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    I CLUB HANNO BISOGNO DI VENDERE. IL PROBLEMA E’: CHI COMPRA? I GIOCATORI VALGONO IL 30% IN MENO - FERME LE TRATTATIVE, LE SOCIETA’ PROPONGONO AGLI AGENTI SOLO CESSIONI E SCAMBI - ALTRO NODO: CHE FARE CON I CONTRATTI IN SCADENZA IL 30 GIUGNO SE LA STAGIONE TERMINERÀ PIÙ TARDI? LA FIFA STUDIA NOVITÀ...


     
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    Giulio Cardone e Matteo Pinci per “la Repubblica”

     

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    Per settimane i telefoni dei procuratori sono rimasti muti. Di solito, in questo periodo, erano già bollenti in vista della riapertura estiva del calciomercato. Il collasso dell' economia avrà conseguenze anche sulle società di calcio. E ora che i presidenti riprendono a comporre quei numeri lo fanno con una sola drammatica richiesta: «Ho bisogno di vendere ». Il problema è: chi compra?

     

    Il mercato degli scambi In questo scenario, le prime a muoversi sono le grandi squadre europee, con una sola parola in testa: scambi. Sarà questo il trend del prossimo mercato.

     

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    Con pochi contanti in casa, questa è la formula che può sistemare la rosa ma soprattutto il bilancio, ottenere le plusvalenze che sono ora indispensabili, in un contesto in cui i club registreranno perdite significative causa pandemia. Juve e Inter ad esempio hanno aperto fronti con Spagna, Francia e Inghilterra su basi simili, come Barça o Bayern.

     

    La questione scadenze Altro nodo: che fare con i contratti in scadenza il 30 giugno se la stagione terminerà più tardi? La Fifa potrebbe stabilire che fino al 30 luglio nessuno può cambiare squadra, favorendo i rinnovi. E prolungando d' ufficio, di un mese, i prestiti. Giuridicamente è complicato ma c' è un tavolo aperto per trovare una soluzione.

    Una contrazione del 30%

     

    L' altra conseguenza della crisi è la contrazione del mercato. «Tutte le valutazioni andranno riviste al ribasso, almeno del 30%», spiega un agente internazionale. Una stima che tiene conto delle risorse, della disponibilità d' azione delle società e che si sovrappone, o quasi, con quella fatta dal Cies Football Observatory che valuta un decremento del valore dei giocatori in sei mesi di circa il 28%. A rimetterci saranno soprattutto i profili non di primissimo piano: «Se un giocatore fino a sei mesi fa costava 7 milioni, oggi può costarne al massimo 4», spiega un direttore sportivo di Serie A.

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    Quei calciatori acquistati a gennaio e lasciati in prestito, come Kulusevski, Petagna, Amrabat, presi da Juve, Napoli e Fiorentina solo per battere sul tempo la concorrenza senza aspettare giugno, oggi costerebbero meno di quanto sono stati pagati tre mesi fa. A farne le spese saranno anche gli svincolati, quelli che muovendosi gratis puntano a stipendi più ricchi. Adesso dovranno abbassare le pretese. Anche perché prendere un parametro zero non produce effetti positivi sul bilancio: meglio gli scambi.

     

    La proposta alla Fifa Sul tavolo della Fifa sono arrivate dal mondo sportivo delle proposte per permettere anche a fondi, o istituti di credito, di acquistare la proprietà di un calciatore, oggi riservata ai club. Sì, le cosiddette "terze parti" o Tpo. Con questa proposta una squadra potrebbe cedere il suo campione a un fondo per ottenere una plusvalenza senza privarsi tecnicamente del giocatore. La Fifa, da sempre contraria, concederà al massimo la rivalutazione a bilancio dei giocatori. Un sistema utile nel breve periodo a compensare le perdite della crisi, aumentando il patrimonio netto, ma dannoso a lungo raggio.

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