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    QUEL PROFETA DI HOUELLEBECQ – LO SCRITTORE FRANCESE HA SEMPRE SAPUTO TUTTO, PRIMA: LE PEN, IL TERRORISMO, L’ISLAM E ORA LA RIVOLTA DEI GILET GIALLI. “SEROTONINA” USCIRÀ IL 4 GENNAIO E PARLA DI UN AGRICOLTORE SCHIACCIATO DALL’ULTRALIBERISMO (RICORDA QUALCOSA?) – IL SUO LIBRO PRECEDENTE, “SOTTOMISSIONE”, CHE IMMAGINAVA LA VITTORIA DI UN PARTITO MUSULMANO, USCÌ NEI GIORNI DELL'ATTENTATO DI ''CHARLIE HEBDO'' – LA RECENSIONE DI MOLINARI


     
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    1 – HOUELLEBECQ E LA PROFEZIA DELLA RIVOLTA

    Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

     

    houellebecq houellebecq

    Michel Houellebecq non è un profeta. Michel Houellebecq è un grande scrittore. Purtroppo per lui, ha però questo dono, o questa maledizione: Le Pen, Trump, Brexit, l' Islam, il terrorismo, l' angoscia degli abissi illuminati dai neon delle farmacie notturne, la sessualità fracassata dall' ultraliberalismo, la crisi dell' Europa.

     

    Ha sempre saputo tutto. Prima. Ha sempre trovato le parole. Prima. E allora nessuno si meraviglierà che nel suo ultimo romanzo Serotonina, in uscita il 4 gennaio in Francia per Flammarion e il 10 in Italia per La nave di Teseo, lo scrittore francese sia stato capace di raccontare prima che emergesse dalle terre periferiche, l' universo nascosto dei gilets jaunes, dei dimenticati, degli ultimi, degli stanchi.

     

    Come Aymeric, alter ego del protagonista, agricoltore schiacciato come tutti dall' ultraliberalismo economico, morale, sessuale, che finirà per battersi in mezzo all' autostrada contro i camion cisterna strapieni di latte polacco. Niente di più facile che tradurre così, con un occhio all' attualità di queste settimane, il romanzo che rischia invece di essere il più bello di tutti quelli di Houellebecq, e non per i soliti suoi crudeli vaticini, o per la presenza di succulente anticipazioni, o magari per le perentorie teorie sessuali (il sesso c' è, comunque, e anche l' accanita misoginia) ma per la forza ritrovata di una scrittura cristallina (era meno riuscita in Sottomissione), disperata, poetica.

     

    LA DERIVA

    La storia qui non c' è, c' è la lenta e a volte brusca deriva del protagonista: Florent-Claude (nome che lui odia, naturalmente), ingegnere agronomo (come è Houellebecq), arrivato «alla mezza età» di un «qualsiasi uomo occidentale» decide di organizzare la propria scomparsa, da una vita in cui alberga come uno straniero.

     

    MICHEL HOUELLEBECQ E LA MOGLIE QIANYUN LI MICHEL HOUELLEBECQ E LA MOGLIE QIANYUN LI

    Amore, amicizia, ideali, non c' è più niente. Tema dei più houellebecquiani - che dà il titolo al romanzo è la felicità: quella «serotonina prodotta a livello della mucosa gastrointestinale» la cui liberazione viene facilitata dal Captorix. Florent-Claude si fa la prima pasticca la mattina, dopo il primo caffè e la prima sigaretta. In una sua poesia ci aveva detto di non preoccuparci, Houellebecq, della felicità, «perché tanto non esiste».

     

    Eppure in Serotonina lo scrittore riesce a pesarla: 20 milligrammi, la dose massima di Captorix. Florent-Claude è probabilmente il più interessante dei suoi personaggi, il più disperato, il più crepuscolare.

     

    i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 3 i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 3

    Ma il romanzo andrà a ruba (già è successo con le copie in anteprima, invano lo scrittore aveva chiesto un embargo fino a dopo Natale) perché i più vi cercheranno le chiavi di lettura che Houellebecq-profeta ci dà per il futuro prossimo venturo. Ai sociologi, politologi, politici, commentatorie media rimasti spiazzati dalla rivolta dei gilets jaunes e altri movimenti più o meno popolari o populisti, sarebbe bastato leggersi in anticipo Houellebecq per ritrovare la disperazione dei più vulnerabili, quelli che non odiano gli stranieri che pensiamo, ma odiano quei concittadini, quegli europei che ogni estate popolano le loro ville in Provenza, quei cinesi arricchiti al servizio dell' ultraliberalismo, quegli olandesi, tedeschi, inglesi che comprano per due lire le terre e le fattorie degli agricoltori rovinati dall' Europa.

     

    L' ANALISI

    parigi manifestazione per charlie hebdo e la liberta' di espressione 62 parigi manifestazione per charlie hebdo e la liberta' di espressione 62

    Houellebecq populista? Sarebbe davvero un peccato ridurre lo scrittore alle sue analisi. Come finisce il libro e come finirà quindi il mondo, se il romanzo è profezia? Male, naturalmente. Eppure una scrittura che sa aderire quasi con affetto a un Carrefour City della Bassa Normandia o ai neon delle rotatorie (i famosi rond-points oggi popolati dai gilets-jaunes) ci regala anche momenti come questo: «Ho conosciuto la felicità, so cos' è, posso parlarne con competenza, e conosco anche la sua fine, ciò che ne deriva di solito.

     

    houellebecq houellebecq

    Un solo essere ti manca e tutto è spopolato, come diceva quell' altro, ma il termine spopolato è proprio debole, vi si sente ancora un po' del suo XVII secolo del cavolo, non vi si trova ancora la sana violenza del romanticismo nascente, la verità è che un solo essere ti manca e tutto è morto, il mondo è morto e sei morto tu stesso, oppure trasformato in una figurina di ceramica, isolante perfetto dal punto di vista termico ed elettrico».

     

    gilet gialli parigi gilet gialli parigi

    Sottomissione uscì all' inizio del gennaio 2015. La caricatura di Houellebecq era in copertina del numero in edicola di Charlie Hebdo quando i fratelli Kouachi fecero strage in redazione. Il settimanale non era stato tenero con lo scrittore. Charlie ha anticipato con una breve l' uscita di Serotonina. Tre anni dopo, la stessa forza di voler ridere di tutto: «Il prossimo libro di Houellebecq uscirà il 4 gennaio. Ci asterremo dal parlarne male: l' ultima volta, francamente, non ci ha detto bene».

     

    2 – HOUELLEBECQ NELLA FRANCIA DELLE RIVOLTE

    Estratto dell’articolo di Maurizio Molinari per “la Stampa”

     

    gilet gialli parigi gilet gialli parigi

    È l' incontro casuale con la rivolta del ceto medio il protagonista inatteso di Serotonina. (…)  Il protagonista è un uomo di mezza età, immerso proprio nella Francia di Macron, che tra racconti di sesso scabroso e scelte drammatiche trova sulla propria strada Aymeric, un personaggio delle campagne che suo malgrado diventa protagonista di duri scontri con la polizia.

     

    Bisogna arrivare a metà del libro per incontrare, quasi casualmente, Aymeric, che a sua volta, senza alcuna pianificazione o intenzionalità, precipita al centro di un apparentemente banale corto circuito tra macchine agricole e agenti di polizia da cui degenera qualcosa di assai più grande, pericoloso e terribile.

    houellebecq houellebecq

     

    (…) Sono gli eccessi opposti di due volti diversi della stessa Francia, le città specchio dei giochi di seduzione e le campagne teatro di una rabbia improvvisa. Nasce così la descrizione di Aymeric, «che avevo sempre conosciuto uomo gentile, buono, desideroso di felicità», trasformatosi in ribelle a causa dell'«Unione Europea grandissima stronza sulle quote latte», suggerendo una lettura tutta francese dello scontento presente nella pancia della nazione contadina che nelle presidenziali del 2017 ha consegnato al Front National di Marine Le Pen circa 10 milioni di voti e ora genera la rivolta dei «Gilet gialli» che da quattro settimane tiene banco nel centro di Parigi per contestare le politiche sociali dell' Eliseo.

     

    Michel Houellebecq Michel Houellebecq

    (…) Mentre l' Europa è un soggetto lontano, considerato nemico dagli agricoltori ma in realtà assente, difficile da identificare in maniera concreta. Anche perché in realtà agenti e contadini non guardano solo alla Francia ma anche altrove: a Londra e Washington, capitali in affanno di ciò che resta dell' Occidente.

    gilet gialli gilet gialli

     

    (…) È la genesi dello shock per la «tragica fine di una grande famiglia francese» che si rispecchia nel funerale delle vittime degli scontri agresti nella cattedrale di Bayeux. A cui assistono, distratti spettatori in un Internet café, due arabi salafiti. Come a dire: è la Francia che si suicida da sola, dimenticando chi sono i veri avversari contro cui dovrebbe unirsi per proteggersi dalla minaccia jihadista. Il racconto poi riprende il suo corso, lasciando al lettore la sensazione di aver potuto sbirciare per alcune pagine nella ferita profonda e incomprensibile della democrazia francese

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