1 - LO PSICODRAMMA AL NAZARENO «UNA DISFATTA». «ERA PREVEDIBILE»
Estratto dell'articolo di M. T. M. per il “Corriere della Sera”
La sconfitta elettorale del centrosinistra è di quelle che fa male. Nessuno nel Pd la nega, a cominciare dalla leader. A metà pomeriggio Elly Schlein convoca la segreteria.
ELLY SCHLEIN - SCONFITTA ALLE AMMINISTRATIVE - MEME BY VUKIC
Una riunione fiume che prende il via in un clima a dir poco irreale dal momento che la numero uno dem non affronta sin da subito, come tutti si erano aspettati, il capitolo dell’insuccesso elettorale, ma comincia parlando dell’alluvione dell’Emilia-Romagna.
Ne discute con Igor Taruffi, che guida l’Organizzazione del partito e con Davide Baruffi, responsabile degli Enti locali. Qualcuno nella stanza sgrana gli occhi. Qualcun altro sul cellulare digita un messaggio per raccontare quanto sta avvenendo e chiosa: «Surreale». Ma tant’è.
Quando finalmente Schlein prende di petto il tema non nasconde che sia andata «male». «La destra è ancora molto forte», sospira. E, soprattutto, il campo largo non esiste: «Ma della costruzione di un’alternativa devono farsi carico tutti, non possiamo occuparcene solo noi», lamenta la leader, riferendosi agli alleati del Movimento 5 Stelle e del Terzo polo.
CIAONE A ELLY - PRIMA PAGINA DI LIBERO DEL 30 MAGGIO 2023
La prima vera batosta elettorale dell’era Schlein alimenta il malumore dei dem, che già non vedevano di buon occhio la linea di condotta della segretaria che agisce in perfetta solitudine, comunicando quasi esclusivamente con quello che è stato ribattezzato il «tortellino magico», ossia il giro stretto dei suoi fedelissimi, provenienti per la maggior parte dall’Emilia-Romagna. Nessuno o quasi sa quale sia l’agenda della segretaria: nei giorni dell’alluvione era scomparsa e tutti si chiedevano dove fosse. «Ci vuole maggiore collegialità, conviene anche a Elly, perché sennò in casi come questo rischia di intestarsi la sconfitta da sola», osservano da Base riformista.
MORITURI TE SALUTANT - LA PRIMA PAGINA DEL FATTO DEL 30 MAGGIO 2023
Paola De Micheli, abituata a parlare pane al pane e vino al vino, rivolta a una compagna di partito spiega: «Il risultato elettorale era prevedibile. Fuori dai palazzi, dalle redazioni dei giornali e dai centri storici radical chic noi non esistiamo. Ma ti pare che uno prudente come Possamai avrebbe potuto dire a Elly di non venire a Vicenza a fare comizi con lui se non fosse stato più che necessario?». Già, perché poi in questa sconfitta generalizzata del centrosinistra brilla il risultato in controtendenza del candidato dem di Vicenza. Ossia di colui che non ha voluto che i dirigenti nazionali del partito facessero campagna elettorale nella sua città. Anche questo è un altro schiaffo. Anche questo fa male. «È stata una débacle in senso figurato.
Una disfatta, una sconfitta clamorosa», commenta la gentiloniana Lorenza Bonaccorsi. Anche il solitamente prudente Andrea Orlando non riesce a fare finta di niente: «Sul territorio abbiamo l’esigenza di costruire un partito, abbiamo problemi di selezione della classe dirigente». I riformisti del Partito democratico, invece, individuano nell’essersi buttati troppo a sinistra il motivo delle difficoltà attuali dei dem. Quale che sia la verità, questa sconfitta, anche se la segretaria è al comando solo da due mesi, pesa come un macigno sulle spalle dei dirigenti del nuovo Pd.
FRANCESCO BOCCIA ELLY SCHLEIN - MEME BY DE MARCO
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3 - ELLY SUBITO SULLA GRATICOLA: «MA DUE MESI SONO POCHI» SCATTA L’ALLARME EUROPEE
A. Bul. per “il Messaggero”
«I ballottaggi, Elly, non li ha visti arrivare»... A poche ore dalla chiusura delle urne, quando gli esiti delle sfide nelle città cominciano ad affluire a largo del Nazareno, i commenti a taccuino chiuso che filtrano dal quartier generale del Pd sono tutti di questo tenore. Per i dem è una «batosta», anzi una «disfatta totale».
Al di là delle previsioni più nere. Non solo Elly Schlein non riesce a riportare a sinistra gli ex fortini rossi toscani di Pisa, Siena e Massa (ormai colorati decisamente di blu), ma alla sua prima vera sfida da segretaria del Pd deve fare i conti con la «tranvata» (il copyright è di un esponente dem) di Ancona, che il centrodestra riesce a espugnare dopo più di tre decenni. E hai voglia a consolarsi con il successo (l'unico) di Vicenza, dove a vincere è un candidato moderato dal profilo civico, da tutti descritto come «vicino a Letta». Il contrario di Elly, insomma.
ELLY SCHLEIN AL FESTIVAL DELL ECONOMIA DI TRENTO
GABINETTO DI GUERRA Quando le prime città vengono assegnate, con gli exit-poll e le proiezioni siciliane che fanno intravedere altri guai, lo stato maggiore dem è riunito nel suo quartier generale. Una segreteria nazionale «già in calendario», viene fatto sapere, ma che ben presto si trasforma in un gabinetto di guerra. Nel mirino, della minoranza riformista ma non solo, finisce in prima battuta la segretaria. «Perché sia Zingaretti che Letta le amministrative le hanno sempre vinte, anche quando il Pd a livello nazionale andava male», è la critica che viene mossa. «Un conto sono le Regionali, più difficili, ma se non ci restano più neanche i ballottaggi...».
elly schlein a piazzapulita
Tanto che c'è chi si spinge in una previsione fosca, per la giovane leader, già sulla graticola dei compagni riformisti: «Con una sconfitta così, Elly balla fino alle Europee». E poco conta che la segretaria, dopo due ore di segreteria fiume che va avanti fino a tarda sera provi a indorare la pillola di quella che riconosce come una «sconfitta netta»: «Sapevamo che sarebbe stata difficile», premette. «Non si ricostruisce in due mesi e non dipende da singole persone, ci vorrà un tempo più lungo» Del resto «queste elezioni dimostrano che il vento della destra è ancora forte».
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elly schlein a piazzapulita schlein conte
elly schlein ELLY SCHLEIN A BOLOGNA ELLY SCHLEIN DA FABIO FAZIO A CHE TEMPO CHE FA