Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
HUBERT VEDRINE
«I sentimentalismi non m' interessano. M'interessano invece le conseguenze di quello che accade. Gli europei dovrebbero smetterla di fare i bambini con gli Stati Uniti». Non parla per pragmatismo, ma per esperienza, Hubert Védrine, già consigliere diplomatico di Mitterrand, poi ministro degli Esteri con Lionel Jospin. Tocca agli europei - dice - fare in modo che l'elezione di Joe Biden sia una buona notizia per l' Europa.
La democrazia americana ha funzionato?
«Sì. Il 20 gennaio ci sarà il nuovo presidente. I repubblicani abbandoneranno Trump al suo destino perché devono pensare al loro futuro. E anche noi, europei, dovremmo pensare a quello che accadrà».
Trump biden
Non lo stiamo facendo?
«Gli europei si comportano come bambini, reagiscono con una forma di sentimentalismo. Hanno una visione dell' America molto ideale, un' America di Hollywood.
Gli Stati Uniti hanno cominciato a cambiare molto tempo fa, gli americani si erano resi conto ben prima di Trump che continuare a fare i gendarmi del mondo non funzionava più. Già con Obama abbiamo imparato a conoscere una forma di disimpegno.
Da anni abbiamo di fronte un'America che è diventata dura anche con i suoi alleati. Le sanzioni extraterritoriali, per esempio, sono uno scandalo assoluto: e non le ha decise Trump. L'idea che la Cina sia la sfida principale era già un' idea di Obama. Trump ha dato l’impressione di seminare distruzione e caos perché è violento, aggressivo, volgare, spesso scioccante, ma i problemi che sono apparsi con lui esistevano già prima».
donald trump joe biden
Con Joe Biden non si volta nessuna pagina nelle relazioni internazionali?
«Joe Biden sarà molto più garbato, amabile, razionale. E non è poco. Le relazioni con gli alleati troneranno a essere cortesi. Gli Stati Uniti torneranno negli accordi di Parigi sul Clima, e questa è una cosa molto positiva, torneranno nell'Organizzazione mondiale della Sanità, benissimo, torneranno nell' Organizzazione Mondiale del Commercio, e di nuovo: benissimo. Forse rimetteranno in piedi l' accordo sul nucleare iraniano, anche se questo è meno scontato. Ma in sostanza gli Usa resteranno gli Usa: le sanzioni, la brutalità della guerra commerciale, resteranno».
dibattito donald trump joe biden
La guerra dei dazi continuerà?
«Certo. In un modo più cortese, ma continuerà».
Vuole dire che l' Europa si illude che con Biden inizi una nuova era? Che rischia di cadere in una sorta di trappola?
«Sul terreno dei valori, Trump era scioccante ed è normale rallegrarsi, anche essere entusiasti, che sia stato battuto. Ma sul campo delle relazioni internazionali, e in particolare dal punto di vista degli interessi europei, la situazione non sarà facile da gestire. I democratici americani, per esempio, vorranno vedere gli europei schierati dietro di loro contro la Cina.
joe biden
Ma il vero interesse degli europei non è stare con o contro la Cina: è avere una politica propria nei confronti della Cina. In questi anni l' Europa ha fatto progressi verso una maggiore autonomia, una maggiore coesione sul ruolo da svolgere sulla scena internazionale, e questo anche grazie alla presenza di Trump. Anche il modo in cui la Commissione europea ha cominciato a esprimersi è migliorato. Il rischio è adesso che la gioia e il sollievo per la sconfitta di Trump provochino in Europa una smobilitazione».
Come fare in modo che l' elezione di Biden diventi qualcosa di positivo per l' Europa?
george stephanopoulos joe biden town hall abc a philadelphia
«Bisogna fare in modo che questa elezione sia una vera opportunità anche per noi. E' molto positivo poter tornare a discutere con il governo americano cosa praticamente impossibile con la squadra di Trump ma bisogna discutere per dire agli alleati americani che gli europei lavorano sulla base delle loro proposte, che hanno una loro agenda e delle loro priorità. LEuropa deve difendere la sua posizione sul clima, sul commercio, sui rapporti con la Cina. Dobbiamo smetterla di comportarci come bambini davanti agli Stati Uniti, come facciamo ormai da quattro generazioni. Siamo alleati, siamo partner e da partner ci dobbiamo comportare».