• Dagospia

    PARISI E POCHI SORRISI - I CAPOCCIA DI “FARSA ITALIA” VEDONO IN PARISI L’ENNESIMA INVESTITURA-TAROCCA DEL BANANA (COME ALFANO, BERTOLASO, SAMORÌ): UNO CALATO DALL’ALTO SENZA UN VERO CONSENSO - E LUI FA DI TUTTO PER NON ESSERE AMATO: NON HA PRESO LA TESSERA DEL PARTITO E NON HA ADERITO AL GRUPPO AZZURRO IN CONSIGLIO COMUNALE


     
    Guarda la fotogallery

    stefano parisi stefano parisi

    Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

     

    Lui, Silvio Berlusconi, va diritto per la sua strada. La forma ritrovata dopo l'operazione e la consapevolezza che sia necessario dare una scossa al partito, anzi, lo hanno spinto a convocare per venerdì prossimo un nuovo vertice ad Arcore. Là, nella villa brianzola, arrivano poco le tirate che invece si ascoltano nel suo partito. Tutte concentrate contro il nuovo babau: Stefano Parisi.

     

    Il Cavaliere pensa all' ex candidato sindaco di Milano come al traghettatore di Forza Italia a un appuntamento congressuale d' autunno, anche se i contorni dell' evento per il momento restano non proprio nitidi. A Parisi - che al summit di venerdì non parteciperà - toccherebbe il compito di svolgere la due diligence sui territori, la ristrutturazione di cui Berlusconi sente un gran bisogno.

     

    SALVINI PARISI SALVINI PARISI

    Chissà, probabilmente l' ex direttore generale di Confindustria ha altri progetti: l'impresa di federare il centrodestra a Milano gli è riuscita, ora si tratta di ripetere il (difficile) incantesimo a livello nazionale. E così, non si risparmia: sabato mattina era al fianco di Maurizio Lupi (Ncd) a Taormina, sabato sera era con Roberto Calderoli (Lega) a un incontro a Treviglio. E oggi non mancherà alla presentazione dei comitati per il No a Milano.

     

    Tra i motivi di buonumore di Silvio Berlusconi c'è anche la recente apertura dell'esame del suo ricorso presso la Corte europea dei diritti umani contro la decadenza del mandato al Senato. Secondo alcune ricostruzioni, magari un tantino avventurose, una certa accelerazione dell'iter sarebbe dovuta anche a un patto tra lui e Manfred Weber, il presidente del Ppe.

     

    PARISI ALBERTINI PARISI ALBERTINI

    Assai interessato a che anche in Italia si stabilizzi una coalizione capace di ridimensionare spinte antisistema tipo quelle del Movimento 5 Stelle. Per farla breve: il capo di Forza Italia ritiene di poter tornare candidabile in tempi utili. Anche per questo da tempo è il primo sponsor di un governo di larghe intese dopo la possibile vittoria dei No al referendum d'autunno. Il tutto per dire che, ritrovata la salute, il presidente azzurro ha ricominciato ad accarezzare l'idea di tornare a una leadership più attiva.

     

    Mara Venier e Stefano Parisi Mara Venier e Stefano Parisi

    È qui che Parisi, secondo i colonnelli forzisti, avrebbe fatto un passo falso. Lo annota Altero Matteoli: «Ha detto che Renzi dopo il referendum può anche restare. Io non credo che nessuno di noi possa pensare a quello. Certo, un governo di larghe intese è necessario per modificare la legge elettorale prima di tornare alle urne. Ma con Renzi proprio no». Insomma, nel partito azzurro è comunque salda la convinzione che il dopo Renzi non sarà Renzi. Anzi, c' è anche chi scommette che il «governo di scopo» avrà anche un altro punto forte, oltre a quello popolarmente poco eccitante della legge elettorale: la messa in sicurezza del sistema bancario.

     

    Maurizio Gasparri è poco convinto che i piani di Berlusconi coincidano con quelli di Parisi: «Con Parisi ho parlato ieri, non mi pare di aver capito che abbia in testa di fare la due diligence per Forza Italia». E dunque? «Dunque io non credo che la premiership scaturirà da un pranzo, anche perché non la deciderà Forza Italia da sola. Parisi, o qualunque mister X, può farcela, ma sul piano del convincimento e del consenso. Che ci sia anche la sua potenzialità in campo è comunque un' opportunità positiva».

     

    PARISI BERLUSCONI PARISI BERLUSCONI

    Ma, appunto, buona parte di Forza Italia continua nella sua resistenza contro l'ex candidato milanese. Nel partito viene descritto come l' ennesimo uomo nuovo estratto dal cilindro berlusconiano nella sua perpetua caccia di volti nuovi da lanciare nella mischia. E si citano a questo proposito i nomi di Maurizio Scelli, Angelino Alfano, Guido Bertolaso e parecchi altri ancora.

     

    Si annota che Parisi non soltanto non ha la tessera di Forza Italia, ma neppure ha aderito al gruppo di Forza Italia nel consiglio comunale di Milano. E che avrebbe un atteggiamento snobistico nei confronti del partito e della sua classe dirigente esibito anche in sede pubblica. Chi invece ha aderito senza riserve al nuovo impulso berlusconiano è il senatore Francesco Giro. Via Twitter, fa sapere: «Parisi mi convince e il suo progetto è una opportunità da non perdere».

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport