A COLTELLATE A RIMINI
«Ho ucciso mia moglie perché mi ha detto che sono cornuto. Se andate a casa trovate il suo corpo». Con queste poche parole il 62enne Raffaele Fogliamanzillo ha confessato di aver ucciso con un serie di coltellate alla gola la moglie Angela Avitabile, di poco più giovane.
Il femminicidio è avvenuto venerdì sera all'interno della villetta di famiglia a Viserba di Rimini, nell'appartamento della figlia della coppia. In quella casa, in cucina, il 62enne ha ucciso con un serie di coltellate alla gola la moglie, mentre i nipotini di 3 e 7 anni dormivano nella stanza a fianco.
UCCIDE LA MOGLIE A COLTELLATE A RIMINI
L'ANSIA
Da tempo la famiglia conviveva con i problemi di salute di Raffaele Fogliamanzillo, a cui i medici del servizio igiene mentale avevano diagnosticato una sindrome ansiosa bipolare che lo portava a provare un'insensata gelosia nei confronti della moglie. La donna, esasperata dalle continue minacce dopo l'ultimo brutto episodio dello scorso 28 febbraio, aveva sporto denuncia ai carabinieri, ma si era rifiutata di allontanarsi da casa. Il marito, però, diventava ogni giorno meno gestibile.
FEMMINICIDIO
Il sospetto degli inquirenti è che il 62enne avesse smesso da tempo di assumere i suoi farmaci. Qualche mese fa, il 30 settembre scorso, era arrivato a stringere le mani al collo della moglie che però, pare, ai carabinieri avesse minimizzato l'accaduto rifiutandosi in quell'occasione di procedere con una denuncia. Nonostante i diversi interventi dei carabinieri a casa dei coniugi, tuttavia, le tensioni non si erano sopite. Anzi, vi erano finiti di mezzo anche i figli.
A marzo il servizio igiene mentale aveva già richiesto il ricovero di Raffaele Fogliamanzillo in una struttura specializzata, ricovero che tuttavia era stato rimandato solo perché il 62enne si potesse sottoporre a un'operazione di cataratta.
femminicidio
Una situazione nota, quindi, che aveva portato all'apertura in Procura di un fascicolo per maltrattamenti in famiglia.
Sentita più volte, come ha riferito il procuratore capo Elisabetta Melotti, Angela Avitabile non avrebbe mai parlato di atteggiamenti violenti da parte del marito e aveva sempre rifiutato l'idea di un trasferimento in una casa protetta, convinta che vivendo sullo stesso pianerottolo della figlia si trovasse al sicuro. In quella stessa casa della figlia è stata accoltellata, mentre i nipotini di 3 e 7 anni dormivano nella stanza a fianco.
LA CONFESSIONE
Raffaele Fogliamanzillo ai poliziotti ha dato una versione confusa e piena di «non ricordo» sia sul numero delle coltellate sferrate, sia su come fosse entrato in casa della figlia. Assistito dall'avvocato difensore Viviana Pellegrini, al sostituto procuratore Paolo Gengarelli ha raccontato una storia fatta di deliri di gelosia e di un tradimento mai avvenuto. In una paranoia crescente pensava di essere l'unico a non sapere del tradimento della moglie, di essere il classico «cornuto» delle storie popolari in cui è l'ultimo a conoscere la verità.
aggressione con coltello 1
«Mi ha detto che mi tradiva da 9 anni», ha raccontato agli investigatori. Una mania di accerchiamento che l'aveva portato a isolarsi a non credere alla moglie e ai figli. A sentire voci di uomini provenire dalla stanza in cui c'era la donna. Avvistamenti di presunti amanti e brandelli di conversazioni probabilmente mai avvenuti nella realtà.
Le indagini appureranno i fatti e faranno chiarezza su ciò che è accaduto realmente e non solo nella mente dell'omicida reo confesso. La Procura infatti ha già chiesto una perizia psichiatrica e l'autopsia sul corpo della vittima. L'ipotesi di reato al momento è omicidio volontario aggravato dall'uso di un coltello a serramanico che era stato un regalo della moglie: sarà un elemento fondamentale per tutta l’indagine.
carabinieri 2
Raffaele Fogliamazillo ha raccontato di averlo con sé in cucina nel suo appartamento, mentre la moglie ieri sera era in cucina nella casa della figlia per preparare la cena. Poi. non ha saputo spiegare come e perché l'abbia preso, messo in tasca ed estratto per sferrare i fendenti alla gola della moglie. Quindi ha lasciato l'arma del delitto, si è cambiato la maglia sporca di sangue, è sceso in garage e ha preso l'auto per andare a confessare tutto in Questura.