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BIDEN FIRMA IL DIVIETO DI INVESTIMENTI NEL DONBASS
(ANSA) - Il presidente americano Joe Biden ha firmato l'ordine esecutivo che vieta nuovi investimenti, attività commerciali e finanziarie nel Donbass, oltre a vietare le importazioni negli Stati Uniti dall'area. Lo afferma la Casa Bianca, dopo il riconoscimento di Putin dei separatisti dell'Ucraina orientale.
UCRAINA: RIUNIONE CONSIGLIO SICUREZZA ONU ALLE 3 ITALIANE
(ANSA) - Fonti diplomatiche dell'Onu confermano che la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina si terrà questa sera alle 21 locali, le 3 del mattino italiane. L'incontro dovrebbe essere in formato pubblico.
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L'ambasciatore ucraino all'Onu Sergiy Kyslytsya ha chiesto la presenza di un rappresentante di Kiev alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza, al quale a suo avviso dovrebbero partecipare anche il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e un rappresentante dell'Osce. In una lettera inviata al collega russo Vassily Nebenzia, Kyslytsya si affida alla Carta delle Nazioni Unite e alle regole procedurali delle Nazioni Unite per richiedere la presenza di un rappresentante di Kiev alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza di questa sera.
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INTELLIGENCE USA, MOSSA PUTIN PASSO PER INVASIONE LARGA SCALA
(ANSA) - La mossa di Vladimir Putin nell'est dell'Ucraina potrebbe essere un primo atto per una possibile invasione di larga scala del paese. Lo riporta Cnn citando fonti dell'intelligence americane e occidentale.
KIEV, RICONOSCENDO RIBELLI MOSCA VIOLATO SOVRANITÀ UCRAINA
(ANSA-AFP) - Con il riconoscimento dei ribelli la Russia ha violato la sovranità dell'Ucraina. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Zelensky
Volodymyr Zelensky
In un discorso alla Nazione il presidente Volodymyr Zelensky ha denunciato il riconoscimento dell'indipendenza delle due "repubbliche" separatiste del Donbass da parte di Mosca una violazione della "sovranità e integrità territoriale" dell'Ucraina. Gli ucraini, ha aggiunto, sono "sulla loro terra" e "non hanno paura di niente e di nessuno" e non cederanno "un solo pezzo" del paese".
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USA PREMONO SU ZELENSKY, SI SPOSTI A LEOPOLI PER SUA SICUREZZA
(ANSA) - Gli Stati Uniti avrebbero chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di spostarsi a Leopoli, nell'Ucraina occidentale, per la "sua sicurezza". Lo riporta Abc News citando alcune fonti.
BIDEN, DA RUSSIA LAMPANTI VIOLAZIONI LEGGI INTERNAZIONALI
(ANSA) - "Ho firmato un ordine esecutivo per negare alla Russia ogni chance di approfittare delle sue lampanti violazioni delle leggi internazionali. Continuiamo a consultarci con gli alleati e i partner, inclusa l'Ucraina, sui prossimi passi". Lo afferma Joe Biden, che ha firmato nelle ultime ordine il provvedimento che vieta gli investimenti e le attività commerciali e finanziarie nel Donbass.
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UCRAINA: ONU, RISCHIO DI UN GRANDE CONFLITTO È REALE
(ANSA) - "Le prossime ore e giorni saranno critici. Il rischio di un grande conflitto è reale e deve essere prevenuto a tutti i costi". Lo ha detto il sottosegretario agli affari politici dell'Onu, Rosemary Dicarlo, alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza sull'Ucraina, assicurando "il pieno impegno del segretario generale a lavorare per una soluzione diplomatica dell'attuale crisi". "Ci rammarichiamo anche - ha aggiunto - per l'ordine di schierare truppe russe nell'Ucraina orientale, come riferito in una 'missione di mantenimento della pace'".
BLINKEN, DIPLOMATICI USA IN UCRAINA SPOSTATI IN POLONIA
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(ANSA) - I diplomatici americani in Ucraina sono stati spostati in Polonia, dove trascorreranno la notte, per motivi di sicurezza. Lo afferma il segretario di Stato, Antony Blinken, raccomandando agli americani in Ucraina di partire immediatamente. La situazione di sicurezza nel Paese continua a essere imprevedibile e potrebbe deteriorare con un preavviso minimo".
PUTIN RICONOSCE IL DONBASS E ORDINA L'INVIO DELLE TRUPPE
Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”
In diretta tv Putin ha annunciato ieri sera il riconoscimento dell'indipendenza delle due repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. Subito dopo ha firmato il relativo decreto assieme a due trattati di collaborazione anche militare e nella notte i primi blindati russi sono entrati a Donetsk. Formalmente come forze di pace (addirittura su autobus dipinti di bianco come i mezzi inviati dall'Onu in zone di guerra).
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E questo perché nel decreto l'intervento russo è previsto esplicitamente. Passi irreversibili che sembrano chiudere la porta ai tentativi di mediazione avviati dai principali leader europei, Macron, Sholtz e lo stesso Draghi. Con l'Ucraina, Paese del quale il presidente russo ha negato la legittimità storica come entità statale, non c'è più dialogo.
Non è ancora guerra ma quasi. Se Kiev reagirà minimamente alla decisione del Cremlino, oltre centocinquantamila uomini equipaggiati con i più moderni sistemi bellici sono pronti a far sentire tutta la loro forza d'urto, ben al di là del Donbass. In ogni caso non è escluso che nuovi incidenti veri o presunti sulla linea del fronte tra indipendentisti del Donbass e regolari possano dare al signore del Cremlino la scusa per far avanzare le sue truppe oltre le linee di demarcazione delle due repubbliche.
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Le premesse erano già state create. Dopo settimane nelle quali il Cremlino aveva continuato a smentire qualsiasi intenzione di lanciare all'attacco i suoi reparti, negli ultimi giorni l'atteggiamento era cambiato drasticamente. Putin e i suoi hanno preso a insistere sull'imminenza di una invasione ucraina delle due repubbliche, con la prospettiva di una «catastrofe umanitaria».
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Anche se il presidente ucraino Zelensky negava recisamente questa possibilità (e nemmeno un folle muoverebbe le sue deboli forze avendo sul confine le poderose unità dell'armata russa), la narrazione del Cremlino e di tutti i media controllati direttamente o indirettamente serviva a legittimare una violenta e distruttiva contromossa di Mosca.
Donne e bambini
vladimir putin firma il riconoscimento di donetsk e lugansk
Senza che la situazione oggettiva lo richiedesse affatto, è stata decisa l'evacuazione di donne e bambini da Lugansk e Donetsk oltre alla mobilitazione generale. Ma a partire sono state solo poche decine di migliaia di persone; gran parte della popolazione russofona della zona non si è spostata e ciò sembra essere un'ulteriore dimostrazione del fatto che si trattava di una iniziativa propagandistica.
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L'intervento sarebbe giustificato sia dalla richiesta di aiuto dei due Stati «sovrani» formalmente alleati grazie al trattato di ieri, sia dalla volontà di proteggere centinaia di migliaia di russi (sono stati distribuiti più di ottocentomila passaporti di Mosca) esposti alla violenza dell'esercito ucraino e delle milizie volontarie che da mesi vengono dipinti come eredi diretti di quei gruppi che nel 1941 appoggiarono l'avanzata in territorio sovietico delle truppe hitleriane.
Tv e giornali ripropongono brutalmente lo stesso scenario: i «nazisti» di Zelensky pronti ad avventarsi sugli innocenti russi del Donbass. La Russia «sotto tiro» Per motivare la decisione di ieri, Putin ha parlato per quasi un'ora, sostenendo che, in pratica, lo Stato ucraino è una finzione. «Il Donbass fu praticamente annesso con la forza all'Ucraina dai collaboratori di Lenin», ha affermato.
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Una lezione di storia volta a ribadire la centralità della Russia e a ricordare tutti i torti subìti negli anni. A cominciare dalla pace firmata dopo la rivoluzione del 1917, all'origine di molte delle distorsioni attuali. Poi la fine dell'Urss e «l'assurdo» smembramento dell'Urss, erede diretto della Russia imperiale. Negli ultimi trent' anni l'Ucraina è sopravvissuta grazie all'aiuto del Paese fratello, «con prezzi agevolati dell'energia e altro»: fino al 2013 sovvenzioni per 250 miliardi di dollari.
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E oggi il Paese non sarebbe altro che un'entità al servizio degli americani, guidata da governanti che hanno solo pensato ad arricchirsi. È dall'Ucraina che la Nato potrebbe in un prossimo futuro aggredire la Russia, in base alla dottrina americana che giustifica l'uso del cosiddetto «primo colpo» (cioè attaccare per primi). Da Kharkiv missili Nato potrebbero arrivare a Mosca in sette minuti. Con vettori ipersonici in quattro. L'intera Russia europea sarebbe sotto tiro. Putin dà per scontato che l'Occidente finisca per applicare nuove pesanti sanzioni, ma fa capire che il suo Paese potrà andare avanti comunque e che reagirà con «adeguate contromisure».
Ha poi affermato che le precedenti sanzioni erano state varate «senza alcuna ragione», come se l'Occidente non avesse risposto all'annessione unilaterale della Crimea e ad altre iniziative di Mosca. Prima dell'annuncio era stata trasmessa integralmente in tv la seduta del Consiglio di sicurezza durante la quale tutti i suoi, come scolaretti, avevano approvato l'idea di riconoscere l'indipendenza delle repubbliche. Il diplomatico Lavrov, i capi dei servizi segreti, il ministro della Difesa.
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Tutti d'accordo. Il responsabile dell'Interno Kolokoltsev è arrivato a suggerire che le due repubbliche dovrebbero allargarsi fino a comprendere tutto il territorio che fa parte amministrativamente delle regioni di Lugansk e Donetsk. Il che vorrebbe dire che le truppe russe assisterebbero i ribelli nella conquista di vaste aree ora controllate da Kiev, compreso l'importante porto di Mariupol.
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