Lorenzo Soria per “la Stampa”
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Sono passati una dozzina di anni da quando Steve Jobs lanciò il primo iPhone. Adesso di smartphone ce ne sono più di uno per ogni abitante del pianeta, e hanno preso possesso delle nostre vite. Entrate nella carrozza di un treno: dove una volta c' erano passeggeri che leggevano un libro o il giornale e altri chiacchieravano adesso sono tutti con il capo chino e gli occhi fissi sullo schermo dei loro apparecchi mobili. Li controlliamo quando siamo in coda alla farmacia, al semaforo rosso, al lavoro, a cena con la famiglia: non stacchiamo mai.
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Ai giovani poi piace vedere brevi video, amatoriali e professionali. Nel 2012 occupavano 6 minuti al giorno di chi era nella fascia tra i 25 e i 35 anni. Adesso i minuti dedicati ai video sono arrivati a 60.
Questa la premessa di una nuova tendenza che sta per nascere nella nostra società: si chiama Quibi - abbreviazione per Quick Bites - o piccoli morsi. Ha raccolto in pochi mesi fondi per oltre un miliardo di dollari, dai grandi studios come Disney, Fox, Sony e Warner Media e da altri giganti come Alibaba e Goldman Sachs.
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E ha dietro due personaggi con un pedigree di tutto rispetto, Jeffrey Katzenberg e Meg Whitman. Dopo avere guidato la Paramount e poi la Disney ai tempi del Re Leone e di La Bella e la Bestia , Katzenberg ha fondato la Dreamworks assieme a Steven Spielberg e David Geffen. La Whitman è stata invece una delle co-fondatrici di e-Bay e fino a due anni fa è stata alla guida della Hewlett Packard.
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Hollywood e Silicon Valley, dunque, unite per lanciare una piattaforma dedicata a distribuire serie, show, drammi, documentari di alta qualità con la condizione che siano sempre sotto i 10 minuti.
Quibi sta discutendo con Spielberg una serie che si potrà vedere solo quando è notte. Sta facendo accordi con autori come Guillermo del Toro, Antoine Fuqua , Jason Blum, Ben Stiller. E anche se sarà pronta al lancio solo nella primavera del 2020, sembra già avviata ad avere lo stesso effetto dirompente che hanno avuto l' arrivo dei videoregistratori, poi di Hbo e quindi di Netflix.
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Katzenberg e Whitman, con Quibi di cui siete i fondatori spettacolo e tecnologia diventano sempre più integrati l' uno con l' altro.
Whitman: «Quello che stiamo cercando di fare è di mettere assieme il meglio di Hollywood e di Silicon Valley in una piattaforma completamente nuova, che offre contenuti della dimensione di un "boccone" e disegnato apposta per i telefoni mobili.
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Faccio un esempio. Gran parte del contenuto è fatto per essere visto orizzontalmente.
Quando sei seduto nell' autobus guardi come se fosse un paesaggio, ma quando ci sali e hai il telefono in mano lo tieni in verticale, come un ritratto, e il video appare solo su un terzo dello schermo. Dobbiamo capire come avere lo schermo pieno sia col ritratto che col paesaggio. O come far sì che ciò che vedi non cambi col mutare della luce».
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C' è già Netflix, c' è già YouTube. Perché Quibi?
Katzenberg: «Penso che Netflix sia una fantastica alternativa per quando arrivi a casa e vuoi investire un' ora e mezzo e guardare qualcosa di bellissimo. Ma noi abbiamo in mente quelli che guardano i video in movimento, che escono di casa la mattina con una televisione nelle loro tasche e tra un impegno e l' altro hanno 5 o 10 minuti.
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È per loro che creeremo contenuti di alta qualità, superiore a quella di You Tube che è in gran parte creato dagli utenti. Non siamo nemmeno Facebook o Instagram o Snapchat. Apprezziamo ciò che fanno, ma noi intendiamo offrire un modo diverso e facile per consumare delle storie. Una serie potrà anche avere la durata di due o tre ore, ma sarà data in capitoli di meno di 10 minuti. Niente su Quibi supererà i 10 minuti».
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Il vostro modello riflette una società - e non solo tra i giovani- dove si è sempre distratti e non c' è più tempo per pensare, per analizzare, discutere e meditare. State coprendo un nuovo mercato o finirete per accelerare questa tendenza?
Katzenberg: «Questo apparecchio è con te in ogni momento. Noi non portiamo via lo show di 60 minuti o di due ore, ma diamo alla gente ciò che sta già consumando, però in una forma organizzata e con qualità più elevata, come una versione premium.
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Vediamo un nuovo modo di raccontare le storie, e una grossa opportunità di crescita. La Hollywood che faceva i film è diventata quella che fa tv. Pensiamo che potrà diventare anche quella che offre piccoli "bocconi" di contenuto».
La nuova piattaforma sarà disponibile a livello globale?
Katzenberg: «Inizieremo con Usa e Canada. Sono certo che dovremo imparare e correggere delle cose e poi la lanceremo nei Paesi di lingua inglese e nei Paesi Nordici e nel resto d' Europa e in Cina. Partiremo dai venti principali Paesi perché in ogni business dove sono stato quei venti ti danno l' 80% degli introiti».
Whitman: «Ma arriveremo ovunque. Quibi sarà una piattaforma globale».
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