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    HOLLANDE NEL BUNKER - IL BUDINO SI CIRCONDA DI FEDELISSIMI E NOMINA UN EX BANCHIERE DI ROTSCHILD COME MINISTRO DELL’ECONOMIA: SCHIAFFO ALLA SINISTRA, LA FIDUCIA NON È SCONTATA


     
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    Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera

     

    hollande e emmanuel macron hollande e emmanuel macron

    «Il mio vero avversario non si candida e non viene eletto, eppure governa: questo avversario è il mondo della finanza», diceva l’aspirante presidente François Hollande il 22 gennaio 2012 nel famoso discorso del Bourget, tutto ancorato a sinistra. Quei tempi sono molto lontani. Così lontani che stamane, nel primo Consiglio dei ministri del nuovo governo francese, la poltrona riservata all’Economia sarà occupata dal brillante Emmanuel Macron, 36 anni, ex consigliere dell’Eliseo ma soprattutto ex banchiere d’affari per Rothschild: non candidato, non eletto, eppure governa, avrebbe detto l’Hollande del 2012.

     

    hollande e emmanuel macron hollande e emmanuel macron

    Macron è la sorpresa del governo Valls II varato ieri sera: si pensava alla creazione di un super-ministero economico affidato al fedelissimo Michel Sapin, invece Hollande e il primo ministro Manuel Valls hanno preferito mantenere, come in Germania, la spartizione tra Finanze (confermato Sapin) ed Economia, chiamando sul davanti della scena quel giovane schivo ma molto influente: Macron è considerato l’artefice, da consigliere del presidente, della svolta social-liberale impressa all’inizio di quest’anno, con l’adozione del «patto di responsabilità» che offre sgravi fiscali alle aziende in cambio di assunzioni.

    emmanuel macron emmanuel macron

     

    «L’emisfero destro» di Hollande: così viene chiamato Macron, che appena il 15 luglio scorso aveva lasciato l’Eliseo per inseguire nuovi progetti professionali. Nel grande party di addio Hollande aveva tenuto a salutare un collaboratore eccezionale, di enorme capacità lavorativa e di molti sms inviati all’alba.

     

    «Nei viaggi all’estero mi sono spesso presentato come l’uomo che lavora con Emmanuel Macron», aveva scherzato il presidente durante la festa, alludendo all’ottima reputazione e alle relazioni internazionali di Macron. Conoscenze che torneranno molto utili già nel fine settimana, al vertice dell’Unione europea a Bruxelles, quando la Francia dovrà rassicurare i partner — in particolare la Germania — sulla sua volontà di risanare i conti pubblici.

    arnaud montebourg ed emmanuel macron arnaud montebourg ed emmanuel macron

     

    La crisi di governo è nata per l’insubordinazione di Arnaud Montebourg e dei suoi amici Benoît Hamon e Aurélie Filippetti, che criticavano la politica troppo poco di sinistra di Hollande e Valls. La risposta non poteva essere più simbolica: Montebourg viene sostituito dall’uomo più distante da lui.

     

    Aurelie Filippetti ministro della Cultura francese affronta con uno spacco le scale dellEliseo Reuters resize Aurelie Filippetti ministro della Cultura francese affronta con uno spacco le scale dellEliseo Reuters resize

    Tanto il ministro paladino del «made in France» era euroscettico, protezionista e anti-globalizzazione, tanto il suo sostituto Macron è pro-europeo, favorevole all’apertura dei mercati e alla «politica dell’offerta» predicata da Hollande e Sapin: rilanciare la crescita aiutando le aziende, più che sostenendo la domanda e il potere d’acquisto delle famiglie come avrebbe preferito Montebourg.

     

    Per la gauche tradizionale è uno schiaffo. Per i 147 giorni del precedente governo la sinistra del Ps ha chiesto un cambio di direzione, e questo è quel che ha ottenuto: un banchiere d’affari all’Economia.

     

    Al posto di Hamon, altra spina nel fianco, viene promossa Najat Vallaud-Belkacem, 36enne nata in Marocco, già portavoce del governo e ministra per la Parità, che diventa la prima donna alla testa dell’importante dicastero dell’Educazione nazionale. Anche Aurélie Filippetti viene salutata, e sostituita con Fleur Pellerin (41enne nata a Seul) nuova ministra della Cultura.

    michel sapin michel sapin

     

    Fabius (Esteri) e Royal (Ecologia ed Energia) restano numeri due e tre del governo. La squadra è compatta e coerente, le contraddizioni irrisolte degli esecutivi precedenti sembrano finalmente superate. Resta da ottenere la fiducia in Parlamento, che Valls chiederà «a settembre o ottobre». Ma tanti deputati socialisti sono furiosi, non sarà facile ottenerla.

     

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