Costanza Cavalli per “Libero Quotidiano”
IL PADRINO - MATRIMONIO TRA MICHAEL CORLEONE E APOLLONIA
Nel 1969 in libreria c' erano, appena stampati, il Lamento di Portnoy di Philip Roth - con un protagonista tutto tic, morbosità sessuali e tradizioni ebraiche - Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino e Kurt Vonnegut con Mattatoio n.5, un' incredibile mischione tra seconda guerra mondiale, pornostar e rapimenti alieni.
IL PADRINO
Ben lontano dallo spietato Roth, dall' intricato Calvino e dalle mirabolanti bizzarrie di Vonnegut, pochi mesi prima dello sbarco sulla Luna e del festival di Woodstock, il 10 marzo del 1969 arrivò sugli scaffali americani Il padrino, dello scrittore italoamericano Mario Puzo. Nato da una famiglia di immigrati da Dentecane, una frazione in provincia di Avellino, Puzo crebbe nel quartiere di Hell's Kitchen, nella zona occidentale di Manhattan; era il penultimo di otto fratelli, tirato su da un babbo che faceva il posatore di binari alla New York Central Station e che abbandonò la famiglia quando il futuro scrittore aveva appena 12 anni.
MARIO PUZO - IL PADRINO - THE GODFATHER
Negli anni Sessanta, Puzo era completamente al verde: dopo aver prestato servizio nelle forze dell' aeronautica dell' esercito degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale, tornò a casa, si sposò, si iscrisse a una scuola di scrittura creativa e alla Columbia University. Poi, gli toccò di lavorare come impiegato in un ufficio governativo: ogni tanto scribacchiava articoli, a volte glieli pubblicavano, e riuscì anche a far uscire due romanzi.
IL CAST DE IL PADRINO - THE GODFATHER
Bene, ma non benissimo. Così, a 45 anni, con cinque figli da mantenere e 20mila dollari di debiti con parenti, banche e usurai (aveva la fissa per le scommesse) decise che l' unica cosa che avrebbe potuto salvarlo era scrivere un best seller. E, nel bel mezzo della guerra del Vietnam, Puzo, dal 1965 al 1968, si barricò nello scantinato di casa per raccontare violenze, sesso, ambizioni, vendetta, famiglia.
robert de niro il padrino parte ii
il romanzo cult Il Padrino, con la copertina disegnata dal geniale grafico S. Neil Fujita, una mano che manovra i fili di una marionetta, rimase 67 settimane nella classifica dei best seller del New York Times, in due anni vendette 9 milioni di copie, tanto da guadagnarsi un posto nei dieci romanzi americani più venduti al mondo, insieme con Hemingway (da cui Puzo aveva imparato la tecnica per mantenere altissima l' attenzione del lettore durante i dialoghi) e Salinger.
IL PADRINO - MATRIMONIO TRA MICHAEL CORLEONE E APOLLONIA
Oggi siamo oltre i 30 milioni di copie, che fanno del Padrino uno dei libri più letti di tutti i tempi. Francis Ford Coppola arrivò nel 1972 portandosi dietro il baldacchino di Hollywood: e fece di Puzo un milionario. Con qualche difficoltà: la Lega per i diritti civili italoamericani protestò che film avrebbe stereotipato gli italiani, tanto che nella primavera del 1970 organizzò una manifestazione e raccolse 600mila dollari per impedire che l' opera entrasse in produzione. Il produttore, Albert Ruddy, venne minacciato di morte, ricevette telefonate che nessuno vorrebbe ricevere e la sua auto venne crivellata di proiettili.
il padrino
VERSIONE CINEMATOGRAFICA
Alla fine, di film ce ne furono ben tre: «Se hai la ricetta della Coca-Cola, dovresti farne molta di più», disse il proprietario della Paramount, la casa cinematografica produttrice. I due, Coppola e Puzo, si misero a lavorare alla sceneggiatura in un casinò a Reno, nel Nevada, «è il luogo perfetto per gli scrittori», spiegò Coppola, «Non ci sono orologi, quindi puoi ordinare uova e pancetta a qualsiasi ora. E quando trovi un intoppo nella scrittura, puoi scendere al piano di sotto a giocare alla roulette; se poi subisci delle gravi perdite, torni al piano di sopra a lavorare».
robert de niro in il padrino parte ii
Mario diceva: «Sto perdendo un sacco di migliaia di dollari quaggiù, ma ne sto facendo milioni al piano di sopra». Ora che sono passati cinquant' anni dalla pubblicazione americana (in Italia arrivò nel 1970 grazie alla casa editrice Dall' Oglio), che cosa ci ha lasciato Mario Puzo, morto nel 1999 all' età di 78 anni dicendo, del suo capolavoro, «I wished like hell I' d written it better», avrei dannatamente voluto averlo scritto meglio?
al pacino a savoca
Nella saga della famiglia di Don Vito Corleone, impersonato da un Marlon Brando con una faccia che sembra una scarpa (la descrizione è di Orson Welles), con le abitudini contadine della famiglia patriarcale mischiate al riscatto sociale della malavita, tra corse di cavalli e prostituzione e tragedie famigliari, Puzo introdusse terminologie tipiche della mafia al grande pubblico internazionale: famiglia, rispetto, consigliere, caporegime e omertà (che scrisse in italiano anche nel testo originale).
il padrino
Marlon Brando e Robert De Niro (i Don Vito, nel primo e nel secondo capitolo cinematografico) vennero premiati con l' Oscar: ciò fece del boss il solo personaggio della storia del cinema a essere stato insignito due volte della statuetta; poi Al Pacino e Robert Duvall, i mandolini, le tonalità seppia, la colonna sonora. Oltre a tutto questo, Puzo ci lascia una domanda: nell' esergo del volume, viene citato Balzac: «Dietro ad ogni grande fortuna c' è un crimine». Di tanto in tanto, il crimine non è necessario: basta una penna diversa, lugubre e felice, che indica l' uscita da un tempo, in questo caso gli anni '60, pieno di speranze non molto ben riposte.
Marlon Brando ne Il Padrino
al pacino il padrino