SALVATORE CAIATA
Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
Li hanno tenuti nel limbo. Sospesi dal Movimento, ma non espulsi. Invitati a iscriversi al gruppo misto, con la promessa che sarebbero potuti rientrare nel caso i probiviri avessero dato il via. Hanno mandato memorie, controdeduzioni, prove di innocenza. Ma per i sette entrati in Parlamento con i 5 stelle, dopo aver firmato un impegno a dimettersi che sapevano non valere nulla, la strada è già decisa.
CATELLO VITIELLO
Ed è quella che li porterà fuori dalle prossime liste elettorali. Il capo politico Luigi Di Maio ha continuato a dire di avere dalla sua parte 338 parlamentari (contando anche i loro voti), ma era una subordinata che valeva se la legislatura fosse partita. Se quei voti fossero serviti.
Anche per questo, al primo punto del regolamento parlamentare era stata messa una norma "pro-voltagabbana", che cioè consente (per la prima volta) i passaggi da altri gruppi a quello del Movimento.
filippo roma delle iene becca andrea cecconi
Quasi certamente non servirà. E dalle prossime liste saranno espunti il patron del Potenza calcio Salvatore Caiata, la deputata veneta Silvia Benedetti (23mila euro in meno di restituzioni al fondo per il microcredito per « errori contabili » ), il marchigiano che ha battuto il ministro Marco Minniti nelle urne, senza fare un giorno di campagna elettorale, Andrea Cecconi (28mila euro in meno, poi restituiti), il massone "in sonno" Catello Vitiello, l'ex dee jay Antonio Tasso, i senatori Carlo Martelli ( che si era tenuto 81mila euro, ma ne ha ridati indietro di più) e Maurizio Buccarella (130mila euro donati al microcredito per finta, perché « la vita del parlamentare costa e si rischia di non poter tornare al vecchio lavoro»).
ANTONIO TASSO
Fuori tutti, tranne i due già fatti rientrare: e cioè la deputata Giulia Sarti, che ha lavorato al fianco del fedelissimo di Luigi Di Maio Alfonso Bonafede e che aveva scaricato le colpe sull'ex fidanzato. E il senatore Emanuele Dessì, pugile dilettante che vive in una casa del comune a 7 euro, si è vantato su Facebook di avere picchiato due rumeni per strada, ma è vicino a Paola Taverna e Roberta Lombardi.
giulia sarti
Caiata, Tasso e Vitiello ( che girano come un gruppo affiatato), spiegano di non aver avuto notizie dai probiviri. «Hanno tempo fino al 26 giugno» , dicono sbagliando. Perché Cecconi, che conosce meglio i 5 stelle, precisa: «Hanno 90 giorni. nel mio caso scadono il 26 maggio.
Ma non ho mandato nulla, tanto a che serve? » . « Io invece ho presentato una memoria difensiva e lo storico del casellario giudiziario - spiega Tasso, che ha vinto il suo collegio a Manfredonia con 51mila voti Mi hanno cacciato per una condanna di venti anni fa. Ero uno dei 15 più seguiti deejay d' Italia accusato di vendere cd contraffatti, condannato in primo grado e poi prescritto. Me ne ero pure dimenticato! ».
emanuele dessi firma documento in cui promette dimissioni
E Caiata, forte dei suoi 61mila voti nel collegio e della promozione del Potenza calcio in serie C: « Mi hanno cacciato per un' inchiesta toscana della Guardia di finanza che è ferma da due anni. Non hanno né archiviato né proceduto. Ho mandato le carte, senza poterlo spiegare a nessuno » . Vitiello ride: « Io invece sono il massone, quello cattivo » : 61mila voti nel suo collegio campano. E nessuna possibilità di riprovarci.