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    I BANDITI HANNO ASPETTATO CHE THEO HERNANDEZ USCISSE PER ANDARE ALLA CENA DEL MILAN E POI HANNO FATTO IRRUZIONE NELLA SUA VILLA - IN CASA C'ERANO LA COMPAGNA, ZOE CRISTOFOLI, E IL FIGLIO DI SEI MESI - NELLA BANDA, ALMENO QUATTRO RAPINATORI CHE HANNO RAZZIATO UNA COLLEZIONE DI OROLOGI, CONTANTE E GIOIELLI: UN BOTTINO DA SVARIATE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO - IL FUORICLASSE ROSSONERO NON AVEVA ANCORA INGAGGIATO UN SERVIZIO DI VIGILANZA PRIVATA...


     
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    Monica Colombo per corriere.it

     

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    Dal red carpet del Gran Gala dell’Aic alla rapina a mano armata subita nella casa acquistata solo un mese fa. Tutto in 24 ore. Il terzino del Milan Theo Hernandez e l’influencer da un milione di followers, Zoe Cristofoli, lunedì formavano la coppia glamour dell’evento, quando il giocatore è stato premiato per il gol più bello del campionato scorso. Martedì sera la compagna del calciatore ha vissuto una serata di terrore, alle prese con almeno quattro malviventi (ce ne erano altri appostati fuori?) che hanno fatto irruzione nella villetta bianca dove la famiglia del calciatore vive effettivamente solo da un paio di settimane.

     

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    Ma andiamo con ordine. Il giocatore francese del Milan aveva lasciato la casa di Cassano Magnago, un piccolo comune in provincia di Varese, a due passi da Milanello, per recarsi alla cena di gruppo del club. Passano pochi minuti (e la circostanza, secondo gli inquirenti non è casuale) quando una banda di quattro elementi con il passamontagna, evidentemente attenti agli spostamenti del giocatore, si introduce nell’abitazione. In casa si trovano Zoe, il piccolo Theo jr di sei mesi, oltre alla tata e alla cuoca. Armati di pistola, intimano alla compagna del giocatore di indicare e aprire la cassaforte.

     

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     Davanti alla riottosità della donna, fra urla e minacce, non esitano a strattonarla nonostante abbia in braccio il bambino. È la tata che in preda al panico convince Zoe ad assecondarli. Nel giro di pochi minuti i ladri rastrellano una collezione di orologi, contante e gioielli, prima di dileguarsi senza lasciare tracce: si tratta di un bottino di svariate centinaia di migliaia di euro. Alle 20.39, nella strada periferica di Cassano dove si affacciano una serie di villette, torna in fretta Theo Hernandez, temendo per i suoi familiari, arrivano la vigilanza inviata dal Milan e le forze dell’ordine che esaminano le telecamere di sorveglianza e interrogano Zoe, scossa per l’accaduto.

     

     La coppia fino a poco tempo fa risiedeva in una villa a Guanzate (Como), dove aveva avuto qualche problema — e ricevuto più di una denuncia — a causa di un pitbull particolarmente aggressivo. Il giocatore e la sua compagna avevano scelto di vivere in provincia, nel verde, a Cassano, proprio per consentire ai due cani di avere spazi in cui muoversi.

     

    THEO HERNANDEZ ZOE CRISTOFOLI THEO HERNANDEZ ZOE CRISTOFOLI

    Le indagini sono affidate ai carabinieri, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio: già mercoledì pomeriggio hanno effettuato interrogatori presso i vicini di casa (nella villa di fronte otto mesi fa si era verificato un episodio analogo). Il giocatore dopo l’allenamento a Milanello — inutile sottolineare quanto anche i compagni fossero colpiti da quanto accaduto alla famiglia di Theo — si è barricato in casa.

     

     «Non ha voglia di parlare, ma è comprensibile. È scioccato» ha raccontato Andrea Romeo, il team manager del Milan che gli ha fatto visita. «Mi sento quasi in colpa — ha confessato Franco Vela, il precedente proprietario della casa, fra i primi ad accorrere martedì sera —. Ho vissuto lì per quattro anni e non ho mai subito un furto» ha aggiunto prima di lenire la rabbia del giocatore e della fidanzata con una pastiera.

     

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    Sono passati solo pochi giorni dal tentato raid a Torino nella villa di Di Maria che si trovava in casa con i familiari e Dusan Vlahovic nel momento dell’irruzione dei banditi. In quel caso la segnalazione di un vigilante aveva sventato la rapina. Theo, appena trasferitosi, non aveva ancora ingaggiato il servizio di vigilanza. Ma, a giudicare dal numero di pattuglie che giravano mercoledì pomeriggio, ha evidentemente ovviato alla mancanza.

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