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    I BASTARDI DEL DARK WEB – BIMBI STUPRATI E TORTURATI FINO A ESSERE UCCISI: BASTAVA PAGARE IN BITCOIN PER VEDER AMPUTARE UN BRACCIO, VERSARE DELL'OLIO BOLLENTE SU BAMBINI DI 7 ANNI O CHIEDERE UNA ESECUZIONE "ON DEMAND" – I DETTAGLI RACCAPRICCIANTI DELL’OPERAZIONE “DELIRIO” DEI CARABINIERI DI SIENA: NEL MIRINO SONO FINITE 25 PERSONE, QUASI TUTTE MINORENNI - GLI AGENTI HANNO SCOPERTO VIDEO CHOC SUL PC DI DUE 17ENNI TORINESI CHE…


     
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    1 - L'INDAGINE DEGLI ORRORI "BAMBINI TORTURATI IN DIRETTA STREAMING"

    Cristiano Pellegrini per “la Stampa”

     

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    Si poteva chiedere in diretta di veder amputare un braccio o di versare dell'olio bollente su bambini di 7 anni. Le richieste, in diretta, comprendevano anche lo stupro di un bimbo di 2 o 4 anni e, perché no, una esecuzione "on demand". Per poter partecipare - al massacro, allo stupro - bastava pagare con cripto valuta bitcoin o carte di credito prepagate. Più si spendeva e più la violenza aumentava. C'era chi chiedeva di essere solo spettatore e chi invece voleva essere il protagonista "attivo".

     

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    I due 17enni piemontesi indagati in questo nuovo filone di inchiesta sulla pedopornografia assistevano. Uno almeno di sicuro. Se poi "ordinassero" anche le violenze è ancora da stabilire. Certo è che hanno valicato questa drammatica frontiera del deep web, il luogo più segreto e impenetrabile della rete, accessibile solo agli hacker.

     

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    È lo spazio senza pareti delle "red room", le stanze rosse della violenza, off limits per la maggior parte dei navigatori. Che, forse, si trovano - fisicamente parlando - nel sud est asiatico. Lì porterebbero le tracce del mondo sommerso, scoperto dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siena, coordinati da Antonio Sangermano, capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze.

     

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    I carabinieri ci sono arrivati in un modo terribile: proseguendo le indagini una chat - la Shoah party - scoperta ad ottobre nella quale adolescenti di tutta Italia diffondevano materiale pedopornografico e razzista: dagli stupri a Hitler, senza battere ciglio. Seguendo il sangue e la violenza, i militari sono riusciti a risalire all'identità di due giovani 17enni, un ragazzo e una ragazza ex compagni di scuola residenti in Piemonte, denunciati per pedopornografia e istigazione a delinquere.

     

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    I due, dopo aver fatto accesso alle red room, si scambiavano su WhatsApp immagini e filmati con minori, anche di tenerissima età intenti a subire violenze sessuali; condividevano video cruenti con esecuzioni, mutilazioni ai genitali, auto-inflizioni sul corpo inneggiando con simboli nazisti a Hitler, Stalin e a dittature sanguinarie e stragiste esaltando la violenza, l'odio, l'antisemitismo e perfino l'olocausto.

     

    Tra i file sequestrati anche immagini e video con riferimenti espliciti all'Isis o l'istigazione al maltrattamento di animali. Nel corso delle perquisizioni sono stati ritrovati e sequestrati telefoni cellulari, pc, tablet, chiavette Usb e memorie esterne con cui i due giovani sono riusciti ad accedere e assistevano a violenze sessuali e torture praticate dagli adulti sui bambini.

     

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    Le investigazioni hanno consentito di scoprire le modalità di accesso al deep web, dove venivano acquisite e poi fatte circolare le immagini - filmati violenti, di scene reali - con esecuzioni, omicidi, smembramenti, atti sessuali compiuti su animali, estrapolazioni di organi, castrazioni, immagini di pedopornografia ai danni di bambini piccolissimi.

     

    Dalle chat tra i due giovani è emersa la descrizione dettagliata e inquietante delle loro esperienze, in particolare del ragazzo che ne parla alla sua amica. Il sequestro degli hard disk spiegherà se anche la giovane abbia fatto accesso diretto alle red room. Poi ci sarà da capire come gli adolescenti riuscissero a trovare i soldi per accedere al deep web.

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    2 - "PAGANDO VEDRAI LE COSE PIÙ INDICIBILI" GLI INFERI DEL WEB TRA BUSINESS E MISTERO

    Lodovico Poletto per “la Stampa”

     

    Un girone più giù, nell'inferno del web, si rovescia olio bollente sui bambini. E se vuoi vedere come si fa, cosa succede alla pelle e alla carne di quel povero corpo, basta che paghi. Con pochi centesimi di bitcoin si può comprare orrore. Basta conoscere la strada per arrivare fin lì.

     

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    Qualcuno lo chiama deep web, altri dark web, in una distinzione che quasi non ha senso: significa che più giù scendi più incontri il male. Comunque sia, quando sei nell'inferno della rete, trovi tutto il catalogo delle depravazioni e illegalità che si possono immaginare. Altro che inferno letterario. Questa è vita vera. Paghi e compri. E la cocaina arriva in ufficio in un pacchetto anonimo. E così pure la carta d'identità falsa. E il malware che rende proprietari del telefono che ha in mano qualcuno altro costa meno di un centesimo di bitcoin.

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    Ma tutto queste cose sono peccati veniali. Perché lì, da qualche parte, c'è anche ciò che fa più orrore: i bambini stuprati. Quelli a cui buttano l'olio bollente addosso. Per vedere l'effetto che fa e soddisfare la depravazione di qualcuno in qualche angolo del mondo. E poi ci sono i corpi straziati. O quegli orrori che hanno a che fare con il sesso tra adulti e neonati.

     

    Le hanno chiamate «red room», i posti più duri. E qualcuno giura che sono soltanto leggende. Poi però scopri che un ragazzino di 17 anni che abita in un paese che sta in mezzo al verde del Piemonte si calava laggiù ogni giorno. A guardare. E comprava la violenza che più gli piaceva pagando in bitcoin, la regina delle criptovalute. Per averne uno da spendere in quel mondo devi tirare fuori più 8 mila euro. Ma puoi anche acquistarlo a pezzi: pochi decimi o qualche centesimo se serve soltanto per pagare la coca.

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    O un video delle «red room». Per trovare l'orrore, però, devi essere marinaio di quel mondo. Essere scaltro: chi ci va da ingenuo prende incassa soltanto fregature. Scarichi Tor come sistema operativo, e non sei ancora da nessuna parte. Devi conoscere indirizzi. Gruppi. Deviazioni. Devi essere di fiducia di chi gestisce, o carica gli orrori. Non c'è Google che guida gli inesperti.

     

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    Non ci sono belle foto. Ma se arrivi dal male lo capisci subito. «Snuff movie», dove sai che la vittima muore. E in genere è una donna. «Sex snuff baby» e stavolta c'è un bambino. Dicono che nelle red room si possa anche partecipare allo spettacolo. Essere l'ispiratore. Senza mai sporcarsi le mani. Paghi e ottieni, digiti ciò che vuoi in diretta: «Stupra - mutila - scarnifica - decapita».

     

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    E dall'altra parte del mondo qualcuno fa quel che gli è stato chiesto. Più è violento, brutale e illegale, e più costa. Quanto? E come si fa? Chi decide? Come si entra nella casa del male? Nessuno di quelli che sono arrivati fin lì ti dice più. Chi sono gli autori dei video? Chi sono le vittime? Dove sono stati girati quei video? Dov' è la madre che piange quel bambino scomparso?

     

    Da quell'inferno elettronico ci sono segreti che non usciranno mai. Anche se, ogni tanto, i poliziotti ci vanno a fare i blitz. Famoso fu quello dell'Fbi contro un indirizzo del deep web che aveva a che fare con l'Isis. E annunciava l'esecuzione in diretta di un soldato turco. Venne chiuso.

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    Qualche giorno fa, la polizia olandese ha trovato al confine tra Olanda e Belgio, dei container insonorizzati e attrezzati come stanze della tortura. A cosa servivano? Chi dove essere incatenato alle sedie e alle pareti, mutilato, stuprato e magari ucciso? Risposte? Zero. Solo buio. Come nel dark web.

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