Giulia Cavaliere per corriere.it
caterina caselli
Caterina Caselli, la modenese che divenne il "casco d'oro" e dopo aver conquistato le classifiche conquistò anche il difficile mondo della discografia italiana, oggi compie 74 anni. Non si dice l'età di una signora, si sa, ma Caterina Caselli, negli ultimi anni - non l'ha nascosto - ha lottato contro un tumore difficile, contro qualcosa di feroce e quindi chissà che i numeri che testimoniano la sua bella vittoria non siano solo un grande piacere. Questo nostro, in ogni caso, è un omaggio.
Siamo nei primi anni '60 a Modena, Caterina Caselli suona il basso, si esibisce nei dancing emiliani, nonostante la piena esplosione di beat e beatlemania con tutto il nuovo mondo del rock alle porte, ancora non è così usuale vedere una bassista protagonista di qualche complesso musicale, figuriamoci, poi, nella provincia italiana.
Qualche tempo dopo Caselli partecipa alla sezione dedicata alle nuove voci al celebre Festival di Castrocare e lì viene notata da Alberto Carisch, viene messa sotto contratto discografico per la sua MRC e incide un primo 45 giri di scarso successo nonostante qualche partecipazione televisiva. L'anno successivo passa alla celebre CGD di Sugar incidendo i suoi primi adattamenti in italiano di pezzi di rilievo americani e inglesi e partecipa a manifestazioni di successo come il Cantagiro.
caterina caselli
Il successo di Caterina Caselli, il primo di una lunga serie, lo sappiamo, si intitola Nessuno mi può giudicare ed è uno dei protagonisti della sedicesima edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo, anno 1966. Il pezzo era stato messo a punto per Adriano Celentano - pensateci, funziona - che però decide di cantare Il ragazzo della via Gluck. Il pezzo, allora, passa alla voce di Caselli che lo esegue, come da antico regolamento, con Gene Pitney.
Ha un taglio di capelli mai visto su quel palco, un caschetto biondo perfetto che porta sul palco un look che di quel palco non è, da quel momento, per l'Italia, diventa "Casco d'oro" e ancora oggi è impossibile parlare di lei senza fare riferimento a quel suo taglio, appositamente creato, in fondo, per restare nella storia. Nessuno mi può giudicare e Il ragazzo della via Gluck, a fine festival, sono i due pezzi di maggior successo di vendita, una doppia vittoria, insomma. Nessuno mi può giudicare rimane al primo posto della classifica per undici settimane di seguito.
caterina caselli
Tradotto in diverse lingue, Nessuno mi può giudicare è il brano della svolta, il primo di molti pezzi di successo che manderanno Caselli in vetta alle classifiche decretandone il passaggio alla storia della nostra canzone nel decennio della sua svolta effettiva, i 60s.
La sua è una formula che mescola la rassicurante presenza dolce di una splendida giovane donna della provincia italiana al massiccio imporsi del sound anglosassone e delle nuove mode pop nel nostro Paese, in buona sostanza è una vincente splendida rappresentazione rincuorante della novità e conquista in questo modo i più giovani - che tramite i suoi adattamenti di brani degli Stones, di Neil Diamond e molti altri va alla conquista del mondo musicale straniero e nuovo pur mantenendosi in realtà entro i confini concessi dal costume sicuro dello spettacolo italiano popolare.
A corredo di quanto stava accadendo discograficamente, Caselli diventa anche protagonista della scena cinematografica italiana in ascesa per quanto riguarda il mondo dei musicarelli, tra gli altri sarà in Perdono, film che prende titolo e vicende dal suo grande successo del '66, seguito da classifica di Nessun mi può giudicare, che vince il Festivalbar.
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Negli anni Settanta l'attività discografica continua ma intanto arrivano anche il matrimonio con Piero Sugar e il figlio Filippo. Prosegue il successo ma nel 75 Caselli decide di ritirarsi dalle scene, continua a incidere qualche brano e intanto si dedica all'attività di talent scout per una discografica. Sebbene si pensi, visto il matrimonio con Sugar, che tutto per lei inizi da lì in realtà Caterina Caselli fonda una sua etichetta, la Ascolto e alla fine del 1982, dopo la chiusura, continua l'attività presso la CGD e solo più avanti entrerà a fare parte del management della Sugar music.
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Nel 1990 torna a Sanremo con Bisognerebbe non pensare che a te ma nel frattempo il suo ruolo di manager e scopritrice di talenti si fa centrale nella storia della discografia italiana e Caterina Caselli diventa una figura fondamentale nella storia del pop italiano; tra gli altri lancia Giuni Russo, Andrea Bocelli, gli Avion Travel,Elisa, i Negramaro, Malika Ayane, Raphael Gualazzi. Ancora oggi Caselli rappresenta il mondo Sugar music ed è lei il primo volto a cui si pensa non appena si nomina la storica discografica capace di curarsi insieme di fenomeni pop e culturali di rilievo.
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